Nella foto, in alto: rifiuti nel mondo
Quante tonnellate di rifiuti, ogni anno, vengono prodotti nel mondo? Sicuramente, piu o meno, oltre i 4 miliardi. Naturalmente, le Nazioni che ne generano di più sono quelle più ricche e progredite. Più urbanizzate. La pole position, infatti, la detengono, senza ombra di dubbio, gli States. Ogni italiano, invece, origina in media circa 1,4 kg. di rifiuti al giorno. Per un totale annuo nazionale di 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani.
Nella foto, in alto: rifiuti in plastica
L’aumento di produzione dei rifiuti sta avendo una notevole impennata nei Paesi che stanno vivendo una galoppante crescita economica come, ad esempio, la Cina. In base a dei calcoli, si prevede che l’umanita’ arriverà a produrre, nel 2025, più di 6 miliardi di tonnellate di rifiuti. Nel nostro bel Paese, effettivamente, la raccolta differenziata ha toccato, pressoché, il 53%. Il dato è frutto della media tra zone che hanno raggiunto risultati molto diversificati. Esistono Comuni che differenziano più del 65% dei rifiuti e altri nei quali si arriva a stento al 15-20%. Cosa bella? Il rifiuto da scarto seguendo un certo iter può, di contro, passare a risorsa. Il rifiuto in natura, invero, non esiste perché tutto si recupera. La nostra economia si è basata per molti anni su un sistema lineare. Si produceva, si consumava.
Si buttava. Oggi, invece, la scarsità di risorse e l’aumento dei rifiuti ci costringe a pensare a un nuovo sistema economico, detto economia circolare. L’economia circolare ha un importante risvolto sociale. Grazie a questo sistema nascono anche molti lavori. Chi progetta case in una nuova ottica. Chi le ripara. Chi le rivende. Chi inventa i programmi per condividerle con gli altri. Etc. Risultato? Viviamo bene. Consumiamo meno risorse ed evitiamo di inondare il nostro pianeta di rifiuti. L’economia circolare ci dice che possiamo vivere tutti nel benessere se pensiamo bene a come fare le cose. Ma in pratica cosa bisogna fare? A tutta prima, usare energia rinnovabile (da sole, acqua e vento) e materie prime seconde, cioè quelle che vengono dal riciclo, per la fase di produzione.
In secundis, i prodotti, come ad esempio, le lavatrici, le auto, i telefoni e via dicendo devono essere progettati in maniera da durare il più possibile. Essere facili da smontare. Permettere lo scambio dei pezzi di ricambio e far recuperare più materie prime possibile. Ancora, i prodotti si possono condividere così tutti li possono usare e ne bastano molti di meno. Un esempio, è il car sharing. Prenoti l’automobile quando ti occorre. La usi e la paghi solo per quanto l’hai usata. In ultimo, gestire quello che resta di cibo e materiali biologici in genere dopo il consumo, per produrre energia e fertilizzante per il suolo, attraverso digestione anaerobica e compostaggio. Madre Terra? Ci ringrazia e continua a girare!
Giuliano Regiroli