Stamattina sveglia presto e muoversi in fretta, che il dott. Birrachiara ci aspetta a Monza per l’ora di pranzo: il programma prevede una pizza veloce e un giro turistico per il centro, prima dello show. C’è un bel sole caldo e aspettiamo il collega sedute sul muretto del piazzale antistante la stazione ferroviaria di Monza, a riscaldarci ossa e ciccia. In questi giorni abbiamo dovuto fare i conti con i vari malanni di stagione, e la nostra presenza è stata in forse fino all’ultimo istante, ma eccoci qui: ce l’abbiamo fatta. Maglietta di ordinanza anche per Birrachiara, che oggi la indosserà per la prima volta. Eccolo qua! Giusto una puntatina al Teatro Binario 7 per lasciare giù le nostre cose e ce ne andiamo a zonzo per il centro storico di Monza.
Ci sono tante belle vetrine, la piazza è piena di bancarelle, c’è il sole, il cielo blu, e poi mamme coi bambini, biciclette, e ragazzi – tantissimi giovani – di tutti i colori e di tutte le nazioni. Bello anche un viale pieno di primule e fiancheggiato da alte palme. Facciamo per rientrare alla base ma ci rimbalzano fuori: è ancora presto e devono ancora discutere di cose tecniche. A tempo debito rientriamo definitivamente e rimane ancora il tempo per una bella chiacchierata con Max Rotten, che è stato tra i primi ad arrivare.
Ci racconta della sua vita in Inghilterra, landa dalle molteplici possibilità di vita ma di scarsissime possibilità culinarie per qualsiasi italiano che si rispetti. Arriva un sacco di gente: AB Knight che è stato il primo in assoluto ad arrivare, poi Steve McKee, Marcio Silva, Matt Disaster, e poi Paxxo, Max Peach, Matteo Di Fina, Jovano Fiori, Aaron Cage, Daniele Specchiulli con Mary Cooper, Kyo Kazama e consorte, Carlino Forchini (onnipresente), e Lupo, che incontriamo di persona per la prima volta. Arriva anche Bertelli che siederà con noi “in paradiso”, in cima alla sala, al tavolo della stampa insieme a mamma e papà Disaster. Ci viene assegnato il compito di accendere e spegnere le luci della sala durante le varie parti dello spettacolo, e naturalmente dobbiamo star dietro alla nostra minicam. Panino e bibita per cena e lavarsi i denti che è arrivata l’ora dell’inizio! su, muoversi! Oh, dettaglio mica da ridere… SOLD OUT! Cento posti tutti occupati e ci informano che hanno dovuto anche mandare via qualcuno arrivato senza prenotare, perché i posti sono solo questi e non si saprebbe dove altro farli sedere!
Primo match: AB Knight, vs Matt Disaster vs Steve McKee. Più che altro, il Lungo, il Corto e il Cattivo. Il match inizia con un groviglio laocontico inestricabile in cui tutti e tre i partecipanti sgusciano di qua e di là che sembrano tre anguille insaponate in un catino pieno d’olio. Spesso e volentieri il Lungo e il Corto si alleano contro il Cattivo. Il Lungo è AB Knight, simpatico e divertente. Agile, bravo e dinamico. Il Corto: Steve McKee. Preciso, competente, decisivo. Il Cattivo: Matt Disaster, che nelle vesti di heel ci si trova così bene ed è così convincente che il rischio è che se lo incontri per strada gli sputi in un occhio. AB si scansa mandando Matt a sbattere contro il paletto e lo sbeffeggia, maliziosetto. Matt rimane lì appeso tre ore come un panno steso ad asciugare, prima di eclissarsi fuori ring. McKee acchiappa AB con una head scissor e lo fa decollare per le Maldive, poi gli appioppa una wheelbarrow che si trasforma in armdrag e un fliyng forearm, poi tenta un crossbody ma AB glielo ribalta in powerslam.
A rivedere i video, intorno al ring è tutto nero che sembra un film di terrore.
Cuozzo è arrivato giustamente in versione mimetica vestito color ring in modo da mimetizzarsi quando ci passa davanti, e con la fotocamera giallo fluo. Assomiglia al Cheshire Cat di Alice in Wonderland e sembra che la macchina fotografica se ne vada in giro da sola. Adesso è Steve che si eclissa, e riappare dall’oscurità Matt Disaster. Non si capisce se sia o meno un botch ma AB viene acchiappato e va giù rotolando come uno yo-yo. Steve torna su giusto giusto per beccarsi un’enziguiri kick, poi Disaster si convince di essere un impiegato alle Poste e timbra tutti con delle avalanche e dei double stomp mica da ridere. Steve scende dal ring cercando tregua ma viene raggiunto poco dopo da un suicide dive. AB non vuole essere secondo a nessuno e anche lui si lancia in un bel dive. Risaliti, AB e Matt si trovano alle corde, e Steve non si fa pregare per un sunset flip formato XXL. Ora si ritorna ad una parentesi di sventole reciproche e fighting spirit. McKee parte in quarta e vola sulla schiena di AB per una sunset flip powerbomb, ma arriva Disaster e rompe le uova nel paniere ad entrambi con una flip neckbreaker. Steve atterra AB con una zig zag ma inspiegabilmente, invece di chiudere abbandona il ring e Disaster ne approfitta per portare a termine lui il pin decisivo. Che succede? Succede che Steve chiede la parola e dichiara di volere stringere alleanza con Matt Disaster per tentare la scalata al titolo di coppia! Bene, ne seguiremo gli sviluppi!
E andiamo avanti col secondo match: Mayham dual forces tag team title, in cui i Same Blood (Aaron Cage & Sagwon) si contrappongono agli Spaghetti Strong Style (Big Charles & Daniel Romano). Manager di tutto rispetto per gli Spaghetti Strong Style: Kyo Kazama, che da poco si è ritirato dal wrestling attivo, rimanendo un punto saldo per quanto riguarda scuola e training. Il match inizia con Aaron che si esibisce in flessioni giusto per far capire quanto sia fiko. Romano gli fa un hiptoss da medaglia d’oro di botchamania anche se non si capisce se sia Romano che non ha sollevato o Aaron che non si è lanciato bene ma chissenefrega, va tutto bene lo stesso. Romano va giù per una hurricanrana ed esce dando il touch a Big Charles che, come ovvio, fa volare il suo avversario ad alta quota meglio della Stazione Spaziale Internazionale. Non essendo tagliato per i voli spaziali, Aaron dà il touch ed entra Sagwon al suo posto. Il risultato è l’opposto: appena Charles respira più forte, invece di decollare, Sagwon va giù come una pera. Rientra Romano e insieme trasformano Sagwon in una delicata tartare degna dei migliori chef stellati. Alla fine l’Uomo Tartare si ribella e atterra Big Charles con un crossbody.
Nuovo touch da ambo le parti. Romano spatascia Aaron dapprima con una elevated DDT ma subito dopo subisce una shiranui. Charles evita un enziguiri ma si piglia un casadora bulldog. Aaron tenta di nuovo un crossbody ma Big Man lo intercetta al volo e lo bodyslamma come se dovesse trivellare il ring alla ricerca di petrolio. Ora si fronteggiano tutti e quattro e choppa tu che choppo anch’io. Qualcuno finisce fuori ring, e Romano si lancia nella notte oscura e scompare. Lo rivedremo? Lo mangeranno i pipistrelli? Madonna, quant’è buio, di sotto! Aaron si becca una lariat e Sagwon un superkick, ma il pin è ancora lontano. Charles fa per sollevare Sagwon con una wheelbarrow ma la mossa viene ribaltata in una stunner. Si becca una sculacciata tremenda e mentre è impegnato sulle corde lo buttano giù. Romano viene sistemato da Cage con una codebreaker e da Sagwon con una stunner e din din din, here is your winner!
E adesso, che bello che bello, viene presentata la cintura del King of Mayhem con grande enfasi, e peccato che non ci sia anche la banda. Abbiamo potuto tenerla tra le mani, toccarla, ammirarne la fattura… Non è bella davvero?
E andiamo anche col terzo match della serata: Eron Sky vs Mirko Mori. Eron l’abbiamo visto praticamente bambino, anni fa, e ormai sta assumendo le fattezze di un uomo. Sta crescendo, sta crescendo in fretta, e il suo parco mosse e la sua perizia aumentano ogni volta che abbiamo il piacere di rivederlo! Stasera dimostra già dai primi istanti le stesse proprietà pieghevoli di un invertebrato con mosse che a nostro giudizio implicano il fatto di non possedere nemmeno un ossicino.
Si va avanti a mille tentativi di mosse e contromosse che ogni volta vengono evitate, ed entrambi gli atleti sono belli, veloci e scattanti. Mirko va a segno con un bel dropkick e poi ci fa sapere di essere bravo anche lui con ruote e acrobazie varie. Bello! L’avversario giusto per il funambolo del ring. Anche Eron va a segno con un dropkick, ma un moonsault dalla terza corda va a vuoto. Mirko sale sulla terza corda e si lancia su Eron con una bellissima diving tornado. L’altro allora replica con una fallaway suplex spettacolare e un attimo dopo eccolo all’opera con una hurricanrana che trasforma in rollup così come bere un bicchier d’acqua. Mori recupera posizioni con una go to sleep e una lariat da ribaltare l’avversario a 360 gradi (“sono 400, signò… lascio o tolgo?” “Lasci, lasci, che non si butta nulla”) e il pubblico strilla “This is awesome”, felice e gaudente. E adesso, siccome le mosse in repertorio le hanno fatte tutte e anche di più, per far qualcosa di diverso si pigliano a zuccate, una ciascuno che non fa male a nessuno. Finito di onorare la terra Sarda, eccoli che ripartono con un po’ di fighting spirit, poi Eron scaraventa Mirko fuori ring, e quello ne approfitta per tirargli uno sgambetto e fargli rientrare il naso sbattendoglielo sull’apron. Ma anche senza naso Eron è sempre figo e malmena Mirko con un bel backbodydrop. Ma perché poi se ne stanno sull’apron, se hanno tutto il ring e il parterre, a disposizione? I calci si sprecano che sembra la stagione dei saldi e una seconda fallaway suplex di Eron ci delizia e ci fa luccicare gli occhi. Siccome non c’è due senza tre, ecco la terza fallaway che è anche l’ultima, in quanto mette Mirko ko e sancisce la vittoria di Eron Sky. Tutto è bene quel che finisce bene!
Pausa! Pausa in cui ci viene comunicato che è saltato l’impianto audio, quindi niente microfoni e niente entry music. E chssenenfrega? Fossero tutti qui, i guai della vita e i problemi del wrestling italiano, ci metteremmo tutti la firma. Non è così?
Quarto match. Doveva esserci Pastor William Eaver, ma visto che gli ospiti inglesi non fanno altro che paccare le federazioni italiane (bisogna ammettere che sono “politically correct”, in quanto le paccano tutte, senza distinzione alcuna), l’incontro viene modificato di conseguenza. Diventa Gianni Verga contro Marcio Silva, e ci divertiremo anche più di quanto non sarebbe stato se fosse venuto Pastor Eaver, tiè!
Verga parte alla carica e butta di sotto Marcio, lo malmena un po’ e lo riporta su. E naturalmente, ora tocca a Silva suonare Verga come un tamburo, con bodyslam e strozzamenti sulle corde. Verga allora fa del suo meglio per riversargli tutte le mosse, concludendo con un sideslam mica male, ma Silva replica con una ecochop, un suplex bello potente, una bodyslam e un tentato omicidio tramite strangolamento. Tenta una powerbomb ma gli viene reversata in un back bodydrop, e mentre è ancora con le stelline che gli girano attorno alla testa, Verga lo fa giocare ai quattro cantoni facendogli tirare zuccate su tutti e quattro i paletti. Un altro suplex, ma Silva incassa meglio di Rocky Balboa. Si scuote e gli tira una chockeslam che Undertaker non avrebbe saputo fare di meglio. Gli tira una sfilza di calcioni vari come se ci fosse una svendita e alla fine lo powerbomba (voce del verbo powerbombare) bene bene. Dopo una spinta, Verga viene buttato contro l’arbitro che evita l’impatto pesante per miracolo, ma Silva ne approfitta per un low blow mentre i due sono distratti e gli riesce di piazzare il pin vincente. E bravo Marcio!
Quinto match: Mary Cooper vs Trixie. Match piccino picciò, praticamente un cameo.
E quant’è bella Mary, non lo diremo mai abbastanza. (Non che Trixie sia brutta, eh?) Il match prende vita con un bel monkey flip di Trixie seguito da un elbow drop. Trixie choppa e richoppa la povera Mary ma questa non si fa crescere l’erba sotto i piedi e reagisce con un jaw breaker di quelli da dieci e lode. Trixie torna alla carica con tre lariat di fila e Mary le rifila una spear così tosta che sembrano almeno due o tre spear e conclude l’opera con una Catatonic. Din din, din, Mary si aggiudica il match!
E adesso… prima del main event c’è qualcuno che ha qualcosa da dire: è Kyo kazama, acclamatissimo e sempre amato dal suo pubblico. E cosa ci dice? Che il suo tempo è venuto, che ora è un uomo sposato, e gli anni passano anche per lui. Avrebbe potuto andar avanti ancora a lungo, ma ha deciso sia meglio ritirarsi dal ring e lasciare che siano gli allievi che ha cresciuto a continuare la sua opera. Il coro “Grazie Kyo” è doveroso e inevitabile. Grazie anche da parte nostra e di tutta la reazione.
Sesto match: Paxxo vs Max Peach, e qui si va sul pesante! C’è in palio la bellissima cintura di King of Mayhem, e allora i vuole un match di quelli belli tosti. Paxxo parte a raffica mentre il pubblico lo apostrofa con il coro “testa di Paxxo”. Il clown sbeffeggia Peach schiaffeggiandolo e l’altro reagisce con un bellissimo dropkick. Poco dopo, un bel pescado nell’oscurità non ci sta male. Già che sono fuori ring, ne approfittano per farsi una bella passeggiata tra il pubblico su, su, fino alla nostra postazione in cima alle tribune, malmenandosi a dovere. Dopo la gita turistica tornano dalle parti del ring, ma Paxxo ne approfitta per tirare fuori da sotto il quadrato un bel martellone in stile Wilcoyote e Beep Beep. L’arbitro Di Fina, però gli fa notare che qua non è un cartone animato e deve mollarlo o verrà squalificato. Non fanno in tempo a risalire che Peach si lancia sull’avversario con una cannonball, dall’apron a fuori ring. Di Fina conta fino a dieci e sono ancora entrambi a spasso per il locale, ma mr. Saccomanno (del consiglio direttivo) non è contento: un match titolato non può finire in “no contest”, quindi si va avanti. Peach si incazza di brutto e, a giudicare dalla furia con cui lo attacca, decide di disintegrare l’avversario nei prossimi dieci secondi. Dopo una manica di sventole gli rifila una doppia ginocchiata in avalanche mentre quello è a terra all’angolo.
Appena si rialza, Peach si lancia dal turnbuckle della terza corda ma Paxxo lo intercetta al volo meglio della contraerea e lo manda ko con un elbow assassino. Simpatica la schermaglia con un bambino del pubblico, che ogni tanto gli grida qualcosa e il clown lo rimbrotta e lo zittisce bruscamente. Tenta di strozzare l’avversario alle corde ma gli va male e allora ci riprova con una butterfly suplex. Paxxo ora distrae l’arbitro fingendo di togliere il cuscinetto dal turnbuckle e, non visto, tira un pugno sulla zucca di Peach, che da Pesca diventa marmellata, e per un pelo non c’era il pin di tre. Appena ritorna intero, il nostro Frutto tenta un dropkick, ma sbaglia atterraggio e Paxxo reversa la mossa in un boston crab. Sebbene si disimpegni con disinvoltura si becca un calcione sul muso da rientro del naso, ma di cedere non se ne parla neanche, nemmeno dopo un surfboard stretch chilometrico che si ripete tre volte per novanta lunghissimi secondi in totale.
Terminata la tortura è la volta di Paxxo di beccarsi un calcione tremendo che è un miracolo se la mandibola gli sia rimasta attaccata al resto del cranio, un enziguiri e una springboard stunner. Festival del calcione in piena faccia, ora tocca di nuovo a Peach. Match sponsorizzato dal reparto di chirurgia maxillo-facciale degli Ospedali Riuniti. Paxxo si becca un german suplex e un fallaway suplex, poi powerbomba la Pesca e ne fa macedonia. Anche la frutta può fare male, soprattutto se te ne arrivano addosso novanta chili in un suicide dive. Tornano sul ring e ricominciano i calcioni. A questo punto interviene il mr Saccomanno che distrae l’arbitro, e naturalmente Paxxo ne approfitta per tirare una sediata sul cucuzzolo di Peach. Appena Di Fina si gira e si accorge della cosa gli sequestra la sedia, ma mentre cerca di buttarla fuori ed è girato di schiena, si becca una cintura sulla pelata in quanto Peach è stato abbastanza veloce da spostarsi mentre il Clown gliela tirava. Di Fina è ko. Defunse. Ora Peach sorprende l’avversario con una STF e il Clown cede, ma ovviamente se l’arbitro è nel mondo dei sogni, la cosa non ha nessuna rilevanza. Di Fina, ti svegli? Non lo vedi che Paxxo ha tirato una martellata in zucca a Peach, col martellone di Wilcoyote? Arriva Cesana a sostituire Matteo di Fina, ma può battere i pin quanto vuole, che Peach non cede. Cesana rimprovera Paxxo, ma questi non ci sta e manda a dormire anche lui con delle mazzuolate di quelle belle. Embé? Arbitri o non arbitri, Peach spantega il Clown con una Gory Bomb. Adesso, in mancanza d’altro, arriva nientemeno che mr Saccomanno a battere il pin, ma Paxxo non molla. Mette a segno una enziguiri e una rainmaker DDT, ma anche questo non basta a chiudere la partita. Oh, ma sapete che questi due qua sono sul ring da venti minuti? Ma che mangiano, a colazione? Uranio impoverito? Un missile dropkick becca Paxxo in pieno, ma quando Peach cerca di chiudere impostando qualcosa, ecco che il mister gli affibbia una sediata sulla schiena da stecchire un bue. Ecco il tanto sospirato pin di tre dopo una double underhook ddt, e Paxxo conquista la bella cintura di King of Mayhem. Ventiquattro minuti di match. Pazzesco. Bravissimi! E adesso? Adesso ce ne andiamo tutti a nanna, e il prossimo appuntamento è per il Cartoomics! Mi raccomando, stay tuned!
Erika Corvo