Wunderkammer. Il nome è curioso almeno quanto la sua funzione. La wunderkammer, infatti, è letteralmente una “stanza delle meraviglie”, in cui gli oggetti più bizzarri ed eccentrici vengono raccolti da parte di un collezionista ed esposti agli ospiti.
Altresì detta “cabinet de curiositè”, la wunderkammer nasce nell’Europa del Cinquecento, quando esplode la moda di collezionare oggetti e creature esotiche, provenienti dai viaggi oltreoceanici. Ma si sviluppa per tutto il Seicento, con il forte interesse scientifico che investe questo secolo, e si protrae fino all’Età dei Lumi.
In una wunderkammer di pregio, infatti, era possibile trovare mirabilia, quali gemelli siamesi, animali a due teste, pesci o uccelli rari, vegetali deformi o affetti da gigantismo. Ma anche naturalia, come feti, animali esotici, coralli, farfalle imbalsamate, insetti policromatici, perle e pietre preziose, zanne di avorio e semi di frutti esotici. Così, come artificialia, quali mappamondi e astrolabi, monete antiche, cammei, stampe rare, porcellane, maioliche e cristalli, piccoli oggetti d’arte provenienti da remoti mercatini o da raccolte di collezionisti di tutto il mondo.
In perfetta sintonia con il gusto eciclopedico del tempo, le wunderkammer rappresentavano una sorta di esposizione dello scibile umano. I proprietari di queste collezioni andavano estremamente orgogliosi delle loro meraviglie e allestivano interi ambienti della casa con vetrine e scaffali per mostrarle agli altri appassionati. Naturalmente, con un’attenzione particolare per l’eccentricità: quanto più un gabinetto delle curiosità vantava bizzarrie e pezzi rari, tanto più era considerato prezioso e invidiabile.
Tra le wunderkammer più spettacolari si ricordano quella dei Gonzaga al Palazzo Ducale di Mantova e quella di via Porta di Castro a Palermo, autentici scrigni di meraviglie e curiosità.
Luana Vizzini