La parola cancro , carcinoma, o comunemente chiamato neoplasia maligna e’ indicativa di lesione cancerogena presente nel nostro corpo. E’ gia’ devastante il saperlo organicamente, purtroppo occupare il nostro organismo, figuriamoci dal punto di vista psicologico! Come medico e’ molto difficile il rapporto di comunicare la diagnosi certa al paziente. In ospedale, in ambulatorio, in studio medico… idem … la risposta e’ una doccia ghiacciata per chiunque. Il carattere personale e’ diverso da individuo a individuo, con sfaccettature differenti in ognuno di noi. Una volta arrivata la gelata precoce la nostra vita e’ cambiata per sempre. Nulla sara’ piu’ come prima. In quel momento, in ogni istante, in un attimo ripercorriamo a velocita’ la nostra vita vissuta. E… la paura prende il sopravvento su di noi. E’ troppo facile dire: mi spiace! E’ vero ora inizia una lotta per la vita, tra accertamenti diagnostici sempre piu’ sofisticati, terapie mediche all’ avanguardia come radioterapia, interventi chirurgici mirati a debellare (eliminare, ndr.) la malattia in modo risolutivo. E la chemioterapia, che dire? Rattrista solo il nominarla. E la paziente con una calma apparente mi dice: dottoressa ho gia’ comprato una parrucca… qualcosa in me si e’ fermato, al telefono ho trattenuto le lacrime. Lo so che ci hanno insegnato a mantenere un distacco tra medico e paziente ma talvolta e’ molto difficile. Non si riesce. Siamo esseri umani anche noi medici. Ci ammaliamo anche noi e impariamo a combattere le nostre patologie.
La vita e’ un dono prezioso che pero’ talvolta si complica e provoca un cambiamento radicale in noi stessi. Essere sensibili e’ importante nell’ approccio psicologico con i malati poiche’ le reazioni che ne derivano (come in rari casi il suicidio) possono essere devastanti! Non tutti sono predisposti ad affrontare il lungo percorso terapeutico, i sacrifici imposti, le temibili complicanze della chemioterapia. Aveva ragione Mulligan, il regista del film istruttivo e da me amatissimo: “Il buio oltre la siepe” che spiegava con calma e dolcezza a sua figlia piccola Scaut, che se non ci mettiamo nei panni degli altri , interiormente non potremo mai capire a fondo il loro problema, la tragedia che vivono psicologicamente e aiutarli come meglio possiamo!
Dr. Giovanna Lombardo (medico chirurgo)