Oltre che un momento di gioia e di festa che accomuna molto Paesi nel mondo, il periodo delle festività è anche un’occasione unica in cui rivivere tradizioni millenarie che raccontano, forse, meglio di ogni altra cosa lo spirito, la cultura e la storia di un popolo. E proprio per l’amore che a Cipro è presente in ogni parte dell’isola per la particolarità della propria tradizione, i riti legati al Natale sono vissuti come in passato e nella loro complessità sono rappresentativi della straordinaria unicità che in questa isola, crocevia del Mediterraneo, è scaturita da suo essere un luogo di attraversamento che ha visto passare popoli, tradizioni, patrimoni culturali differenti. Ognuno ha lasciato un segno e oggi li possiamo ritrovare più vivi che mai, in momenti come il Natale, in cui non è importante, appunto, solo la festa in sé, ma la sua preparazione. Per essere pronti nel migliore dei modi ad accogliere il suo spirito di rinascita. Che questa parte dell’anno sia un momento magico è percepibile già dalle chiese, secondo il rito greco-ortodosso Il Natale è una vera e propria festa di luce e proprio per questo le chiese e le icone che le impreziosiscono risplendono grazie alla luce delle centinaia di candele accese per l’occasione e tra i momenti più suggestivi figurano sicuramente quelli in cui prendono vita i lunghi canti di attesa della natività. Le festività durano dodici giorni, dal 25 dicembre al 6 gennaio, e in tutto questo periodo, preceduto da un periodo purificatore in cui si segue un regime alimentare povero di grassi, adulti e bambini danno vita a emozionanti momenti di ritualità che rappresento gioiosi momenti di incontro tra tutti i membri della comunità.
I Ciprioti amano le feste, sia religiose sia laiche, numerose nel calendario annuale; alcune affondano le proprie radici in epoche molto antiche, immerse nella storia e nelle tradizioni isolane, altre sono invece d’epoca più recente. Le tradizioni sono così genuine nel contesto rurale di Cipro. La credenza narra di figure fantastiche, i kalikantzari spiritelli birichini vestiti di nero con una coda tra le gambe. Spuntano nei villaggi dopo la mezzanotte e ne combinano di tutti i colori per disturbare la gente e spaventare le donne, i vecchi e i bambini. Pare che il loro caratteraccio dipenda dal fatto che il maligno non ne sia stato del tutto esorcizzato. Restano a spasso fino alla notte dell’Epifania, e nel frattempo si ricorre a mille espedienti per scacciarli. I preti benedicono le case con l’acqua santa cosparsa con un ramoscello d’ulivo, le famiglie cercano di prenderli per la gola con dolcetti, salsicce e altre leccornie lasciate per loro sopra i tetti. Ghirlande di foglie d’ulivo sono intrecciate con bacche rosse ed adornano le porte delle case, mentre ogni stanza è irrorata d’acqua santa. In cucina si preparano pani speciali e pizze cosparse di sesamo. In pianura le chiamano “yennòpittes”, vale a dire le “pizze della nascita”, e hanno forme diverse, ora di esseri umani, ora di animali o di strumenti agricoli. Qualcuna viene appesa come portafortuna sulla trave portante del soffitto di casa o davanti alle sacre icone, dove resterà fino a Capodanno o addirittura fino al prossimo Natale. A tavola a Natale, tocca al capo-famiglia spezzare il “cristópsoma”, il “pane del Cristo”, e quindi distribuirlo ai suoi cari. Il pasto comincia con la minestra “avgolémono”, un brodo di carne e riso con l’aggiunta di uovo sbattuto e succo di limone. Tra i tradizionali prodotti da forno natalizi ricordiamo i “kourabiedes”, ossia morbidi biscotti al burro ricoperti di zucchero a velo, i “melomakarona”, piccoli biscotti rotondi ricoperti di mandorle o noci tritate, aromatizzati con spezie e inzuppati in sciroppo di miele, infine il “koulouria” ossia il tradizionale pane al sesamo.
Finito il pranzo, il resto della giornata sarà trascorso a ricevere e a fare visite, bevendo “zivanía”, una specie d’acquavite forte come il brandy, e mangiando frutta secca e pasticcini. Oppure sedendosi intorno al grande falò acceso sul piazzale della chiesa dai ragazzi: si pensa che il fuoco, da sempre considerato un simbolo di vita, abbia il potere di allontanare il male. Il primo Giorno dell’Anno Nuovo che porta ottimismo e speranza è accompagnato da un dolce speciale chiamato Vassilopitta – dolce di San Basilio – cotto con una moneta nascosta nel suo interno. La persona che trova la moneta avrà fortuna per tutto l’anno! L’Epifania è una festa importante a Cipro nella quale viene ricordato il battesimo di Cristo sulle rive del fiume Giordano. A Cipro viene celebrata con un rito liturgico in ogni cattedrale di ogni città isolana, ed una processione verso il mare si snoda verso metà mattinata per il battesimo cerimoniale della Santa Croce nel mare. Il vescovo getta la Santa Croce in mare e alcuni giovani s’immergono nelle acque e riportano la croce al religioso. Sull’isola di Cipro il viaggiatore trova forti testimonianze di fede del Cristianesimo ortodosso; le feste religiose del periodo autunnale ed invernale seguono quelle cristiane e possono diventare un momento dell’esperienza del viaggio a Cipro.
Giovanna Lombardo