Che gli effetti del cambiamento climatico abbiano un impatto negativo sull’ambiente e su chi lo abita è ormai noto. Tuttavia, come osservato da un gruppo di esperti nel Parco Nazionale di Loango, in Gabon, Africa centrale, per la prima volta sta avvenendo qualcosa di terribile e inusitato: alcuni gruppi di scimpanzé hanno innalzato i loro livelli di aggressività. Fino a mettere in atto comportamenti estremamente violenti a danno di famiglie di gorilla che vivono nella stessa zona.
Gli scimpanzé e i gorilla sono creature molto pacifiche, sebbene dotate di forza straordinaria, e abituate a convivere e interagire positivamente insieme. Tuttavia, pare che la carenza di cibo nelle foreste tropicali, dovuta alla crisi climatica, abbia innescato una competizione territoriale tale da innescare reazioni aggressive e perfino letali.
I risultati delle osservazioni sono stati pubblicati sulla rivista “Scientific Reports”. I primi episodi violenti si sono verificati nel 2019 e hanno portato alla morte di due piccoli gorilla. Gli scimpanzé si sono coalizzati in gruppi di oltre due dozzine di membri e hanno affrontato due famiglie di gorilla, combattendo per 50-80 minuti. Sebbene i gorilla siano più forti e abbiano combattuto strenuamente, gli scimpanzé hanno avuto la meglio per superiorità numerica.
Lo scontro rappresenta l’ennesimo effetto del gravissimo danno provocato dall’essere umano sull’ambiente. La carenza di frutta e insetti ha portato la guerra tra i nostri parenti più prossimi. Non resta che sperare che in futuro non la porti anche tra di noi. E, soprattutto, intervenire finchè si è ancora in tempo.
C’è di più. La mancanza di risorse non è l’unico effetto della crisi ambientale che può condurre a un innalzamento dei livelli di aggressività. Secondo uno studio intitolato “Temperature and aggression”, pubblicato nel 2000 sulla rivista “Advances in Experimental Social Psychology”, anche le alte temperature influiscono sul comportamento, rendendo gli esseri umani più aggressivi e irritabili. Il nostro organismo, infatti, non è predisposto a tollerare temperature superiori ai 35°C troppo a lungo. E il costante aumento della colonnina di mercurio a livello globale non lascia presagire nulla di buono per il futuro.
Luana Vizzini