Avete mai pensato che anche gli animali possono avere delle disabilità? Ebbene, è così. Possono soffrire di malattie genetiche che causano problemi fisici o cognitivi anche severi, oppure possono aver perso alcune abilità nel corso della loro vita, a causa di malattie o, spesso, di incidenti. O, ancora, semplicemente a causa della vecchiaia. Alcuni di loro hanno problemi nella deambulazione o nel movimento, atri sono ciechi, altri sordi. Qualcuno ha delle malformazioni. Ma non per questo non hanno diritto alla vita, alle cure e all’amore. Infatti, la compagnia e l’affetto che sanno dare non sono diversi da quelli che ci regalano gli animali più fortunati di loro: hanno solo bisogno di qualche attenzione e cura in più. Per questo, in America si parla di animali con “special needs”: con bisogni speciali. Il soddisfacimento di questi bisogni permette loro di vivere una vita normale, felice e serena. Ad esempio, esistono tutori, supporti per animali a cui mancano le zampe, scarpine protettive in caso di lesioni, macchinari per la fisioterapia, oltre a metodi per la comunicazione alternativi.
Un caso significativo è quello di Sailor, un cane sordo che ha imparato i comandi della lingua dei segni. Dopo aver vissuto da randagio, è stato portato alla Best Friend Atlanta. Qui, la logopedista Allison Arnold, esperta nel lavoro con i bambini sordi e ipoudenti, si è innamorata di lui, ha avuto l’idea di addestrarlo con questo metodo alternativo e l’ha adottato. Da quel momento per Sailor è iniziata una nuova vita: ha appreso molto rapidamente e ha trovato una nuova casa. Ora si chiama Thomas, nome per lui più facile da comprendere con la lingua dei segni. Per gli animali nati con deformazioni, paraplegici o che hanno perso le zampe anteriori o posteriori esistono, poi, dei carrellini che permettono loro di camminare. Ve ne sono di tutti i tipi: per le zampe anteriori e per quelle posteriori, dotati di tasche porta-zampe in caso di paralisi, più o meno robusti in base al tipo di disabilità. I beneficiari possono essere cani, gatti, ma anche conigli, pecore, tartarughe… tutto dipende dall’amore e dalla fantasia di chi se ne prende cura!
Questi animali meritano di avere una possibilità per vivere felice, senza essere soppressi solo a causa della loro disabilità. Tutti loro possono dare tanto, tantissimo. Un esempio virtuoso è quello della fattoria “Safe”, ad Austin, in Texas, dove gli animali con disabilità fanno pet therapy a bambini che, come loro, hanno qualche disabilità fisica o cognitiva. Qualcuno non ha una zampa, qualcuno soffre di qualche sindrome. Eppure ognuno di loro è un autentico esempio di inclusione. Ognuno di loro ha qualcosa da dare e rappresenta per questi bambini un messaggio di forza. Come ha affermato la fondatrice, Jamie Wallas-Griner: «Gli animali possono fare miracoli». Tutto è nato quando lei e suo marito hanno adottato un cane di nome Angel per aiutare il loro bambino autistico. Hanno notato quanta forza Angel desse a loro figlio, quanto aiuto nel superare le sue paure e a conoscere meglio se stesso. Da qui, la decisione, nel 2014, di aprire il ranch, che quattro anni più tardi è diventato un’associazione no-profit e un centro di riabilitazione. Così, molti animali con disabilità o che hanno subito abusi e maltrattamenti hanno potuto trovare una casa, essere curati, aiutare i bambini e, alcune volte, trovare una famiglia adottiva: «gli animali che salviamo hanno una storia da raccontare e i bambini che vengono da noi con dei traumi possono confrontarsi con la vita degli animali e scoprire di non essere i soli ad avere delle difficoltà».
Luana Vizzini