Innanzitutto, facciamo un po’ di chiarezza: polpi o polipi? I molluschi cefalopodi con otto tentacoli ricoperti di ventose sono i polpi, mentre i polipi sono animali acquatici come coralli, anemoni di mare e madrepore.
Ebbene, i polpi sono animali dalla straordinaria intelligenza. Questo è dovuto proprio alla loro struttura neuronale. Infatti, due terzi dei neuroni dei polpi si trova nei tentacoli. Questo significa che i singoli tentacoli sono collegati tra loro e con l’organo cerebrale centrale, riuscendo anche ad agire autonomamente. Ad esempio, il polpo può aprire una conchiglia con un tentacolo, mentre il cervello è impegnato nell’esecuzione di un compito più complesso.
È quanto dimostrato da uno studio dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University (OIST) e pubblicato sulla rivista “Current Biology”. Gli studiosi, infatti, hanno condotto diversi esperimenti per valutare le capacità cognitive e percettive dei cefalopodi. Dai test è emerso che, torcendo i propri tentacoli, questi animali riescono a risolvere diversi problemi: aprire un barattolo, sciogliere enigmi, avvalersi di strumenti, comunicare con il lingauggio del corpo. Inoltre, riescono a eseguire compiti specifici con un arto, anche se le informazioni necessarie per svolgerli non vengono rilevate dal cervello. Indice del fatto che ogni singolo arto è in grado di percepire e agire in modo indipendente.
Secondo Piero Amodio, studioso di intelligenza animale all’Università di Cambridge, le origini dell’intelligenza del polpo risiedono nella perdita del guscio, risalente a 275 milioni di anni fa. Privati della loro protezione, i cefalopodi avrebbero affinato le loro capacità ai fini della sopravvivenza, affinando le abilità mimetiche, di esplorazione, di problem solving e acquisendo una maggiore flessibilità tentacolare e mentale. Secondo altri studiosi, tuttavia, l’acuta intelligenza dei polpi sarebbe la causa e non la conseguenza della perdita del guscio. La corazza, infatti, sarebbe a un certo punto risultata superflua per la difesa.
Dal punto di vista neurologico, i polpi sono sicuramente gli invertebrati più complessi in natura. Secondo una ricerca condotta dagli scienziati della San Francisco State University e pubblicata sulla rivista “iScience”, i polpi si distinguono anche per la modalità in cui percepiscono il dolore: emotivamente, oltre che fisicamente. In modo del tutto simile ai mammiferi. I ricercatori hanno eseguito misurazioni dettagliate sulla loro attività neurale e hanno dimostrato che sono in grado di rispondere in modo riflessivo agli stimoli nocivi. Infatti, imparano a evitare ambienti pericolosi, reagiscono al dolore con lo stress e riescono a distinguere tra differenti qualità e intensità del dolore nelle diverse parti del corpo.
Avere un sistema nervoso “diffuso”, con un totale di oltre 500 milioni di neuroni, non è l’unica prerogativa di questi incredibili animali. Essi, infatti, sono anche dotati di tre organi cardiaci: due pompano il sangue nelle branchie e il terzo lo pompa in tutto il corpo. Quest’ultimo cuore smette di battere durante il nuoto: questo è il motivo per cui i polpi preferiscono strisciare sul fondale piuttosto che nuotare, attività che risulta loro assai più faticosa.
Luana Vizzini