Chi l’ha detto che i talent sono solo quelli musicali? In Italia ci sono molti concorsi nazionali di scrittura che si prestano a scovare le nuove promesse dell’editoria nazionale. Veri e propri talenti creativi che fanno della scrittura un veicolo per comunicare emozioni al pubblico che ama leggere e stupirsi. Uno di questi talenti è l’autore veneto Thomas Tolin, classe 1973. Nel 2018 presenta la sua prima opera al Premio Nazionale di scrittura denominato “ Prunola “ nella categoria opere inedite. Le mai pubblicate. Il “ Prunola “ è un concorso indetto dalla casa editrice veneta “ Panda edizioni “ con il patrocinio del comitato “ Dentro al Centro “ città di Castelfranco Veneto, ridente cittadina del nostro Nord Est, nella provincia di Treviso. Partecipa timidamente il Tolin. Lui stesso mi confida, come testualmente riporto nell’intervista qui a seguire “ con un certo imbarazzo. “ Con lo scopo di capire le emozioni che spingono una persona a mettersi a nudo con l’arte della scrittura, invito tramite una mail l’autore a raggiungermi a Milano. Lo scopo è di intuire, capire meglio, le dinamiche che spingono un autore a scrivere un romanzo. A intuire le aspettative che si celano in lui. A capirne i desideri, le ambizioni, i sogni anche. A definire con lui un ipotetico spazio nel quale si muovono successi o fallimenti. Delusioni o conferme di aspettative ambite. L’appuntamento è presso l’Hotel Excelsior Gallia in Milano. L’unica cosa che conoscevo del Tolin era un volto ricavato dai profili social dello stesso e dal sito della casa editrice. Mi si presenta puntuale, ore 19.00 di un martedì qualunque di fine ottobre. E’ stata sufficiente una stretta di mano per intuire da subito che avevo di fronte un uomo gentile e che sarebbe stata per entrambi un’esperienza bellissima. Almeno per me, di sicuro.
D: Grazie di aver accettato l’invito. Da dove nasce la passione per la scrittura Thomas ? (ha voluto che ci dessimo del “ tu “ ed io ho colto l’invito)
R: Nasce da un bisogno di esternare un mare di emozioni che percepivo in me. Ho sempre scritto in momenti in cui non ero al massimo del mio umore. Mi piace considerare la scrittura una sorta di terapia. Ho sempre letto tanto nella mia vita. Io la televisione la guardo pochissimo. Quando sono stanco mi immergo in alcune pagine di un libro ed è come se guardassi un film. Mi ci butto dentro, testa e cuore.
D: Che generi di lettura preferisci ?
R : Non ho un genere in particolare. Diciamo che non leggo il fantasy e i testi a sfondo erotico. Spazio da autori contemporanei di casa nostra come Paolo Giordano o Elena Ferrante a romanzi di autori internazionali come Stephen King o John Grisham. Mi piacciono molto anche le biografie delle vite dei santi della religione cattolica.
D: Curioso? Sei Cattolico?
R: Sì. Sono un cattolico praticante. Ma al di là del mio sentire mi piacciono le storie di queste persone che la Chiesa consacra come coerenti secondo i principi del Vangelo. Mi trasmettono molta forza certe vite.
D: Il tuo romanzo si intitola “ Quale padre “. Di che cosa parla in sintesi?
R: Nella sinossi di quarta di copertina è molto chiara la trama della storia. Il protagonista è un giovane sacerdote , don Tommaso. Un giorno riceve una lettera da Angela, una vecchia amica di infanzia che gli chiede il favore di parlare con il figlio di lei, Francesco. Un ragazzo adolescente che come tutti i ragazzi della sua età sta cercando il suo posto nel mondo. Tommaso accetta l’incontro ma prima deve fare pace con un passato ingombrante che lo tormenta da sempre. La storia si svolge tra San Martino di Lupari, il paese nel padovano dove risiedo e il lago di Como. Mi piace molto il promo che la mia casa editrice ha messo in internet riguardo il mio Romanzo : tre amici. La vita li allontanerà, ma non sarà per sempre.
D : Perché tre?
R: Perché nella Vita di Angela e Tommaso c’è anche Riccardo, un giovane che muore in circostanze misteriose. Tommaso lo definisce l’alfa e l’omega della vita sua e di quella di Angela. Di conseguenza anche del giovane Francesco. “ Quale padre “ è una storia che scuote gli animi ed emoziona molto. Catapulta il lettore in un mondo di emozioni riconducibili alla quotidianità di ognuno di noi. E’ una storia che crea nel lettore dubbi e allo stesso trova soluzioni. Parla di vite che potrebbero essere tranquillamente le nostre. La giuria l’ha definito un romanzo intimista ed emozionale. Nelle prime recensioni ho letto infatti che emoziona; uomini e donne alla pari e questo secondo me è la vera forza del testo. Vibrante e passionale l’ha definito il mio editore, il dott. Andrea Tralli.
D: Hai ricevuto la Menzione d’onore della giuria ?
R: Esatto. Ma non io. Il romanzo ha ricevuto l’unica Menzione d’onore della giuria per la categoria opere mai pubblicate. Gli inediti. Da autore lascio volutamente spazio al testo. È lui che merita di entrare nelle case degli italiani, non io. Io mi voglio considerare un canale e mi piace pensare che siano i personaggi che abbiano scelto me. Non io loro. Loro mi hanno scelto come “ utero gestazionale “ su cui prendere forma e venire alla luce.
D: Quanto di Thomas c’è in Don Tommaso?
R: Nessuno riesce a scrivere qualcosa di cui non ha fatto esperienza. E’ impossibile a mio avviso. Come sono solito dire alle interviste, tutti i personaggi hanno qualcosa di me. Gli uomini come le donne. I giovani come i meno giovani. Nel romanzo si intrecciano saghe famigliari che conducono ad un unico grande cerchio. I tre amici appunto. Comunque non è una mia biografia. Ripeto, sono i personaggi che mi hanno scelto per dare loro un volto, un nome, un passato e un presente fatto di loro stessi.
D: Che aspettative hai dal mercato italiano con questo romanzo ?
R: Sinceramente avevo ed ho due desideri riguardo al romanzo ed in parte uno si è già avverato ovvero è un libro che trasmette emozioni. Non per ultimo ho sempre detto a mia moglie Giulia che se anche una sola persona dopo aver letto il libro facesse sua l’idea che non è mai troppo tardi per essere felici, allora” Quale padre “ avrebbe già trovato il suo senso d’esistere. Dal punto di vista delle vendite non mi pongo obbiettivi. Resto a guardare.
D: Mi viene da chiederti come mai un prete come protagonista…
R: Il dottor Oscar Miotti, vice presidente dell’ordine degli psicologi del Veneto, che ha stilato la postfazione del libro ha scritto che ho avuto coraggio di parlare di preti in un momento in cui la chiesa è sotto torchio. Questo coraggio io l’ho visto poi, non mentre scrivevo. Ho un’enorme rispetto della categoria che non avrei mai scritto nulla per denigrarla. Con il mio romanzo emerge un ragazzo di trentacinque anni che fa il prete e che non per questo è immune dalle emozioni di un uomo. Emozioni fatte anche di pulsioni sessuali. Il mio don Tommaso ha voglia di masturbarsi e gli piacciono le donne ma ciò non aggiunge o toglie nulla alla bellissima persona che lui è. Se ha delle pulsioni è un affare tra lui e Dio. Non spetta a me giudicarlo.
D: un prete moderno insomma?
R : non direi moderno perché a suo modo etichetta. Direi normale. Lodevole il suo lottare per essere coerente con la promessa fatta a Dio e alla comunità il giorno della sua consacrazione.
D: Come è cambiata la tua vita da quando sei un personaggio pubblico ?
R: Non mi sento tale. Vero è che , soprattutto in paese dove abito, la gente mi ferma e si congratula. L’altro giorno una signora è venuta a casa mia per una dedica e un autografo. Questo mi fa piacere ma non mi definisco personaggio. Mi piace semmai definirmi usando le parole di un collega scrittore della scuderia Panda che ha stilato la prefazione, lo scrittore Alessandro Coppo : Una persona adulta che scrive perle di pensiero pronte a sbocciare nei cuori del lettore fosse solo per dare vita ad una minuscola margherita.
D: A livello di tempo e di energie, come unisci la tua professione attuale con gli impegni del tour promozionale?
R: Da molti anni collaboro con una azienda , la ” Belmonte Camicie ” con oltre cento punti vendita e mi occupo di formazione del personale e della gestione delle stesso. Tutte le persone che incontro a lavoro sono da sempre da me vissute nell’ottica dell’opportunità per completarmi a livello umano. Il vissuto di ogni mia collega è fonte essenziale per la mia creatività di consulente e di scrittore. Non sarei me stesso senza le relazioni che instauro nel mio quotidiano. Il tour è previsto nei fine settimana quindi procedo ponendo separate le due cose a livello di tempistiche. A livello di emozioni no. L’uno arricchisce l’altro e viceversa.
D: Cosa ti senti di dire a coloro che vogliono presentare un proprio inedito ad un concorso letterario?
R: Di non sprecarsi. Di non chiudersi per paura del giudizio o del fallimento. Nessuno fallisce se il motore è il cuore. Poi mi sento di dire loro di lasciare a “ Dio fare Dio”. Lui non sbaglia un colpo (e lo dice con uno sguardo carico di bene e di gratitudine verso la vita cha a suo dire non smette mai di stupirlo).
Questi sono i talenti di cui l’Italia ha bisogno.
Giuliano Regiroli