La monogamia nel mondo animale esiste. Anche se presenta delle differenze rispetto al concetto di monogamia che abbiamo noi in mente. Innanzitutto, bisogna distinguere tra monogamia sociale e sessuale.
Nel caso della monogamia sociale, due individui vivono insieme e condividono i compiti di accudimento dei piccoli e di ricerca del cibo. È il caso del 92% delle specie di uccelli: i pulcini, infatti, non dipendono unicamente dalla madre per l’allattamento, ma possono essere accuditi da entrambi i genitori. La monogamia sessuale, invece, riguarda anche l’esclusività tra due individui nell’accoppiamento.
Il caso più esemplare è quello dei piccioni, rigorosamente monogami. Dopo un lungo corteggiamento, quando la coppia è finalmente stabile, avviene l’accoppiamento e, di lì a una ventina giorni, la nascita dei pulcini. Sia la madre che il padre covano le uova, alternativamente, ricercano il cibo e addirittura producono il latte per nutrire i piccoli.
Anche gli urubù, uccelli delle Americhe, sono rigorosamente fedeli e anche molto gelosi. Il maschio è un vero e proprio Otello: non permette a nessuno di avvicinarsi alla femmina e attacca senza pietà qualunque rivale.
Tra i mammiferi monogami, invece, si ricordano i gibboni (primati del Sed-Est asiatico), i lupi e i castori. Questi ultimi sono monogami sia a livello sociale che sessuale. Quindi, si alternano nelle cure dei piccoli e si accoppiano solo con l’altra metà, finché morte non li separi. Infatti, interrompono la monogamia solo nel caso in cui il compagno o la compagna venga meno.
Nelle profondità del mare, invece, i più fedeli sono i pesci angelo, che vivono tutta la vita in coppia e si difendono a vicenda dagli attacchi dei predatori.
Peter Paul Huayta Robles