Spesso sottovaluto, ma il colesterolo se è in eccesso nel sangue può rappresentare un fattore di rischio che mette in pericolo il cuore. Secondo i dati del “Progetto Cuore”condotto dall’Istituto superiore di sanità, in Italia il colesterolo colpisce il 23% dei maschi e il 21% delle donne. Il colesterolo, insieme ad altri fattori di rischio, è un elemento da tenere costantemente sottto controllo per avere sempre il cuore in buona salute. Se i livelli di colesterolo “cattivo” superano la normalità e sono presenti altri fattori come l’ipertensione, il fumo, la glicemia, il sovrappeso, la scorretta alimentazione, la scarsa o nulla attività fisica, la glicemia, occorre rivolgersi a uno specialista per prevenire l’insorgere di eventuali malattie cardiovascolari.
Di due tipi diversi
Il colesterolo è importante per l’organismo perché rappresenta un’impalcatura per le cellule, in particolare per quelle del sistema nervoso. Inoltre viene utilizzato per la produzione degli ormoni e della vitamina D. Circola nel sangue grazie a particelle, le lipoproteine. Le più note sono: Ldl e Hdl. «La prima è una lipoproteina a bassa densità che rappresenta il cosiddetto “colesterolo cattivo”», spiega Nicola Martinelli, specialista in medicina interna e ricercatore presso l’Università degli Studi di Verona. «Può depositarsi nei vasi sanguigni e causare la formazione della placca aterosclerotica, responsabile di infarto e ictus. L’Hdl, invece, è ad alta densità e rappresenta il “colesterolo buono”perché è in grado di trasportare il colesterolo in eccesso dai vari organi al fegato, dove poi viene eliminato. Questa differenza spesso è poco nota e la maggior parte delle persone che valutano la concentrazione di colesterolo totale, senza distinzioni tra un tipo e l’altro».
Quali livelli?
Le nuove linee guida sulla cura del colesterolo hanno da poco abbassato a 190 milligrammi per decilitro di sangue i livelli massimi di colesterolo totale (prima erano 200 mg/dl). Sono, invece, rimasti invariati gli altri valori: per Ldl (colesterolo cattivo) la soglia normale è 130 mg/dl, per l’Hdl (colesterolo buono) sono raccomandati valori superiori almeno a 40 mg/dl, ma preferibilmente a 60 mg/dl. Questo però non basta a tenere sotto controllo il colesterolo, secondo gli esperti adesso ci sono i livelli personalizzati, così come le cure devono essere studiate su misura. «Prima bisogna valutare nell’insieme quali sono le probabilità che una persona possa avere un infarto o un ictus», continua l’esperto, «tenendo presente gli altri fattori di rischio, come: fumo, obesità, diabete, pressione alta, fibrillazione atriale. Più il rischio cardiovascolare è elevato più basso deve essere il livello del colesterolo cattivo o Ldl. Molti studi hanno dimostrato che la riduzione del colesterolo cattivo è la strategia più importante nella prevenzione cardiovascolare». E’ importante che gli esami del colesterolo siano valutati da un medico, troppo spesso si interpretano velocemente i referti senza informare il medico.
Occhio ai trigliceridi
Bisogna sempre considerare i trigliceridi, i grassi che rappresentano un fattore di rischio cardiovascolare molto importante. Se si trovano in eccesso nel sangue possono essere il segnale di una predisposizione genetica alla produzione eccessiva di lipidi o di un’alterazione metabolica.
Abbassarlo a tavola
Lo stile di vita è fondamentale per tenere sotto controllo il colesterolo. Bisogna fare attenzione alla dieta e all’attività fisica. «Una dieta povera di alimenti di origine animale (in cui si trovano gli acidi grassi saturi che determinano l’aumento dell’Ldl) e un’attività fisica costante, sono il modo migliore prevenire le alterazioni del colesterolo e dei trigliceridi», spiega Damiano Galimberti, specialista in Scienze dell’alimentazione a Milano. «Sono da limitare i cibi ricchi di grassi saturi, quali: formaggi, carne rossa, affettati, burro, dolci, creme, sughi e piatti limitati. Via libera, invece, a pesce, carne bianca, frutta, verdura, legumi. E’ importante soprattutto fare un ampio uso dei legumi di ogni genere e variare ogni giorno: fagioli in insalata, padellate di bortolotti, piselli e lenticchie. Preferire i cereali integrali rispetto a quelli raffinati: le fibre integrali, infatti, non producono “picchi” di glicemia e modulano meglio la produzione dell’ormone dell’insulina. Consumare anche le proteine della soia e gli acidi grassi omega 3, come quelli contenuti nel pesce azzurro, secondo alcuni studi sarebbero in grado di potenziare l’azione antisclerotica del colesterolo Hdl.».
Giovanna Lombardo