Siete ancora lì? Vi siete riposati? Volete sapere come prosegue l’evento? Dai che vi accontentiamo tutti e andiamo avanti con il resoconto della serata, tenetevi forte che ripartiamo!
Ed eccoci al quinto match: Mirko Mori contro Nick Lenders. Si inizia con una specie di valtzer, coi due avversari che vanno in giro per il ring roteando leggiadri. Finita la danza inizia la musica. Il ritmo è incalzante, frenetico, ognuno dei due prova e riprova mosse e contromosse, ma nulla va a segno. Passano quasi quattro minuti e ancora hanno entrambi il piede sull’acceleratore pigiato a tavoletta. Ma come fanno? Chiunque altro sarebbe già col fiatone e la lingua di fuori! E non solo veloci: precisi, tecnici, puliti nelle movenze, non c’è un tentennamento, non c’è un’esitazione. Si scontrano in aria con la violenza di un kamikaze intercettato dalla contraerea. Ecco comparire la prima sedia in mano a Mori, e per il momento Lenders le prende e basta. La sequenza termina con un crossbody stratosferico a cinque stelle, che poi sono quelle che vede il nostro Goleador dopo un impatto così micidiale. Adesso si invertono le parti: Mori tenta un volo dalla terza corda ma viene intercettato da una sediata tremenda. Lenders lo acchiappa e gli tira un vertical suplex into release side slam con trivellazione petrolifera compresa nel prezzo. Poi decide di fare una frog splash a rate: per ora atterra su un solo braccio, magari domani atterra sull’altro e un’altra volta su Mirko tutto assieme. Ora decide di impacchettarlo per riporlo in una qualche scatola a noi invisibile, e siccome le dita non ci stanno cerca di staccargliele a morsi. Ma che sia idrofobo? Poi lo spinge giù con una sediata tremenda. Come ci insegna la meccanica di precisione: se non si incastra, prendilo a calci e vedrai che ci entra. Non ci sta neanche il braccio? Vabbè, stacchiamo pure quello! Porca miseria, ma come l’hanno avvitato, questo braccio, che non viene via? Ecco la rata finale della frog splash: stavolta atterra su tutto il Mori assieme.
La sedia è un tantino sgangherata? Dai che c’è il Black Friday: se la rottami te ne diamo una nuova! E allora Lenders molla la seggiola e ne estrae un’altra da sotto il ring, bella nuova. Solo che continua a combattere con quella vecchia… Mah, che strani gusti. Mori reagisce e parte alla carica con due piroette che la centrifuga della lavatrice gira più piano. Pelé sarebbe orgoglioso di un simile calcio in rovesciata che centra la zucca di Lenders. Dopo aver reso onore al calciatore brasiliano, ecco che commemora il defunto Chris Benoit con una crippler crossface mica da ridere. Landers se ne libera toccando le corde col piede e, appena rialzato, ecco che trova modo di impattare il povero Mirko sulla sedia piazzata all’angolo, tra la seconda e la terza corda. Un vertical suplex non chiude la questione. Mori finisce giù dal ring e dopo una serie di reciproche chop, mette a sedere Lenders, prende la rincorsa facendo un giro in velocità attorno al ring e gli zompa su con un crossbody notevole e alquanto coreografico. Dato che era in funzione il multavelox, gli verrà recapitata a casa la multa di centosessantanove euro e gli verranno decurtati tre punti dalla patente. Una volta tornati sul ring continuano a menarsi senza un domani come in una bolgia dantesca. E adesso scopriamo che comunque uno sputo in un occhio “colpisce”: fa più male e provoca una reazione più violenta più di tutte le sventole tirate finora. Mirko replica all’offesa con ventisette sberle tirate ad una velocità tale che abbiamo dovuto rivedere il filmato tre volte per riuscire a contarle. Finite le sberle e una serie di calci terminate in una elbow al collo, anche stavolta lo schienamento però non riesce. Mori riparte alla carica con un enziguiri, ma Lenders sorprende tutti tirandogli una canadian destroyer che per quant’è bella dovrebbero dedicargli un monumento in piazza. Il pubblico grida “This is awesome” in preda ad un’estasi mistica come se sul ring fosse apparsa la Madonna. E adesso? E adesso eccoli lì con una sedia ciascuno che si sfidano a singolar tenzone come cavalieri medievali. Mori para una sediata con la mano destra, che se gli è rimasto un ossicino del mignolo intero è già un miracolo. Si becca un enziguiri tirato basso e reagisce con una lariat che si sente l’eco di Lenders che cade giù per le due settimane seguenti. Una piccola parentesi di fighting spirit per riprendere fiato, porelli tutti e due, poi il Goleador tira fuori altre due sedie e le posiziona insieme alle altre, unite tra loro. Che vuol fare? Il capolavoro della serata! Mori sfrittella su quella traballante costruzione il povero Lenders con una texas piledriver (con caduta sulle sedie). La sala esplode con un boato di gioia del pubblico, lo spread scende sotto i duecento e l’euro raddoppia il suo valore sul dollaro. Ma ancora tutto questo non basta a Mori per chiudere il match! Lenders deve aver davvero contratto la rabbia perché la sua fase azzannatoria continua e si libera della crippler crossface di Mori mordendogli una mano. Un low blow e un’ultima grandinata di sediate di cui l’ultima sulla zucca, e il Goleador si aggiudica il pin finale. Morale della favola? Vaccinatevi o se doveste incontrare Lenders sul vostro cammino potreste contrarre il virus anche voi.
Sesto match: la parentesi comica della serata. Jesse Jones contro Taurus.
Jones deve combattere ma non si sa ancora esattamente contro chi. L’avversario viene scelto con un sorteggio estraendo il nome dal cappello. Il pubblico, ovviamente grida a gran voce “Tau-rus, Tau-rus”, visto che l’altra volta è stato meglio delle comiche di Stanlio e Ollio. Chissà che nome viene estratto? Mah, uno a caso: Taurus. Naturalmente Jesse non ne vuole sapere di salire con un avversario del genere e il pubblico lo schernisce a suon di “Coniglio! Coniglio!” È salito da due secondi circa quando l’arbitro ufficiale Manuel El Gringo viene tirato giù di prepotenza dal ring. È Sonny Vegas che ce l’ha con lui, e lo sbatacchia qua e là mettendolo fuori combattimento in un lampo. Gli frega la maglietta e se la infila lui, arrogandosi il diritto di arbitrare l’incontro. Ovviamente a modo suo, per favorire sfacciatamente Jesse Jones. Inizia controllando dentro l’attire di Taurus che non contenga oggetti contundenti dicendo: “non puoi essere così grasso”. Dal pubblico, una voce replica: “E tu come fai ad essere così brutto?” Suon a la campana d’inizio. Jones costringe Taurus in ginocchio e appena quello si abbassa gli strofina in faccia il deretano. Taurus si rialza e si prepara a choppare Jesse, ma Sonny interferisce e lo blocca. Jones atterra nuovamente il colosso e lo stordisce con una enziguiri, ma nonostante un conteggio straordinariamente veloce di Sonny, Taurus si rialza in tempo. Riprova a sottomettere l’avversario chiudendolo all’angolo e puntandogli un piede alla gola, ma Sonny interviene ancora e ammonisce Jesse dicendogli che “non può fare così”… e mentre lo dice cerca di schiacciare Taurus sulle corde appoggiandosi su di lui con tutto il suo peso. Taurus lo spinge via ma torna Jesse e cerca di strangolarlo con il collo posizionato sulla seconda corda. Dato che è una mossa illegale, Sonny manda via Jesse… ma si siede sulla schiena del colosso continuando lo strangolamento. Ne segue un altro conto di due in mezzo all’ilarità irrefrenabile del pubblico. Taurus disintegra Jones con una zuccata terrificante, una avalanche express e un side slam che riducono il poveretto ai minimi termini. Schienato. Il pubblico conta almeno fino a quarantatre ma l’arbitro in questo caso è distrattissimo e non vede e non sente nulla. Quando finalmente si decide ad intervenire, Jesse ormai si è ripreso e si rialza. Per poco. La Montagna che Cammina lo solleva e lo stritola fino a fargli perdere i sensi. Sonny gli mette in mano un pezzo di corda e dichiara che essendoci oggetti proibiti, l’altro debba comunque mollare la presa, e così accade, tra le risate ormai fragorose di tutto il pubblico presente.
Taurus allora fronteggia Sonny con atteggiamento minaccioso, ma quest’ultimo svicola via con nonchalance. Il gigante scende a riacchiappare il suo avversario. Questi si sottrae ad un ceffone stratosferico e corre a rifugiarsi in una della casette del softair da dove lancia in faccia a Taurus tutto quello che ci trova all’interno, finendo con l’accecarlo spruzzandogli negli occhi chissà quale liquido contenuto in uno schizzetto. Nemmeno nei film di Aldo Giovanni e Giacomo abbiamo sentito ridere così a crepapelle e così a lungo. La pantomima convince, è recitata alla perfezione e i personaggi sono perfetti nei loro ruoli. Lo schizzetto finisce tra le mani di Sonny mentre i due atleti tornano sul ring. Il colosso tenta una chockeslam, ma ora è lo stesso Sonny a mirare agli occhi con lo schizzetto impedendogli di portare a termine l’azione. In questo modo è Jesse che riesce a buttare giù Taurus, ma anche stavolta nonostante il conteggio frenetico di Sonny, il gigante evita il pin di tre. Jesse ora tenta l’impossibile: un suplex. See, ciao! Nemmeno se ti fai venire l’ernia! Comprendendo l’inattuabilità della cosa, ecco che Sonny si affianca al compare ma nemmeno in due riescono a sollevare la Montagna che Cammina. Si riparte con la chockeslam che prima era stata interrotta, e le risate proseguono genuine, fragorose e spontanee quando Sonny, al conto di due, simula un crampo al braccio evitando di battere il tre. La vendetta di Taurus: acchiappare Sonny e chockeslammarlo sopra Jesse. Frogsplash. Acchiappare il braccio di Sonny e fargli battere il pin mentre è nel mondo dei sogni. Giustizia è fatta! Viva la Repubblica, viva L’Italia.
Settimo ed ultimo match: Morgan Webster & Wild Boar Mike Hitchman vs Tenacious Dalla & Miroslav Mijatovic (TMZ).
Wild Boar con la maschera, è bruttissimo. Quando se la toglie, ancora di più! Ma allora esiste un wrestler più brutto di Marlow! Credevamo fosse impossibile, e invece anche stavolta ci siamo superati. (Certo che anche Morgan non scherza, eh?)
Partono Wild Boar e Mišo Mijatovič. Mišo tenta una surfboard stretch, ma rimane solo un tentativo. Si alternano mosse e contromosse fino al tag, in cui entra Tenacious Dalla contrapposto a Morgan Webster. Dalla comunica al rivale che è un pezzo di merda, Webster gli dice che i suoi capelli sono “mammamia!” Detto questo, si inizia con armdrag a gogò seguiti da una bizzarra danza su di una gamba sola perché l’altra ce l’ha in mano il reciproco avversario. A sorpresa entrano gli altri due compagni di tag e succede un macello. Mišo e Webster organizzano uno strano duello a colpi di manate qua e là, poi il nostro Lama dei Balcani (inteso come coltello e non come santone) viene usato come ariete per cozzare sul petto di Tenacious , e visto che il pubblico strilla “one more time”, accontentiamoli, no? E poi? Usiamo anche l’arbitro? Ma sì, almeno si rende utile anche lui! E adesso via tutti che c’è la consueta strage delle innocenti sedie, che a confronto re Erode era un principiante. Poi c’è la sagra della choppa, e choppa tu che choppo anch’io, e finiscono a chopparsi Mišo e Dalla tra di loro. In pratica c’è tutto il repertorio in versione sia drammatica che comica, e la faccenda è accattivante davvero. Tutto e tutti sono coinvolti, tutti sono attori e spettatori al tempo stesso, protagonisti e comparse, pubblico e regia. Questo è quello che ci fa amare il wrestling sopra tutti gli altri sport: ti coinvolge. Sei parte dell’azione. Pensate che bello se Indiana Jones uscisse dallo schermo e venisse a combattere in casa vostra, inseguito dai tedeschi tra il salotto e la cucina. Il cinema in tre D? L’abbiamo già inventato noi! E un coro a squarciagola di “This is awesome” è la giusta reazione ad uno spettacolo del genere. Tenacious sale sul ring giusto il tempo di un pescado e torna giù. Risalgono tutti. Tenacious tira un legdrop a Morgan e Mišo va per lo schienamento. Cominciano a litigare tra loro due e ogni volta che cercano di tirarsi un ceffone l’altro si sposta e becca Wild Boar. Anche se gli cambiassero i connotati non potrebbe che migliorare, quindi lasciamoli fare. L’enziguiri di Dalla su Webster è fenomenale, altissimo e preciso e un dropkick in sincronia su entrambi gli avversari è la ciliegina sulla torta. Ora parte all’attacco Wild Boar su Mišo e gliene suona tante ma tante. Morgan dà il cambio al compagno e continua l’opera di demolizione. Una standing imploding 450° Splash non basta a schienare Mijatovič, e allora provano a strozzarlo sulle corde. Una nuova sagra della choppa, e appena il balcanico va a terra, Boar gli bodyslamma Morgan addosso come un’arma impropria per poi rifilargli una serie di pugni nello stomaco. Rientra Dalla come una furia scatenata e – che bello, che bello – gli tira una deja vu che è una delle nostre mosse preferite. Quella che di solito chiamaiamo “Rock‘n’roll” perché sembra, per l’appunto, un passaggio di rock’n’roll acrobatico. Morgan comunque evita che Boar venga contato. Ora i due inglesi tirano una zuccata in sincro sul petto degli avversari e li sorprendono con un german suplex stereofonico. I due italici rampolli stramazzano ognuno ad un angolo diverso, e qui subiscono la carica della cavalleria nemica: Boar si lancia su Tenacious prima con una spear che abbiamo sentito male anche noi e una cannonball che i Pirati dei Caraibi non ne tirano di così belle, poi acchiappa Mišo e gli tira una powerbomb. Tenacious organizza un choppamento generale ma viene interrotto da una emerald fusion con contorno di calcione, ma non cede neppure se il pin viene battuto mentre è sotto entrambi gli avversari. Tra mosse e contromosse, Dalla si scansa in tempo e la spear di Boar arriva su Morgan. A questo punto un bel superkick sul muso di Boar e Tenacious si aggiudica finalmente l’incontro.
E anche questo show è arrivato al termine. se prima sembravano tutti cattivi, adesso diventano tutti buoni e si fraternizza col pubblico. Magliette, merchandising, maschere, collanine, fotografie di tutti con tutti. E poi si riordina, si smonta tutto ciò che è smontabile, si caricano i furgoni, e prima di andare tutti a casa c’è la giusta parentesi di sigaretta per chi fuma e riempire lo stomaco a dovere perché ormai abbiamo fame tutti quanti. Meno male che fuori ci aspetta il baracchino con la polenta e ci strafuchiamo come se fosse l’ultimo pasto prima della carestia.
E a questo punto la Erika Corvo ringrazia di cuore perché prima di scoprire il wrestling italiano non se la passava tanto bene con la salute, e invece adesso si gode la vita e si diverte come una scimmia su un albero di banane. Ringrazia chi l’ha sostenuta e chi l’ha denigrata. Soprattutto questi ultimi, che le hanno dato la grinta per combattere ancora e non mollare mai. Forse è questo il motivo per cui vuole bene a tutti. E per lei è una tappa importante: arrivare al traguardo dei sessanta tirando le tre e mezza di mattina in mezzo ai ragazzi, mangiando polenta col cinghiale in un chioschetto all’aperto in abiti leggeri, in una notte piovigginosa di novembre, tornare a casa e addormentarsi col sonno degli innocenti… Direi che il destino ha lasciato vincere una cintura anche a lei. Questo piccolo miracolo lo deve al wrestling e a tutti voi. Lo dice spesso: le avete regalato dieci anni di vita.
Grazie come al solito al Dottor Birrachiara per la consulenza tecnica e la pazienza senza limiti.
Erika Corvo