Nella foto, in alto: Kalari Payat
In India, in alcune zone rurali, vengono ancora praticate le vecchie arti marziali, le più diffuse sono quelle a derivazione cinese, oltre a queste si pratica ancora la più antica delle danze conosciuta col nome di Bharat-natyam che ha delle analogie col Kalari Payat. Il Kalari Payat è probabilmente di origine asiatica, circa 3500 anni fa’, è un’arte difficile da assimilare, all’apparenza è fluida e aggraziata e facile mentre invece necessita di un allenamento costante e riptizione dei movimenti; è prevista la simmetria perfetta del corpo, delle dita dei piedi dirette leggermente verso l’esterno, e della grazia nei movimenti delle braccia e laterali di mani e occhi. I principi ispiratori di ques’arte sono lo Yoga e la Danza Indiana, Kalari significa addestramento per il campo di battaglia. Parasurana è il saggio indiano che viene indicato come il suo fondatore, su indicazione del Dio Shiva. Ogni spazio dedicato alla pratica ha un suo nome: nedum-kalari,per l’addestramento dei fanti, kurum-kalari,per l’addestramento alla guerriglia, anga-kalari,per i duelli, cheri-kalari,per i trattamenti medici, kodum-kalari ,arte dei punti vitali, pu-thara,angolo sud est del kalari. Gli stili sono tre: il Vadakkan, stile nordico che si basa sull’uso di tecniche di gamba e salti, il Madhya o stile centrale basato sulla meditazione e, il Thekkan, stile del sud dedicato alla circolarità dei movimenti. Come in molte arti marziali e nella pratica sportiva si inizia con l’apprendimenteo delle tecniche respiratorie che sono di quattro tipi: combattimento a mani nude, la lotta con bastoni di bambù,il combattimento con armi,le tecniche segrete per colpire i punti vitali, riservata ai prescelti. Attualmente, le comunità indiane sparse nel mondo hanno prediletto la danza, al momento in Italia non risultano esserci scuole di Kalary Payat.
Giuliano Regiroli