Ed eccoci qui un’altra volta a prendere treni e fare viaggi tra un ring e l’altro, di federazione in federazione, di città in città, per quello che alcuni definiscono uno sport, alcuni intrattenimento, e per noi è comunque vita, cuore, anima e soffio vitale. Il tempo è bello, e per essere dicembre non fa affatto freddo. Gli alberi sono spogli ma la campagna è ancora tutta verde. Tre giorni di aspirina non sono bastati a farmi passare l’influenza, e fiumi di collirio non hanno ancora debellato la congiuntivite che ne è derivata. Portare le lenti a contatto, oggi è un vero fastidio, ma sempre meglio degli occhiali. Arriviamo in perfetto orario e ci auguriamo sia una bellissima giornata. Qui si sta bene, fa quasi caldo. La prima cosa da fare è trovare la stanza dove pernotteremo e lasciare borsa e bagagli. Mi accompagna Big Marcus, sempre un perfetto gentiluomo. Il monolocale è delizioso e si rivela perfetto per le nostre esigenze: staremo benissimo. Torniamo al palazzetto per conto nostro prendendocela davvero comoda, facendo un giro per Rapallo. Povera cittadina, è ancora devastata dal recente tornado e il porto è ancora un vero macello, pieno di gru, macerie e barche semiaffondate. Ci spiegano che non vanno a fondo del tutto perché sono tutte accatastate una sopra l’altra.
Sotto il pelo dell’acqua è pieno di relitti fino al fondo. Che disastro! Ma dal lato dell’entroterra è tutto uno sfavillìo di luci e vetrine addobbate per Natale con il meglio in bella mostra. Adesso è proprio ora di rientrare. C’è una pizzeria all’angolo della strada e faccio portare delle pizze che mangeremo tutti assieme. Ora è tempo di chiacchiere e pubbliche relazioni. C’è Frank Basilico che adesso sembra Kit Carson con tanto di giacca a frange e cappello da cowboy, e ci racconta di avere in progetto un’associazione animalista. C’è Sami Grayson che oggi compie 32 anni, e siamo liete di portargli un presentino per tutte le gentilezze che ha sempre nei nostri confronti. C’è Mirco Majavacchi che ci racconta del suo nuovo lavoro, e più tardi veniamo a sapere di un secondo figliolino in arrivo, previsto per marzo. Auguri! La bella Charlie, novella sposa col marito Backslash, che prepara il tavolo del merchandising. Il Dottor G, Gemini, Violent Joe. Sorpresa, ci sono anche Kronos, AB Knight e l’arbitro Cesana della FCW di Pero, in trasferta. Kronos ci mostra, tutto orgoglioso, le foto ecografiche della sua bimba in arrivo. Tanti altri atleti arrivano man mano, alla spicciolata. Scambiamo due chiacchiere con Fil Bane, il greco, che vediamo per la seconda volta, e facciamo conoscenza di tutto il clan Grayson – persone belle, semplici, adorabili – fino al terzo grado di parentela. Siamo a casa, insomma.
Il lavoro di preparazione e allestimento della sala, qui, ha un che di biblico. Il pavimento è in parquet, quindi, per non rovinarlo, è stato ricoperto di tavole di legno, in file di dieci tavole per quindici file. Quanto cavolo ci avranno messo a posarle tutte, e quanto ci si metterà a riporle via tutte, una volta terminato lo show? Backslash ci fornisce una copia della card e dopo averle dato una scorsa non possiamo fare a meno di immaginare che bello spettacolo ne possa venire fuori. Ultimi ma primi in importanza, arrivano anche i soccorritori con tanto di ambulanza parcheggiata fuori, sperando di non averne bisogno. E adesso manca solo il pubblico. Arrivano! Tanti! Belli, gioiosi e pimpanti, di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Magnifico! Secondo noi, entro pochi anni avremo i palazzetti gremiti. Il wrestling è bello!
Iniziamo?
Primo match: Il Prescelto contro Backslash.
Backslash parte sgommando con una crucifix pin. Il Prescelto lo chiude all’angolo e cerca di farne marmellata, ma l’altro gli sguscia via di tra le mani e gli reversa ogni tentativo di azione. Un calcione in mezzo ai cosiddetti non sarà una mossa elegante, però di solito è alquanto efficace. Ora il Prescelto carica una powerbomb ma con l’intervento della bella Charlie, Backslash riesce a svicolare via anche stavolta. Quando tenta nuovamente di caricare una mossa, l’atleta mascherato lo solleva e lo spedisce a dall’altro lato del ring lanciandolo via con la sola forza delle braccia. Un sano e geunino ceffone e adesso la bodyslam gli riesce. Un avversario senza arti può essere meglio? Mah, prova a sbriciolargli radio e ulna da ambo le braccia saltandoci sopra, e prosegue anche con fibula e perone su ambo gli arti inferiori. Vi abbiamo trasmesso “ER, medici in prima linea, una notte in pronto soccorso”. Backslash prega Gesù Bambino ed eccolo rialzarsi, miracolato e in piena forma pronto ad approfittare della minima distrazione del rivale per piazzare una tornado DDT. Nuovamente il Prescelto tenta di caricare un’altra mossa e per l’ennesima volta l’altro gli sguscia via. Mah, lui sarà anche il “Prescelto” ma l’altro sembra “l’Unto del Signore”, da tanto che è scivoloso. Oppure, in una vita precedente era un olio lubrificante per auto e adesso gli sono rimasti solo i colori. Una breve parentesi su e giù dal ring e il Prescelto viene schienato con un rollup, e il colmo è che non sia riuscito a… carburare!
And now, ladyes and gentlemen, Pyro versus Doctor G! Secondo match!
Stasera il Dottor G non indossa il canonico camice ospedaliero verde ma si presenta in completo nero. Cerca subito di darsi da fare ma sembra che Pyro sia dotato di forza sovrumana: i due si afferrano per le mani per il clinch iniziale intrecciando le dita, Pyro gliele strizza cavandogli un urlo di dolore, lo solleva a braccia tese e lo butta giù soltanto per tirarlo di nuovo su e ripetere la cosa. Poi lo chiude all’angolo e lo riempie di sganascioni terrificanti. G si lancia dal top turnbuckle mancando clamorosamente il bersaglio. Pyro toglie il cuscinetto da una fila d’angolo e ci scaraventa l’avversario che va giù secco e scappa via dal ring appena si ripiglia. Già che è lì, fruga sotto le minigonne e tira fuori una sedia bella impacchettata e infiocchettata. Scartato il regaluccio e per controllare che Babbo Natale gliel’abbia portata di buona qualità la prova sulla schiena di Pyro. Poi sul ginocchio. Sull’altro ginocchio. Ci incastra dentro un piede. Sì, la qualità sembra soddisfarlo, per il momento la può accantonare. Ma anche Pyro vuole scartare il suo regalo, e guarda guarda, pure per lui una bella sedia! Ne approfitta subito per schiantarla sulla schiena del dottore in modo che possa capire che la sperimentazione sugli esseri umani non è una bella cosa. E ne sembra così convinto che appena Pyro torna a brandirla lo sgambetta in modo che sbatta il muso sopra e se ne convinca anch’egli. Ora il Dottor G scarta un altro regalo e ci trova dentro un bel bastone da passeggio camuffato da bastone di zucchero. Dopo un paio di sane legnate lo usa per arrotolarci sopra le gambe del suo antagonista, salvo cambiare idea poco dopo e gettare via tutto. Allora decide di stenderlo su una barella e si prepara a lanciarsi dalla terza corda, ma Pyro scende tranquillamente se ne va.
Già, guardando la WWE in tv ci siamo sempre chieste perché mai uno debba stare lì fermo a prenderle invece di andarsene via? Doc salta ugualmente ma invece di suonarle, le prende. Pyro si allontana per andare a prendere e scartare un altro regalo. Cosa mai potrà esserci dento ad un incarto cilindrico formato un metro e mezzo per uno? Un bel bidone di quelli per il petrolio greggio, sano e robusto! E pam! Il bidone fa conoscenza con la schiena di Dottor G. Una rocket launcher serve a fargli sbattere anche la zucca. Glielo infila sopra come fosse un bel vestito (ma sì, dai, gli cade a pennello!) e lo prende a sediate. Ma quando Doc se ne esce fuori trova il modo di mandare a sbattere anche Pyro sul bidone, che diventa una frittella. Scendono dal ring e stavolta l’oggetto contundente usato dal Dottore è l’alberello di Natale che si trova sul tavolo dei commentatori, con tanto di tentativo di strangolamento mediante le decorazioni a nastro. Ma a Natale non dovrebbero essere tutti più buoni? Hannibal Lechter rispose: “Mah, dopo cena ve lo faccio sapere”. Risalgono sul ring. Dottor G va a segno con un superkick, l’altro lo agguanta e lo frulla con una F-5. E che succede, adesso? Che Pyro porta su una barella a cucchiaino, ci lega sopra il Dottore come un salame, e ovviamente l’arbitro batte il pin finale.
Sapevate perché si dice “raccogliere qualcuno col cucchiaino”? Proprio per via del nome di questo tipo di barella, che in caso di paziente talmente a pezzi da non poterlo muovere e tantomeno sollevare per portarlo via, gli si fa scivolare sotto questa struttura smontabile, la si incastra sotto di lui e solo così lo si può trasportare in ambulanza.
Andiamo col terzo match della serata, un match di coppia: Violent Joe e Big Marcus contro Jean Criss ed AB Knight.
Iniziano Violent Joe contro Zean che viene bodyslammato così bene da chiamare subito in causa il compagno di tag AB. Per il team avversario entra Big Marcus, e ci vuole davvero pochino perché acchiappi AB Knight e ne faccia una piadina con un sideslam. Povero AB. Magari si chiama così per via del suo fisico ridotto all’essenziale, diciamo all’ABC. Anzi, a vederlo contro Big Marcus, all’AB e basta, senza neanche la C. C’è da dire che comunque le prova tutte per far crollare il colosso Marcus, che peserà almeno quattro o cinque volte lui. Ritorna Jean che decide di lavorare sulle gambe del gigantesco Marcus. Ma il colosso non lo fai fuori così in quattro e quattr’otto: solleva Zean come un fuscello e lo appiattiscre con una facebuster big ending. Rientra AB giusto per beccarsi una spinebuster e un elbow drop da Violent Joe, ma appena questi si distrae va giù con una DDT di AB, che aggiunge così qualche consonante a tutto il suo insieme. Magari la prossima mossa compra una vocale. Potrebbe essere un momento magico, ma si perde in chiacchiere col compagno di tag. Cercano insieme di avere la meglio sull’avversario ma la disparità è tale e tanta che devono essere in due solo per piazzargli una snapmare. Calcione in stereofonia e il duo “Weightwatchers” ha un battibecco. Allora dev’esser vero che la fame mette di malumore! Jean acchiappa la zucca di Joe e cerca di tramortirlo con una serie di testate sull’angolo e cerca lo schienamento non appena questi va giù, ma sull’addome di Violent sembra un gattino seduto sulla cupola di San Pietro. Tenta una sleeper hold ma desiste e continua il battibecco con il compagno, ancora fermo all’angolo. Prova allora con un crossbody… see, domani! Joe lo afferra al volo e lo spatascia giù come un pomodoro lanciato dal quarto piano con una flapjack di quelle toste. Nuovo cambio, tornano AB e Big Marcus. Quest’ultimo attacca con una serie di avalanche e il suo povero avversario cambia nome e da Knight diventa Kraft come le sottilette. Jean interviene evitando lo schienamento ma l’arbitro lo rimanda al suo angolo. AB ci riprova con un crossbody inutile come il precedente, ma almeno stavolta mette a segno un enziguiri, e finalmente Marcus cade. Appena si rialza lo atterrano di nuovo, stavolta con una combo, ma il loro bisticcio continuo fa sprecare loro una buona occasione. Marcus si rialza e li butta giù entrambi con una lariat. Riecco Violent Joe e ci manca poco che sfrittelli Jean con una powerbomb: questi gli scivola via e sempre bisticciando, dalle parole si passa ai fatti. Ora è proprio Jean a sollevare AB e spiattellarlo giù con una crucifix bomb. AB è alla zeta. Arriva Big marcus, lo solleva e Joe lo finisce con una heart attack. Fine del match e anche dell’alfabeto.
Ora c’è la pausa, e ne approfittiamo per mangiare, bere, fumare, chiacchierare, dire, fare, baciare, lettera e testamento. E poi si ricomincia!
Oh, ecco una parentesi greca. Quarto match: Fil Bane contro Gianni Verga.
Il match lo apre l’ospite straniero con un dropkick bello alto, cui Verga risponde con un armdrag, un hiptoss e una spinning sidewalk slam. Il greco applica un figure four alle gambe di Verga e un bodyslam dietro l’altro, che non fanno mai male. Il Gianni nostrano fa un bel sunset flip, l’altro lo ripaga con un silver spoon DDT e un vertical suplex. Gianni torna all’attacco con un paio di lariat e un back elbow ma niente di fatto. Bane va a frugare sotto al ring e se ne torna su con una bella sedia, l’arbitro Cesana gliela sequestra, ma mentre quello è distratto, Verga mette in atto una spinebuster di quelle potenti che si potrebbe contare almeno cinque o sei pin. Ovviamente, quando Cesana si ripiglia e arriva per contare, Bane rialza la spalla. Va per un lionsault, ma siamo sempre lì: se ci metti due giorni, l’altro si sposta e tu infili il naso nel ring. Bane lo tira su, e gli appioppa una bellissima style clash. Serve altro? No, grazie, a posto così. Din, din, din! Bane is your champion!
Ullallà, per il quinto match adesso salgono sul ring il lungochiomato Sami Grayson contro Dylan Rose, che di chioma ne ha tanta anche lui ma per combattere preferisce tenerli legati.
Sarà che i colossi fanno tanta scena e sono dotati di potenza fuori dal comune, ma non abbiamo mai fatto mistero che a noi piacciano quelli piccolini, veloci e scattanti, agili e acrobatici. Piccolini, questi due non lo sono per niente, ma tutto il resto abbonda! Chiaramente questi sono gusti personali, e ognuno ha i suoi senza togliere niente a nessuno! Il dropkick di Sami è sempre di un’elevazione spettacolare. Poi prosegue l’azione con un armdrag e una headscissor bella bellissima. Si lancia fuori ring per un crossbody ma Rose lo intercetta e lo spedisce conto il paletto. Lo riporta sul ring e lo malmena un po’: snapmare, calcioni nella schiena, bodyslam, kneedrop. Sami cerca di reagire con uno spinning kick ma va a vuoto e Dylan lo rollappa (voce del verbo rollappare) e lo enziguireggia (voce del verbo enziguireggiare). (Vabbè, dai, licenza poetica) Poi improvvisa una cosa strana che quando lo incontreremo ancora ci faremo spiegare come abbia deciso di chiamarla. Ma le belle cose che Rose ci mostra non finiscono qui: una Gory special non è che si veda poi spesso, eh? Un suplex lo vediamo spesso ma non si rifiuta mai, come il caffè. Sami si ripiglia e piazza un crossbody e una swinging neckbreaker. Non male, ma Rose riprende il controllo, intercetta al volo un crossbody con un dropkick da contraerea e lo atterra con una shiranui. La running knee di Sami si chiama Rea Palus ( che è il nome latino di Rapallo). Visto che è Natale la tira fuori dal sacco di Santa Klaus e lo butta giù (Rose, non Santa Klaus) cogliendolo di sorpresa e one, two, three, ecco che Sami rimane con la sua brava cintura di campione italiano IWE. Bravi, bravi e ancora bravi!
E arriviamo al sesto ed ultimo match della serata: Gemini contro Fabio Ferrari, contro G-King, contro Kronos.
Bel quartetto, vediamo che combinano! Inizia Gemini prendendo a sganascioni G-King. Appena lo atterra, però iniziano a litigare perché, guarda un po’, vorrebbe anche schienarlo. E gli altri due, allora, che son venuti a fare? Mentre discute con Kronos, Ferrari ne approfitta per un elbow drop, un uppercut e altre cosucce. Ma anche lui, quando tenta di schienarlo viene interrotto da Kronos. Adesso è lui a legnare il povero G- King con avalanche e dropkick che piazza bene nonostante la stazza. Diventa un tormentone: appena uno tenta lo schienamento intervengono gli altri due. Ora è Ferrari che bodysalmma King e gli tira un legdrop. Poi sembrano mettersi d’accordo e lo suonano tutti finché da G-King diventa G-Chi?, che non sa più nemmeno come si chiami e dove stia di casa. Appena il poveraccio scompare fuori ring, i tre iniziano a mettersi le mani addosso. Tocca a Ferrari essere quello che le piglia da tutti, e cerca di cavarsela minacciando Kronos. Minacciare Kronos? Gli arriva una sberla che se non ha perso tutti i denti in un colpo solo è un miracolo. Spoltigliato Ferrari è il turno di Gemini di venire suonato, poi finisce fuori ring a tenere compagnia al Re spodestato. Ferrari era in agguato e appena il Titano si gira gli arriva un enziguiri da svitargli la testa dal collo, ma Kronos barcolla e basta. Cerca di sollevarlo per una bodyslam… see, domani! Appena lo porta su, Ferrari fa PLOP e, schiacciato da tanta mole, diventa un foglio di carta a forma di Fabio Ferrari sul tappeto del ring come nei cartoni animati. Ripresa la forma umana vuole vendetta ma due dropkick di fila non bastano ad atterrare il Titano, così opta per scaraventarlo giù insieme agli altri due.
Ma per un Kronos che scende, c’è un G-King che risale e decide che sia venuto il momento di suonarle invece di prenderle. Calcioni, calcioni e una rolling samoan crusher hanno un effetto devastante. Ferrari se la svigna mentre gli altri due risalgono. Avete presente quel gioco per bambini dove per ogni pinguino che sale ce n’è uno che scende? Una cosa simile, ecco. Ora Gemini se la prende con Kronos ma gli fa il solletico e basta uno sventolone di questi a farlo crollare. Chissà come sarebbe finita se non salisse a tradimento Kaos, il compare di G-King, a tirare un low blow al colosso. Crolla, e viene spinto giù di nuovo. King sbatte fuori anche il compare e tenta qualcosa tipo samoan su Gemini, ma torna Ferrrari che tira una racchettata tremenda sulla zucca del Re, e anche lui se la svigna. Il bel Ferrari ora è solo con Gemini. Se lo carica sulle spalle e una package pilederver chiude la faccenda definitivamente. Bello, ci è piaciuto davvero!
Stasera è una serata speciale perché c’è anche il sindaco Carlo Bagnasco con l’incaricato allo sport Vittorio Pellerano! Non sono solo venuti a vedere, ma anche a complimentarsi per la qualità dello spettacolo offerto, la simpatia, ed a ribadire il concetto che il wrestling può benissimo essere family friendly.
Anche per stasera, lo spettacolo è finito e ci siamo divertiti tutti quanti. Come consuetudine, ci mettiamo d’impegno a smontare il ring. Durante l’evento, ad un certo punto ci siamo seriamente preoccupate per la stabilità della struttura perché era evidente che la prima corda fosse tirata lenta, aveva “i sorrisi”, come diciamo noi, e l’intero ring avesse iniziato a dondolare mentre ci correvano sopra. E se le corde non sono a posto qualcuno rischia di farsi male, soprattutto se poi salgono dei pesi massimi come Kronos, Big Marcus e Violent Joe, magari tutti e tre insieme! Se si mettono a correre alle corde, finisce che si ribalta tutto, da tanto che dondola di qua e di là. Nello smontare diventa tutto chiaro: una delle travi metalliche è piegata di brutto. La struttura si è “ristretta” e per questo motivo le corde si erano allentate. A vedere tutto bello montato non ci si rende conto delle sollecitazioni tremende debbano sopportare questi materiali, tali da piegar l’acciaio spesso tre dita e spezzare viti grosse un pollice. Troppo comodo stare seduti sul divano e biascicare che il wrestling è finto masticando popcorn. Come dice la maglietta semi ufficiale della IWE, “wrestling is fake tua madre!” La miglior maglietta prodotta in Italia, davvero!
Non c’entra un tubo con l’evento, ma è carino da raccontare che al momento di tornare alla stanza affittata per la notte, siamo salite in macchina di Cristiano Previ insieme a G-King. La casa in cui avremmo dormito distava dal palazzetto soli ottocento metri (google maps), ma Rapallo è tutta vicoli, vicoletti, salite, discese e sensi unici. Se sei di Milano, come ci arrivi, che ora è pure buio? Quindi il passaggio era indispensabile. Era circa mezzanotte. Previ imposta il navigatore, e ci troviamo a casa di Dio quando realizziamo che siamo ben distanti dalla meta. Torniamo indietro, ci dev’essere qualcosa che non quadra, abbiamo sbagliato qualcosa. Altro giro. Boh? La via non si trova. Allora King tira fuori il suo cellulare, bellissimo, nuovissimo, costosissimo e imposta il suo navigatore. Verso le due del mattino passiamo per la trentesima volta davanti al palazzetto senza ancora aver trovato la strada, girando in tondo per due ore.
Su, giù, sensi unici presi contromano in viuzze che se passa qualcuno ci ammazziamo, vai di qua, gira di là, ma no, era lì, siamo di nuovo al punto di partenza… Non sappiamo se piangere o ridere. Alla fine molliamo Cristiano in un senso unico in cui è impossibile far manovra e a piedi insieme a King, cammina, cammina, troviamo due tizi fuori da un bar ancora aperto (Dio sia lodato) e chiediamo indicazioni. Ci arriviamo a piedi e ci salutiamo Sono le due e trenta del mattino.
E voi dite: ma chi te lo fa fare, tutto questo sbattimento ogni volta? Il wrestling è anche questo, ragazzi: viaggi, situazioni, notti in bianco, pasti saltati, ossa rotte, ospedali, si condivide la buona e la cattiva sorte. Si mangia assieme, ci si ospita a vicenda, si dividono i camerini, le birre, ci si aiuta tutti quanti appena si può. Diventiamo una sorta di famiglia. Tutti per uno e uno per tutti. Il wrestling non sono le mosse sul ring. Qualcuno ha detto “il wrestling è quello che c’è tra una mossa e l’altra” e non possiamo che dargli ragione.
Ovviamente, grazie a G-King e a Cristiano Previ per la disponibilità taxistica notturna. Grazie a tutti quelli che trascorrono del tempo leggendo tutte le cazzate che ci viene in mente di scrivere. Grazie al Dottor Birrachiara per tutto il preziosissimo aiuto elargito a piene mani durante tutto quest’anno e grazie ai collaboratori occasionali che in questo periodo di feste hanno sostituito Birrachiara.
Buon 2019 a tutti, baci!
Erika Corvo