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Judo adattato

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Nella foto, in alto: ragazzo affetto da Sindrome di Down con cintura marrone

Con il termine Judo Adattato si intende quello praticato da persone con disabilità cognitiva e mentale, ed è un’ottima opportunità per sviluppare un senso del proprio corpo anche in rapporto con le altre persone.  Ma, mentre l’handicap fisico ha dei limiti in se stesso, c’è una difficoltà psicologica nell’handicap mentale. La prima considerazione riguarda i differenti casi quali: down e ritardati, caratteriali, psichiatrici, da tenere separati finchè i soggetti abbiano raggiunto un buon livello di integrazione e rispetto dell’altro. Le origini del judo adattato si possono cercare nel 1960, a l’Aia, dove il Maestro Loek Van Hal insegna ad urn piccolo gruppo di ragazzi con disabilità, un judo che si possa uniformare alle loro capacità con il motto che “partecipare è vincere”. Nel 1966, a Grenoble, il Maestro Claude Combe inizia alla pratica del judo quattro persone con Sindrome di Down e altri disturbi associati e nel 1968 ottiene un riconoscimento internazionale al lavoro svolto, da medici e specialisti della disabilità. Nel 1980, in Italia, il Maestro Cesare Barioli del Bu-Sen di Milano, invita il Maestro Combe e i suoi ragazzi a conferenze e incontri per promuovere questo aspetto del judo anche in Italia. Le finalità in ambito educativo sono: lo sviluppo dell’autonomia, il rafforzamento dell’autostima e della fiducia in sé, l’educazione ad un comportamento corretto e leale, l’apprendimento delle nozioni di tempo e ritmo, la gestione della propria energia, l’allargamento delle esperienze relazionali e l’integrazione. Questi riferimenti servono agli insegnanti per misurare il progresso degli allievi nell’acquisizione delle tecniche per effettuare l’attacco, combinare l’azione in base alla reazione dell’altro e raggiungere l’integrazione che permetta l’inserimento tra i normodotati. Generalmente non si disputano campionati tra disabili mentali ma, sembra che in Francia, siano state disputate e vinte gare, mimetizzandosi con immigrati del sud est asiatico.

Giuliano Regiroli

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