Bello bello bello, il nuovo ring della Wiva Wrestling: sei metri per sei, che sembra una piazza d’armi. Altro che i ring striminziti che sembrano comprati all’Ikea! Ma che fatica, montarlo tutto partendo da zero, ancora con le corde in acciaio così, nude e crude, da tagliare e rivestire. Una vera impresa, terminare tutto per l’orario di apertura. Questo ve lo raccontiamo perché, per chi ancora non lo sapesse, a noi non piace vivere gli eventi da spettatori e limitarci al mero elenco dei vincitori e dei vinti. Noi, l’evento, vogliamo viverlo dall’inizio alla fine, respirarlo e sudarlo insieme agli atleti, tra smadonnamenti, zanzare, fatica, sonno e pasti saltati.
Una magia, un miracolo o una strana alchimia di eventi, se all’ultimo minuto, tutto funziona alla perfezione. Non citeremo nemmeno tutti i match, perché qui è come una chiacchierata tra amici che si raccontano un evento saltellando un po’ qua un po’ là. Cronisti, ce ne sono fin troppi. Noi siamo più che altro opinionisti e vi raccontiamo le impressioni, le emozioni e il feeling che si crea, quindi non ce ne vogliano coloro che non vengono nominati.
Questo è uno show per famiglie, con il pubblico quasi interamente composto da bambini e ragazzi. Sì, va bene, c’è tanta gente che pensa che il wrestling, in realtà non sia altro che una “carnevalata” per bambini, ma non è per questo motivo che alcuni show mìrino ad un target di un pubblico prettamente minorenne. I ragazzi sono il nostro pubblico del futuro, quelli che ci verranno a vedere quando spunterà loro la barba e che a loro volta ci porteranno i loro figli. Allora, facciamoli affezionare con uno spettacolo unico, diverso da qualsiasi altra cosa.
Quando vai allo stadio, i calciatori li vedi dal terzo anello, il che equivale a stare al quarto piano e vederne passare uno per strada. Grazie, non ci entusiasma. Se provi ad avvicinarti, poi, ci sono reti, polizia, servizio d’ordine, vetrate, barriere… Se vai a teatro è un po’ meglio: il palcoscenico è lì, a pochi passi da te, ma non puoi certo salire e stringere la mano agli attori, o dargli un bacio se una scena ti piace in modo particolare. Devi comunque startene fermo, zitto e buono buono al tuo posto. Nel wrestling, questo non succede. Non c’è niente a dividere il pubblico dagli atleti. Interagire col pubblico, in questo sport, è un must irrinunciabile. Qualunque wrestler voglia cimentarsi in un match arriva al ring dopo aver fatto un giro tra il pubblico, sfiorato mani, battuto cinque, essersi lasciato toccare.
Altro che star seduti passivamente! Durante il match ti insultano, ti parlano, se non stai attento a scansarti ti zompano addosso. Questo non accade in nessun altro sport, in nessuna altra forma di intrattenimento, teatro, cinema… Ma nemmeno al karaoke! Le emozioni del wrestling sonno uniche.
Stasera ci godiamo lo spettacolo di Ape Atomica che viene inseguito dai bambini e di David Blasco (Roman Dynasty) che, invece, i bambini li insegue e li fa scappare come fosse l’uomo nero. Qualche settimana fa ho visto un banner strappato dalle mani di un ragazzino in prima fila tra il pubblico e fatto a pezzi (poi prontamente aggiustato a suon di strisce di scotch) almeno da quattro atleti diversi, un match dopo l’altro. Tutti quelli che passavano, glielo stracciavano, povero bimbo, finché non ha capito anche lui che era un gioco. In quale altro spettacolo può mai accadere tutto questo? Insegniamo ai nostri figli a non accontentarsi mai di niente di meno, a non essere mai passivi, a pretendere il contatto umano come qualcosa di assolutamente irrinunciabile! Mostriamo alle mamme che li accompagnano che questo non è uno sport violento, ma godibilissimo. Insegniamo a tutti che le gimmick sono pantomime ispirate alla vita reale, e che anche in questa bisogna guardarsi da chi ci tradisce alle spalle!
Giusto a proposito di tradimenti e non violenza: per chi non l’avesse mai visto, è assolutamente esilarante l’ingresso di Fratello Paul, che la natura ha dotato di un bel viso ovale e lunghi capelli biondi. Si fa crescere barba e pizzetto, ovviamente biondi, e fa la sua apparizione con una lunga palandrana bianca, benedicendo il pubblico e chiedendo agli avversari di pentirsi, con sottofondo di musiche sacre. Un Gesù da ring. La prima volta che l’abbiamo visto ci siamo piegati in tre dal ridere, ma proprio da lacrime agli occhi! Quest’oggi, a fine match, il suo discepolo lo tradisce con un bel bigboot rovinandogli la gioia della vittoria su Paziente Zero e Zio Bronson.
Già, “Zio Bronson”… sapevate che si tratta non solo di un bravo wrestler, ma di un istruttore di boxe, krav maga (combattimento corpo a corpo di tipo militare), MMA, attore professionista (un Orso d’Oro a Berlino e cinque David di Donatello nel 2012) e un sacco di altre cose?
Ma un match ha svettato su tutti gli altri: il triple threat match di Jail vs Il Prescelto vs Emanuele “Gladiatore” Vaccarini. Quanto a Jail, basta la presenza a impressionare un po’ tutti, grandi e piccoli. Il Prescelto non stazza quanto gli avversari ma il costume e la maschera sono fighissimi e di sicuro non sfigura. Emanuele Gladiatore Vaccarini… beh, noi di Mondomarziale possiamo dire con orgoglio: “Noi c’eravamo”. Emanuele è “soltanto” maestro di armi antiche, gladiatore, istruttore MMA, istruttore krav maga, cintura nera di karate e pancraziaste. È attore professionista scritturato in tutti i film storici come barbaro, lanzichenecco, gladiatore, pancraziaste e ha partecipato al remake di Ben Hur che possiamo vedere al cinema dalla fine di settembre. Non solo è enorme e possente, ma basta un minuto a rendersi conto di quanto quest’uomo sappia davvero recitare e tenere la scena: uno spettacolo nello spettacolo. Anche se stesse fermo e zitto sarebbe un polo di attrazione, magnetico e carismatico. Forse solo quelli della nostra generazione sanno chi fosse Darix Togni, ma sembra di rivederlo in mezzo alle tigri, solo che qui la tigre vera è lui. Vedere un uomo di questa stazza compiere due dropkick consecutivi sul ring e subito dopo un terzo sul concrete, beh, adesso possiamo anche morire in pace, avendo visto tutto quello che di interessante ci possa essere al mondo. La cintura se la aggiudica Jail, ma anche se l’avesse vinta il gatto saremmo stati felici lo stesso: quando vediamo un bel match, chi vince e chi perde, scusate ma non ce ne frega una cippa.
A questo punto c’è una pausa nello show, e noi ne approfittiamo per spendere due parole su chi presenta la serata: Federica Prati. Anche lei, seppure in maniera minore, è un personaggio di spicco. Sa tenere la scena, gestire il pubblico e parlare al microfono. Infatti ha lavorato in RAI come analista/opinionista nella trasmissione TV TALK, su Rai 3 nella stagione 2014/2015. Di recente ha fatto un’ospitata sul House of Gag su Canale 8. Bisogna ammettere che la Wiva sa organizzare le cose per bene! E allora, facciamo loro un sacco di complimenti e ci auguriamoci di vedere sempre eventi così belli e appassionanti!
Il match che riapre dopo la pausa è una Royal Rumble con sei atleti sul ring: Domenico Dinamite, Carlo Birra, Kevin Dopa, Violent Joe, Rocco Gioiello e Pollicione. La WWE ha John Cena che fa il rapper? E noi abbiamo Kevin Dopa, che sciorina rime dal vivo. Lo definiscono “il più censurato d’Italia” per la sua abitudine di fare dei promo spinti su vari temi di attualità, prima dei suoi match. Carlo Birra ci è sempre piaciuto una cifra per le pagliacciate che combina, istrionico, irriverente e spontaneo. Pollicione, non è che sia Brad Pitt, ma ho notato che piace da matti a tutte le donne. Piace più lui di un sacco di “belloni”. Rocco Gioiello… spero non se la prenda, ma il suo costume ricorda vagamente un Okapi… Dinamite vince la Rumble e non gli serve altro.
Se all’inizio della serata i bambini hanno inseguito Ape Atomica, ora è Dave Blasco a inseguire loro, capace di fargli paura manco fosse l’Uomo Nero. Un heel con gli attributi esagonali capace di farsi odiare dopo due frasi e di rendersi antipatico a tutti. Peccato, davvero peccato, che si infortuni quasi subito cadendo in malo modo dal ring: una spalla lussata. Portato di corsa al più vicino ospedale. Lo ingessano al volo e ne avrà per un bel pezzo. Get well soon, Dave!
Ora c’è un four way dance match, che vede contrapposti i due fratelli, Turbo e Saetta Nera, più Scandalo! e Campari. Bellissimo lo schienamento di Turbo che finisce sotto tutti quanti contemporaneamente. C’è da dire che abbiamo un debole per Scandalo! (possiamo pure avercele, delle preferenze personali, sì?), un personaggio di un carisma tremendo e che sul ring ci sa fare davvero. La sua head scissor su Turbo è da urlo, e altrettanto belle la stunner e il front face buster su Saetta, che gli valgono la Title Shot per il titolo di Campione d’Italia.
Il main event doveva essere un President vs President, ma Rocky Laurita della Pwe non si presenta sul ring e viene dichiarato vincitore a tavolino Cristian Panarari. A questo punto, anche senza main event ce la siamo spassata abbastanza.
Il pubblico si alza e pian pianino vanno tutti a casa. Serata finita? Oh, no, il bello arriva adesso. Come vi dicevo, a noi interessa quasi di più quello che accade fuori dal ring di quello che vi accade sopra. Ora, immaginatevi questi ragazzi che, animati da una passione sconfinata, siano in piedi magari dall’alba per arrivare lì da chissaddove. Si sono fatti ore e ore di treno o di macchina. Hanno smadonnato per montare il ring dalle 14.30 alle 20. Hanno combattuto. Bene, ora che sono stanchi morti, il ring se lo devono smontare e caricare sul camion. E vi possiamo assicurare che i pezzi sono tanti e pesano. Come sempre succede in Italia, per ogni persona che lavora ce ne sono tre che guardano e basta. La differenza tra chi ha gli attributi esagonali e chi no, si vede qui. Adesso il tempo si è messo al brutto e sta piovendo, ma bisogna caricare lo stesso. Meno male che almeno il camion è relativamente vicino, ma ci si bagna sempre. Alla fine rimane il locale vuoto, deserto come lo era prima del nostro arrivo. La custode della palestra si lascia andare ad un sospiro e ci dice: “Beh, avete finito…” e, vedendo i visi incupirsi, aggiunge: “Non mi dite che dovete anche scaricare subito!” Eh, sì. Bisogna anche portare tutto in magazzino e scaricare. Ormai sono le due del mattino e a tratti piove forte, ma i ragazzi non si perdono d’animo, e quando si finisce sono quasi le tre. Salutiamo Saetta Nera e Alice, che ci hanno dato dentro fino all’ultimo.
Ma la serata, la possiamo considerare conclusa solo seduti ai tavolini dell’ultimo Mac Donald aperto fino a notte fonda a strafucarci di alette di pollo piccanti, assieme a quel grandissimo uomo di Mirco Majavacchi. Il suo match è finito solo adesso. L’unico, vero, “Guerriero della Notte” che ci sia.
Erika Corvo