L.B. (alias Darkness II). Da dove nasce la tua passione per il wrestling?
La mia passione per il wrestling è nata fin dalla tenera età. Erano gli anni ’90 e in tv andava in onda la WCW. Vedevo fior fior di giganti compiere azioni così acrobatiche, incredibili! Erano grandi, grossi e potenti. Cosa c’è di meglio, per la fantasia di un bambino? È stato allora che ho iniziato a vedere il wrestling con l’occhio del sognatore. Dovevo farlo anch’io!
Hai praticato altri sport, prima di avvicinarti al wrestling?
Sì. Prima di avvicinarmi al wrestling, ho praticato per quattro anni pugilato e MMA. Non sapevo ancora ci fossero scuole di wrestling, in Italia. Sono venuto a saperlo da un mio amico che frequentava il corso, così mi sono iscritto subito. Lui, però, ha mollato dopo un paio di mesi, io invece ho continuato. Ero nella palestra del Marchese, affiliato alla TCW. Ricordo benissimo la data del mio debutto sul ring, era l’8 giugno 2013.
Nella foto, in alto: Darkness II contro Scandalo!
Sei uno tra i migliori atleti hardcore sul ring, se non il migliore in assoluto, nel panorama italiano. Cosa ti ha ispirato a compiere il passaggio per spingerti oltre il limite?
Lo stile hardcore mi ha sempre appassionato, questo bisogna proprio dirlo! Due anni dopo essere entrato a far parte ufficialmente del roster TCW, nel 2015, il booking team mi ha proposto proprio questa tipologia di lotta. E, ho accettato con piacere. Erano già tre anni che salivo sul ring con loro, sempre meno rookie (dilettante, ndr.) e sempre più professionale. Forse hanno visto in me il fisico, la potenzialità e il carattere adatto al ruolo. Credo sia stata una buona scelta. La dirigenza ci ha azzeccato! Ha funzionato e funziona ancora adesso. Questa è la passione della mia vita, ed appartiene a quel genere di cose che si devono fare con la massima convinzione. O la si vive al massimo, o non se ne fa niente! Non ci sono vie di mezzo.
Di sicuro, questa scelta procura lati positivi e negativi. Quelli negativi, possiamo immaginarli tutti senza sforzo. Quelli positivi, secondo te, quali sono?
Di positivo, a parer mio, è che le sole acrobazie non bastano a rendere interessante un evento. Diventa monotono. Per movimentarlo davvero, per vedere il pubblico in delirio, voglio dire, dal mio punto di vista, ci vuole qualcosa di forte. Di dirompente. Poi, diciamoci la verità, alla gente piace vedere cose estreme. Il sangue, per esempio. Piace anche a quelli che non lo ammetteranno mai.
E al di là di quello che possiamo pensare noi, i lati negativi, quali sono?
Il negativo è che ci sono anche persone a cui il wrestling piace ma che tuttavia sono facilmente impressionabili, o che stanno male alla vista del sangue. A queste persone non piacerò mai! Oppure, chi vede il wrestling come atletica pura potrebbe criticare l’introduzione dell’hardcore nello show.
Nella foto, in bass0: Darkness II coi tubi al neon sul piede di guerra
Capita spesso di farsi male sul serio, o meno di quanto si pensi?
Il wrestling non è uno scambio di carezze. Penso che sia una risposta sufficiente.
Cosa succede, quando ti fai male?
Al momento, hai talmente tanta adrenalina nelle vene che non senti nulla. A meno che non sia qualcosa di veramente grave. Il match va avanti, poi alla fine ci si preoccupa di quello che puoi esserti fatto e si valuta il da farsi.
Perché un atleta decide di esibirsi mascherato?
È il booking team, la dirigenza, che decide tutto. Se creargli una gimmick (personaggio da interpretare, ndr.) da lottatore mascherato o meno viene valutato con l’atleta stesso. Tengono conto della sua personalità e della sua impostazione tecnica,.
Questo accresce la tua personalità, la sminuisce, o crea un alter ego?
Sono assolutamente convinto che ognuno di noi abbia un alter ego nascosto. Secondo me, la maschera aiuta a portarlo alla luce, a lasciare che il lato oscuro della tua personalità trovi sfogo e riesca ad esprimersi al di fuori di te. Quando hai la maschera sul viso, non sei tu. Sei l’altro. Credo che questo possa essere una sorta di valvola di sfogo, che possa rendere più equilibrati.
Nella foto, in alto, Darkness II con la cintura
Hai debuttato già come atleta mascherato, o c’è stato un periodo di transizione?
No, fin dal mio debutto ho sempre indossato la maschera.
Gli oggetti contundenti con cui combattere sul ring, li scegli tu? Se sì, in base a cosa?
Sotto il ring c’è già di tutto. A noi non resta che alzare il grembiule dell’apron (bordo del ring dove puoi mettere i piedi fuori dalle corde ma sempre restando sul ring, ndr.) e tirare fuori quello che ci troviamo. Di solito si tratta di oggetti già ampiamente sperimentati negli incontri: Kendo stick, filo spinato, tubi al neon, bidoni, puntine e graffatrici. Uso quello che c’è a disposizione senza problemi.
Nonostante tutto, anche tu hai una vita privata. Amici e colleghi vengono a vederti, durante i vari eventi? Che ne pensano della tua attività estrema?
Mi prendono in giro e mi dicono che sono un po’ fuori di melone a fare queste cose. Scherzi a parte, i miei amici, mi seguono sempre perché sanno che la loro presenza per me conta molto.
Cosa provi quando sei sul ring nel pieno dell’azione?
Non credo esistano termini adatti. Potrei dire di trovarmi in un a situazione di “adrenalinica concentrazione”. L’adrenalina sale alle stelle, ma devi comunque mantenere un ferreo autocontrollo, essere concentrato al massimo, perché anche il più piccolo degli errori può causare guai seri.
Cosa ti emoziona di più, nelle reazioni e nel tifo del pubblico?
Sentire il boato del pubblico dopo un’azione estrema. Sentire il tifo esplodere, le loro voci, il loro incitamento… potresti accendere le lampadine tenendole in bocca, da tanto ti eletrizza questa cosa!
Nella foto, in alto, tubi al neon fracassati sulla schiena
La solita polemica. Il wrestling è finto! Ma no, è vero! È troppo violento…! Cosa risponderesti? Come lo spiegheresti a un bambino?
Chi dice che è finto, non solo ha torto, ma proprio non ha capito il wrestling! Si tratta di uno sport spettacolo. Non è competitivo, qui non devi arrivare sul podio, non ci sono classifiche e punteggi, quindi, a che servirebbe, barare? Finto in che senso, poi? Le sberle sono vere! I punti di sutura sono veri! Ci si allena alla stessa maniera di chi pratica sport da combattimento e, come ho detto prima, nel wrestling non ci si danno carezze. Le cicatrici che porto addosso ne sono la prova.
E, soprattutto, cosa diresti ai bambini che ti guardano?
Direi quello che ripetono in continuazione in tv. Assolutamente, di non provare a ripetere per nessuna ragione al mondo quello che vedono! A casa, a scuola, al mare o con gli amici, non provare mai a fare le cose che si vedono sul ring, perché è molto pericoloso. Troppo! Un buon wrestler si prepara duramente per fare certe cose. Anche per quello che sembra tanto facile, c’è alle spalle un allenamento di anni. Un allenamento severo e costante.
La mossa che ti dà più soddisfazione? Quella che te ne dà di meno? E, quella che ti ha creato più problemi?
Senza ombra di dubbio, la mia finisher, la “double ‘n choke bomb”. Di contro, invece, non ci sono mosse che mi soddisfano di meno, perché per qualsiasi mossa va eseguita con lo stesso impegno. Come se fosse la tua preferita. Solo così non ci si fa male sul serio.
Nella foto, in alto: Darkness II schianta Scandalo! su un tavolo
Qual è stato il match più duro? Perché?
TCW Duri a morire 2015. Si trattava di un “last standing man” (tipo d’incontro in cui vince l’ultimo che resta in piedi e l’avversario non si rialza più, ndr.) hardcore contro Scandalo! Tra sedie, tubi al neon e kendo stick avvolta nel filo spinato, avevamo ferite un po’ dovunque e avevamo perso tantissimo sangue. A fine match, hanno dovuto portarci all’ospedale in ambulanza a farci ricucire i tagli e ripulire le ferite.
Ti capita mai di trattenere le risate, per qualche motivo, mentre sei sul ring a fare la parte del cattivo?
Onestamente mai. Prendo tutto molto sul serio e non mi lascio distrarre da quello che possa succedere attorno a me. Anche se a volte può essere qualcosa di divertente.
Cosa ti prefiggi, quando sali sul ring per un match? Divertire? Emozionare? Stupire? Non farti troppo male? Spaccare tutto?
Il mio obiettivo è offrire al pubblico uno spettacolo avvincente e una buona prestazione. C’è chi ci vede per la prima volta ma anche chi viene sempre, e quindi è giusto offrire ogni volta qualcosa di nuovo, di diverso e comunque sempre di buon livello. Sia a dal punto di vista tecnico che di spettacolo. Se ci riusciamo, magari, verrà a vederci anche chi non è mai venuto ma vede i filmati dei nostri match postati sulla pagina. Quindi, direi che tutto quello che è citato nella domanda va bene. Se è ben miscelato, però.
Secondo te, perché in Italia le federazioni sono piccole realtà separate e tutte sono contro tutte? La collaborazione? Quali potrebbero essere gli strumenti indispensabili per vedere finalmente una riunione in una sola federazione?
Purtroppo, nel panorama del wrestling italiano, vi sono persone che probabilmente hanno una vita alquanto fallimentare. Ti rendi conto che senza alcun motivo valido, covano rancore verso chi cerca di fare wrestling in modo serio e professionale. Sarà invidia? Pura cattiveria? Noi cerchiamo di rimanere umili e regalare emozioni al pubblico. Questi individui, non solo salgono sul ring solo per cercare di mettersi in mostra, ma fanno di tutto per gettare fango e mettere zizzania tra i pochi che collaborano insieme per il medesimo obiettivo.
Nella foto, in alto: Oggettistica hardcore
Dove sono i vostri show?
Gli show della TCW si svolgono con cadenza mensile all’ Elyon Club di Rozzano in via Sesia 10.
Perché la gente dovrebbe venire a vedervi?
Perché offriamo uno spettacolo strutturato in modo che possa piacere al pubblico più vario. Anche a chi non è mai stato appassionato. Chi è venuto, non è mai tornato a casa insoddisfatto.
Tre persone che butteresti giù dalla torre?
Sono più di tre. Li butterei giù molto volentieri. Ma è meglio non fare nomi.
Tre persone che salveresti dalla fine del mondo?
Sono anche loro molti più di tre, e per me hanno tutti la stessa importanza.
Tre persone che riporteresti in vita?
Uno dei miei migliori amici. Morì proprio nel periodo in cui iniziai a fare wrestling. Poco prima di perdere la vita mi regalò le ginocchiere, quelle stesse che indosso ancor oggi durante i match. Nessun altro.
Rispondi con solo una o due parole a queste domande:
Amore? impegno
Soldi? lusso
Amicizia? Il mio cane
Successo? soddisfazione
Emozione? ring
Viaggi? valigia
Relax? divano
Tempo libero? amici
Casa? benessere
Famiglia? TCW
Religione? No comment
Gioia? wrestling
Dolore? neon
Emozioni negative? delusione
Valori della vita? onestà
Concludi con qualcosa che vorresti dirci, una frase, o un aforisma che senti particolarmente tuo…
I sogni non si lasciano nel cassetto. Si inseguono. E se possibile, si raggiungono.
Ringrazio Erika Corvo, la giornalista di Mondomarziale, per la bella intervista. E, seguite la TCW!
Erika Corvo