Miroslav Mijatovič è il suo ringname. Mišo è il suo vero nome di battesimo e si legge Miscio. Dato che su Facebook non si possono inserire caratteri di altre lingue, finisce sempre che lo scrivano Miso e che Miso lo leggano. Non dev’essere bello che tutti storpino il tuo nome, ma a lui non sembra importare. O magari gli importa e ha deciso di fare wrestling per poter menare tutti quelli che lo chiamano Miso… È di carattere molto, molto riservato ed è reticente a mettere in piazza i fatti suoi, tant’è che ha preferito proibire la pubblicazione di qualsiasi foto che non riguardasse il ring, e anche di queste ce ne ha fornite solo tre. Ma questo ragazzo ci ha incuriosito in modo molto positivo da quando l’abbiamo visto per la prima volta: annunciano un bosniaco cattivissimo che arriva sulle note di una marcia militare di grande effetto, cazzuta e marziale. Ma appena apre bocca, il fortissimo accento bergamasco, piuttosto che slavo, ti strappa un sorriso e ti porta via il cuore.
Ciao, Mišo! È un piacere averti potuto intervistare. Voresti iniziare raccontandoci qualcosa di te e della tua infanzia?
Ciao! È un piacere per me! Io sono nato nel 1991 in Jugoslavia, oggi Bosnia Erzegovina. Avevo un anno quando i miei hanno deciso di trasferirsi in Italia, precisamente a Bergamo per cambiare vita. È qui che ho vissuto e sono cresciuto. Da piccolo ero tranquillo, un po’ come oggi. Mi piaceva molto giocare all’aria aperta.
Elemento comune a moltissimi wrestlers, sei uno che ha dato l’anima per lo sport e ne ha praticati davvero tanti, prima di arrivare sul ring. Ce ne vuoi parlare?
Sì certo, ho sempre amato lo sport, fin da piccolo. Il primo che ho praticato seriamente è stato il judo. Ma dopo di questo ne sono seguiti molti altri, tra cui posso citare il basket, il calcio, il ciclismo, il Krav Maga. Lo sport che ho praticato per più tempo è stato il basket: ci ho giocato per 5/6 anni e ancora oggi mi piace giocarci, quando ne ho l’occasione.
In Italia, il Krav Maga è davvero poco conosciuto, e se non fosse per Emanuele Vaccarini, maestro di questa disciplina, che appare in tv facendo il gladiatore della trasmissione di Bonolis, forse non ne sapremmo davvero nulla. Vuoi spiegarci tu qualcosa? In che cosa consiste?
Il Krav Maga è nato in Israele come lotta militare. Dato che si distingue per la velocità e la praticità con cui si impara, la disciplina è stata modificata per diventare una forma di lotta urbana incentrata più sulla difesa che non sull’attacco. Anche se poco conosciuto esistono molte palestre dove praticarlo e come ogni disciplina marziale ha vari stili.
Ma il wrestling, quando è entrato nella tua vita?
Ho iniziato a guardare il wrestling insieme a mio fratello nel momento in cui era più in voga, trasmesso su Italia Uno. Non ci perdevamo una puntata, e ogni tanto anche i nostri genitori lo guardavano con noi. I miei lottatori preferiti, ora come allora erano Eddie Guerrero e Chris Benoit. Purtroppo dopo l’improvvisa morte di quest’ultimo hanno eliminato il programma dal palinsesto ed è stato davvero un peccato! A quei tempi non era come oggi, che si trova tutto online, e per un po’ non sono più riuscito a seguirlo.
Ai tempi in cui lo guardavi in tv, cosa ti ha colpito di questo sport, in particolare?
Mi ha colpito lo spettacolo, nel suo insieme, nella sua interezza. Le luci, la musica, i costumi sgargianti, le gimmick, le storyline, la teatralità… I personaggi erano molto caratterizzati e raccontavano storie avvincenti, e questo mi teneva incollato davanti alla tv.
Ora che lo pratichi, invece?
Anche oggi la cosa che mi piace di più è lo spettacolo, dall’altra parte della barricata, però! La cosa che più mi dà la carica è il fatto di essere io a tenere gli spettatori incollati alle sedie a guardare lo show. È la cosa a cui tengo di più e che mi sprona a fare sempre meglio.
E tu, in che modo vorresti colpire il tuo pubblico?
Io colpisco già il pubblico! A parte gli scherzi (ma non stavo poi tanto scherzando), io voglio sempre raccontare una storia. Secondo me è tra le cose che di più colpisce: se c’è una storia non si tratta più di dieci minuti di botte e acrobazie, ma diventa l’ennesimo racconto del Bene contro il Male! Le persone, questo lo avvertono, e a quel punto diventano più partecipi dell’azione. Le emozioni lasciano loro dei bei ricordi, ed è questo che voglio fare io: emozionare il pubblico!
Prima il wrestling è entrato nella tua vita, poi è stata la tua vita ad entrare nel wrestling. Come hai saputo dell’esistenza di scuole anche in Italia?
Ho iniziato a praticare wrestling quando mi sono iscritto in palestra. Ho scoperto che c’era un corso con il maestro Kobra, ho provato, e da lì non ho più smesso. Prima pensavo che il wrestling esistesse solo in America! I primi allenamenti erano tosti perché molto diversi da quello che avevo fatto fino ad allora, ma mi sono abituato abbastanza in fretta. Nei primi tempi mi allenavano Kobra e Dinamite Joe. I miei compagni erano Tenacious Dalla, il Principe Valesh, il Sergente di Ferro Leon, poi c’erano Marcio Silvia, Hours, Hardcore Cassi, Taurus, Ombra e David Silas. In seguito si sono aggiunti tanti altri ragazzi trai quali Akira e Mary Cooper. Negli anni, poi, avuto la fortuna di essere seguito e allenato da molti dei migliori lottatori italiani, tra i quali posso citare Mr. Excellent, Doblone, Red Devil e molti altri.
Con tutto lo sport che hai fatto, avevi comunque un fisico già tonico. Ti è stato sufficiente per affrontare il wrestling oppure è una cosa talmente diversa da non sentirti mai abbastanza preparato?
È vero che fossi preparato per gli allenamenti (sono sempre stato uno sportivo), ma è pure vero che per il wrestling bisogna prepararsi in un certo modo, diverso da tutti gli altri. Bisogna avere un fisico potente ma anche agile e scattante. Bisogna avere molto fiato e i movimenti e le mosse sono assolutamente peculiari di questa disciplina. Nonostante tutto lo sport praticato finora, sotto alcuni aspetti devo ancora migliorare molto.
Quanto tempo è intercorso tra la prima lezione e il primo match?
Quasi tre anni. Salire sul ring per combattere non è uno scherzo: se non sei preparato puoi farti male e far male a qualcun altro.
E del tuo primo match, che cosa ricordi?
Eravamo io vs Hardcore Cassi, e lo ricorderò sempre con piacere. Ha vinto lui ma avrò la mia rivincita…
Amici, colleghi, parenti… Che reazione hanno avuto o hanno tuttora, quando dici che fai wrestling?
Quasi sempre di curiosità. Per molti è una novità conoscere un lottatore di wrestling: sono tutti convinti che esista solo in America e che si debba essere per forza alti due metri e grossi come orsi.
Quanto c’è di davvero tuo, nel tuo personaggio?
Praticamente tutto: quello che vedi sul ring non è un personaggio ma sono io. Ovviamente esaspero alcuni aspetti della mia personalità, come l’accento slavo e l’aggressività, Ma cerco di essere me stesso il più possibile senza inventare niente.
I video promo che hai postato su you tube sono davvero carini e c’è da piegarsi dalle risate. Erano idee tue o di qualche compagno di stable?
I miei promo non sono “carini”, ma bellissimi. Sono idee mie: realizzarli mi viene spontaneo. Mi basta sapere cosa dire, essere me stesso, e mi piace molto girarli insieme a mio fratello.
Quando non eri occupato in palestra, che scuole hai fatto?
Ho studiato informatica e materie affini. È sempre stata una delle mie passioni, assieme al wrestling. Non ero molto forte a scuola… ma ho comunque finito superiori e università.
Ormai sono già cinque anni che sei salito sul ring. Volendo tirare le somme, quale risultato pensi di avere ottenuto?
Ho superato le mie aspettative. Non avrei mai pensato di raggiungere i traguardi che ho raggiunto! Ho conquistato per prima la cintura di God of Sun e in seguito il titolo interregionale ICW. Sono una presenza fissa negli show di ICW e RSWP. Sono felice ed orgoglioso di tutto questo: è la prova che l’impegno e il lavoro duro ripagano sempre. Ma questo non è che l’inizio: io miro a raggiungere traguardi ben più importanti.
Adoriamo la tua entry music e il suo “popom, popom, popom” austero e marziale… Dove l’hai trovata? Di chi è stata l’idea di usarla?
Cercavo una musica d’ingresso che rendesse proprio l’idea di austerità e fierezza. Dopo molto tempo passato a cercare, l’idea vincente l’ha avuta mio padre consigliandomi la musica del film “La Battaglia sulla Neretva”.
Alcune persone sono contrarie a fare praticare questo sport ai bambini. Tu come la vedi? A che lo consiglieresti e a chi no, grandi o piccoli che siano?
Il wrestling è uno sport adatto a tutti! ovviamente viste le sue caratteristiche deve essere praticato nella giusta maniera. Anche i bambini più piccoli possono praticarlo, purché nella giusta maniera, passo dopo passo, seguiti da un maestro serio. Si inizia sempre partendo dalle basi tecniche e dei movimenti, poi si va avanti imparando l’attitudine, praticando l’allenamento ad alta intensità muscolare e cardio, per poi imparare le mosse e fare i primi match. Non bisogna avere fretta. D’altronde poi avranno tutta la vita per spaccarsi le sedie sulla schiena! (ride)
Con tutti i pregiudizi che ci sono in Italia, ci sono pochissime donne, sul ring. Secondo te arricchisce la loro personalità o le toglie qualcosa?
Come ho detto, penso che il wrestling sia da considerare come ogni altro sport. Le donne fanno bene al wrestling e il wrestling fa bene alle donne.
E a te, cosa ha dato e cosa ha tolto, il wrestling?
Mi ha dato molto. Mi ha dato molti amici e molti bei momenti. Mi ha dato motivazione, voglia di impegnarmi e mi ha aiutato a comunicare qualcosa che non avrei potuto esprimere in altro modo. Mi ha tolto molto tempo che avrei potuto dedicare ai miei cari, ma con questo bisogna sempre fare i conti, quando si insegue una passione.
Per te, cos’è, il wrestling?
Il wrestling è sia passione che spettacolo: le due cose vanno di pari passo. Passione significa soprattutto impegnarsi a portare uno spettacolo al pubblico. Dev’essere bello, avvincente, credibile, vario e dinamico. Ma per quello che riguarda lo spettacolo, rischiamo di non avere abbastanza spazio per parlarne. Volendo stringare al massimo, possiamo dire che alle sue origini, uno show è una lotta che deve diventare intrattenimento. Questo concetto si è poi evoluto sotto molti aspetti e in molte modalità, come sappiamo. Si va dal combattimento estremo a quello più spettacolare e meno lottato, da quello violento a quello raccontato al microfono! Io prediligo uno stile spettacolare, ma senza tralasciare la realisticità: i miei colpi sono veri colpi. Li do, certo, ma non mi tiro mai indietro anche se c’è da prenderle. E poi, per me il pubblico è importantissimo: guai a non coinvolgerlo e renderlo partecipe dell’azione!
Quali sono le differenze più vistose tra il wrestling italiano e quello della WWE?
La WWE è una delle maggiori federazioni al mondo, vanta un roster importantissimo e un performance center che gli permette di formare al meglio i nuovi atleti. I suoi spettacoli sono seguiti in tutto il mondo da milioni di persone. Qui non abbiamo tutto questo… come si fa a stargli alla pari? A parte le ovvietà, in ICW e RSWP proponiamo uno spettacolo diverso in cui il pubblico non è “gente che sta seduta” e basta: dal vivo ha un ruolo chiave! In WWE , al contrario, creano un prodotto principalmente dedicato al pubblico “seduto”, televisivo e web.
Che ne pensi degli italiani per cui sembra che esista sempre e solo il calcio?
Il calcio è uno sport legato a doppio filo alla cultura italiana, ed è importante che lo sia e che ci sia. Ma noi che amiamo il wrestling dobbiamo pensare a promuovere il nostro sport e a fare conoscere le nostre realtà a più gente possibile.
Il sogno di tutti, ovviamente, è di essere chiamati dalla WWE. Fantascienza: immagina di essere convocato. Dicci almeno cinque motivi validi per rispondere di no alla chiamata.
L’unico motivo a cui posso pensare per un diniego è lo stare vicino alla mia famiglia.
È una cosa semplice conciliare lavoro, famiglia, sport e tempo libero o diventa una faccenda complicata?
Per me no: sono sempre pieno di impegni e il lavoro mi prende tanto tempo, ma quando ho del tempo libero cerco sempre di dedicarlo ai miei cari.
Che ne pensi degli atleti che ricorrono a steroidi, anabolizzanti e varie sostanze chimiche per gonfiarsi i muscoli?
Ognuno è padrone del proprio destino e del proprio corpo. Io non sono favorevole all’utilizzo di questo tipo di sostanze, cerco di condurre una vita sana e naturale. E poi è meglio una buona grappa delle porcherie chimiche!
Fuori dal ring, hai la fortuna di avere un lavoro fisso o sei anche tu della grande famiglia dei precari?
Fortunatamente, da quando mi sono laureato ho un posto fisso.
Cosa ti auguri per il futuro, come atleta e come uomo?
Di essere felice.
Chiudiamo anche con te con la consuetudine ormai acquisita… il fuoco di fila!
Tre persone che butteresti giù dalla torre.
Solo tre?
Tre persone che salveresti dalla fine del mondo.
La mia famiglia, la mia ragazza e un bravo produttore di grappa.
Con chi vorresti passare un mese su di un’isola deserta?
La mia ragazza.
Con cosa vorresti passare un mese su di un’sola deserta?
Grappa.
I famosi tre desideri del Genio della Lampada?
Felicità, salute, grappa.
In quale luogo ti piacerebbe vivere?
Difficile, scegliere! Un posto con tanta natura incontaminata.
Se tu fossi un personaggio storico, chi vorresti essere?
Alessandro Magno
Se tu fossi un animale, che animale saresti?
Boh?
Qual è il lavoro che non faresti mai e poi mai?
L’intervistatore.
Immagina di poter tornare indietro nel tempo. Qual è la cosa che rifaresti comunque e quella che non rifaresti mai?
Rifarei: tutto. Non rifarei: prendere alla leggera gli studi.
Mišo, ti ringraziamo davvero per il tempo e la pazienza che hai voluto dedicarci. Ti auguriamo tutto il bene possibile, e che il futuro ti sorrida!
Grazie, anche a te e a tutti i lettori. Continuate a seguirmi, siete il vero cuore del wrestling italiano!
Se voleste ascoltare la sua entry music, la trovate a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=NuwkTuy612I
Erika Corvo