Novità sul fronte dell’acne. Se finora i dermatologi per debellarla si concentravano sul sebo in eccesso, ora viene preso in esame anche la sua composizione qualitativa . L’importanza del ruolo del sebo nell’incidenza dell’acne è stato studiata da un gruppo di ricerca internazionale, coordinata dai Laboratori Dermatologici Bioderma. «Nella pelle sana il sebo ha la funzione di proteggerla pelle», spiega il professor Vincenzo Bettoli, responsabile dell’Ambulatorio Acne dell’Università degli Studi di Ferrara «In particolare sono tre gli acidi della cute che garantiscono la sua integrità: l’acido sapienico che tiene sotto controllo l’attività antibatterica, l’acido oleico che protegge la barriera cutanea e l’acido linoleico, responsabile della permeabilità della pelle. Quando la composizione del sebo muta, cambiano anche le manifestazioni tipiche dell’acne: la riduzione dell’acido sapienico diminuisce l’attività antibatterica facilitando così le infezioni, la protezione dell’acido oleico viene a mancare favorendo la comparsa di comedoni, mentre la diminuzione dell’acido linoleico produce un ispessimento della barriera cutanea». I ricercatori sono riusciti a mettere a punto dei trattamenti dermocosmetici, a base di Bakuchiol (un attivo vegetale)r e di Fluidactiv (un brevetto), che riescono a mantenere la composizione del sebo delle persone con acne molto simile a quella degli individui con pelle sana.
Un problema che coinvolge tutte le età
L’acne ha un picco di fra i 14 e i 28 anni, ma può esordire anche intorno ai 10 anni ed essere presente anche in persone fra i 30 e i 40 anni. Nella fascia di età 15-19 anni si calcola che in Italia l’acne lieve-moderata colpisca il 40% della popolazione. «Può presentarsi in diversa maniera e pertanto viene classificata in: comedonica, una forma non infiammatoria, caratterizzata dalla presenza dei cosiddetti punti neri e punti bianchi; in papulo-pustolosa, una forma infiammatoria in cui sono presenti piccoli rilievi cutanei arrossati, talvolta, accompagnata da pus e infine nodulare, anch’essa infiammatoria ma più severa», spiega il professor Giuseppe Monfrecola, professore di dermatologia all’Universitàò di Napoli Federico II. «Non può essere considerata solo come un problema estetico, ma come una vera e propria malattia molto complessa che peggiora la qualità di vita delle persone,soprattutto quella degli adolescenti. L’acne può durare anche diversi anni ma può essere efficacemente curata se si impiegano, in modo costante,trattamenti di mantenimento».
Personalizzazione della cura
Il modo migliore per guarire dall’acne è la personalizzazione della cura. Come si possono prescrivere, per esempio, due prodotti topici al giorno, da applicare alla sera ed al mattino, ad un giovane adolescente attivo e sportivo che è sempre di corsa? Un altro esempio di personalizzazione è nella scelta del trattamento ad uso topico. «Se la persona ha una notevole produzione di sebo meglio usare un gel che tende a seccare un po’ la cute», dice Bettoli, « se invece il paziente tende ad avere una cute secca e meglio prescrivere una crema/emulsione delicata anche idratante. Per contrastare la secchezza si dovrà scegliere un detergente delicato che rimuova i residui ma non sgrassi. Se invece sulla pelle rimane del sebo si deve scegliere un prodotto con un maggiore potere sgrassante. Un altro aspetto importante da considerare è la stagione. In un in un ambiente freddo, ventoso e secco l’acneico tenderà ad avere una cute secca ed irritabile. Sono quindi indicati i prodotti che non secchino ulteriormente la cute. In un ambiente caldo e umido sono, invece, consigliati prodotti topici che seccano la cute».
Giovanna Lombardo