Print

Posted in:

Non cavalcare… scivola! Do not ride… slide!

Dall’America… il Reining Horse! Uno dei più raffinati e spettacolari insegnamenti sportivi equestri. Base di tutti le discipline western elevata ai massimi livelli,  in cui si  ricerca la perfetta sintonia tra cavallo e cavaliere. L’uomo deve guidare il cavallo in figure (dette manovre, ndr.). Ma la traduzione di Reining? Letteralmente tradotto significa “lavorare di redini”. Il Reining è la disciplina western, al momento, più in voga nel nostro Paese. Nata negli States, in Texax, nel XIX Secolo. È conosciuta anche con il nome di “arte dello scivolare…” Ha, inoltre, un posizione di tutto rispetto nel mondo equestre internazionale. Invero, nelle arene di tutto il globo si svolgono gare di Reining  Horse. Centinaia di destrieri e cavalieri (anche detti scivolatori, ndr.), di ogni livello tecnico, hanno modo di esibirsi e dare dimostrazione della propria maestria. Per fare una similitudine con l’equitazione tradizionale possiamo battezzare questa specialità “dressage dell’equitazione a stelle e strisce”. Il Reining è uno sport molto difficile ma accattivante. A dir poco, stupendo!

Nella foto, in alto: il famoso Quarter Horse

Per essere capito veramente richiede larga competenza in fatto di cavalli western. Qualche curiosità… il Reining trae le sue origini dal lavoro con il bestiame. Nel ranch i cow boy si servivano dei cavalli per raggruppare, spostare e tenere insieme le mandrie nelle sconfinate praterie.  I cavalli dovevano essere agili, atletici, docili e veloci e dovevano rispondere repentinamente ai comandi impartiti dai cavalieri tramite le redini. Con il passare del tempo, i cow boy fieri dei loro equini, ben addestrati e pronti al lavoro, cominciarono a cimentarsi in gare. I cavallerizzi, dotati di ampia preparazione e destrezza, eseguivano una serie di manovre che suscitavano l’effervescenza del pubblico al quale era demandata la nomina del binomio (cavallo/cavaliere) preferibile. Suddette performance costruirono le fondamenta dello sport omonimo. È un’autentica arte, quella del Reining, che mette in risalto la finezza e l’armonia del nobile quadrupede coniugata con la ricercatezza di mosse del cavaliere.


Nella foto: la monta western

E la razza legittima del cavallo? Quarter Horse, naturalmente. Il più adatto! E, il Reining ne glorifica tutte le sue peculiarità. Questa razza è così chiamata perché è la più lesta nel “quarto di miglio”.Davvero la più celere in assoluto. Corsiero molto eclettico. Versatile. Possiede, in abbondanza, quello che gli inglesi chiamano “good mind”, ovvero intelligenza mista. Ha molta disponibilità verso l’allenamento e l’apprendimento. Buon carattere. Costanza. Affidabilità. È, ognora,  vigile agli ordini del suo “padrone”. Se è in sintonia si può manifestare gaio, vivace e giocherellone. I Quarter Horse sono cavalli americani derivati da incroci tra purosangue arabo, Mustang e cavalli di razza spagnola. Sono soggetti prevalentemente a “sangue caldo”, docili, duttili, atletici e prestanti. Molto utilizzati dai cow boy per il lavoro. E, come già riportato, danno il massimo nelle attività che richiedono (cow sense, letteralmente il “senso della mucca”, ndr.) che è un vero e proprio istinto comparabile, in un certo qual senso, a quello dei cani pastore.

Nella foto, in alto: una figura di Reining

Nel Reining,  l’equino deve muoversi in maniera perfettamente autonoma e i comandi devono essere impartiti dal cavaliere in modo pressoché impercettibile. Affinché possano risaltare, soprattutto, l’apprestamento e l’allenamento dell’altezza “purosangue”.In gara il cavallo compie molti esercizi e disegna molte figure secondo una sequenza stabilita da un pattern (percorso). Deve far perno su una zampa posteriore e girare, assai velocemente, in modo corretto ed elegante (spin). Correre a velocità differenti. Ci sono cambiamenti di da compiere senza fermarsi e c’è l’esercizio più strepitoso che è senza dubbio lo stop (sliding-stop). L’animale è lanciato a tutta velocità e al precetto del maestro d’equitazione blocca gli arti posteriori e prosegue in scivolata per parecchi metri. Dopo “l’alt”, facendo perno sugli arti posteriori, solleva gli anteriori e si getta come un gatto nella direzione opposta (roll-back). Ma quello che incanta, un po’ tutti, è il modello di monta “non coercitiva”: le esercitazioni non si possono compiere se il cavallo è “tirato”, o “forzato” e per ogni manovra deve essere dato soltanto un leggerissimo suggerimento. Il Reining, come tutta la monta western (detta da sempre monta da lavoro, ndr ), è certamente un’occasione libera di andare a cavallo ma anche uno stile di vita. Non esistono “protocolli”, o forme particolari. Ed è, pure, per questo che attira la nostra attenzione!

Cosa considerevole per questo sport, oggi molto trendy e abbastanza dispendioso, è il lato sportivo. Cioè, questo genere di monta e questo sistema di andare a cavallo. L’aristocratico “quattrozampe” esprime tutte le sue potenzialità in una corsa che dura così pochi minuti ma che è il risultato di un duro lavoro e di un gravoso impegno. E questo è un altro punto a suo favore. Alla sua intelligenza! Alla sua signorilità! Alla sua noblesse! Nonostante si tratti di un “lavoratore” a dir poco indefesso…

         Salvatore La Verde 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *