Le tradizioni popolari sono ricche di racconti fantastici e creature mitologiche. Mostri orribili e curiosi sono protagonisti delle leggende di tutto il mondo e di tutte le società. L’Italia, con la sua cultura millenaria e stratificata, non poteva essere da meno: da Nord a Sud vanta, infatti, una serie di creature quanto mai mostruose e bizzarre. Scopriamo chi sono!
- Tarantasio. È un drago orrendo che in un lontano passato terrorizzava gli abitanti del lago Gerundo, presso Lodi. Si trattava di un vero e proprio mostro di Lock Ness lombardo! Infatti, si dedicava a divorare bambini, distruggere le imbarcazioni che attraversavano il lago e aveva un fiato pestilenziale, con il quale ammorbava tutta la zona e diffondeva la febbre gialla. Era così orribile che, secondo la leggenda, si dovette addirittura prosciugare il lago per sconfiggerlo! Di lui rimarrebbe una costola, custodita nella chiesa di San Bassiano, e il nome di una frazione di Cassano d’Adda: Taranta.
- La bocca della Verità. Si tratta del volto spaventoso in marmo di un antico dio, murato nella parete della chiesa di Santa Maria in Cosmedin a Roma. Con la sua bocca spalancata è pronto a divorare senza pietà la mano di coloro che mentono. Secondo la tradizione popolare, molti mariti e mogli sono stati puniti per aver mentito sulla propria fedeltà! Nel periodo della Roma classica era un tombino e rappresentava una divinità fluviale intenta a inghiottire l’acqua piovana in eccesso.
- Acadina. È una fontana magica in Sicilia, sacra ai fratelli Palici, figli di Giove e della ninfa Etna. Anche Acadina, come la Bocca della Verità, sa distinguere il vero dal falso, ma è meno crudele. Basta lanciare un biglietto nelle sue profondità. Se vi è scritta la verità, il biglietto galleggerà sul pelo dell’acqua, in caso contrario andrà a fondo! Nell’antichità si faceva ricorso ad Acadina per dimostrare la sincerità dei giuramenti.
- Scilla e Cariddi. Sono due mostri orrendi, custodi dello stretto di Messina. Vivono tra la costa calabrese e l’isola di Sicilia. Letteralmente, Cariddi significa “colei che risucchia” e Scilla “colei che distrugge”. L’origine di questa leggenda si lega alle violente correnti presenti nello stretto, che a volte raggiungono i 90 Km orari, generando enormi vortici. I marinai che nell’antichità volevano attraversare lo stretto dovevano misurarsi con queste due creature potenti e feroci e difficilmente riuscivano ad avere la meglio su di loro. Anche Ulisse nell’Odissea dovette affrontarle! Cariddi ha una bocca gigantesca e la sua voracità non si si sazia mai: ingoia enormi quantità d’acqua per poi risputarla, creando pericolosi vortici. Scilla era un tempo una bellissima ninfa, trasformata poi dalla rivale Circe in un mostro che latra orribilmente, con dodici piedi, sei colli con altrettante teste e le fauci di ogni testa hanno tre fila di denti!
- La Pettenedda. Si tratta di una vecchia strega, che vive in un pozzo della Saredegna. Maria Pettenedda ha i capelli così arruffati e annodati, che passa tutto il tempo a cercare di districarli con le sue unghie lunghissime e appuntite. I bambini che cadono nelle profondità del pozzo sono condannati a spazzolarla per l’eternità. Perciò non devono mai affacciarsi ai pozzi e, soprattutto, non devono mai sporgersi!
Le leggende popolari, le storie raccontate dalle nostre nonne e bisnonne sono davvero ricche di creature fantastiche. Questi mostri curiosi che hanno popolato i nostri incubi da bambini, forse per tenerci lontani dai pericoli, non smettono di incuriosirci da adulti. E di farci viaggiare con la fantasia in un lontano passato!
Luana Vizzini