Arriviamo intorno alle 14,00. E’ una bellissima giornata calda e soleggiata. C’è già chi si sta dando da fare per montare il ring e altri ragazzi arrivano alla spicciolata. È bello, il ring da show! Ha i pali più pesanti e robusti, le barre sono state rinforzate e poi ci sono le assi e le imbottiture nuove, le minigonne sono state modificate per rimanere belle ferme al loro posto… una figata, insomma! Sistemiamo le sedie, ne mettiamo giù centoventi e speriamo come sempre che non bastino. Con un sottofondo di musica rock che ci aiuta a non perdere il ritmo, ognuno di noi conosce il suo ruolo e cosa ci sia da fare. Anche noi di Mondomarziale, certo, perché ci teniamo a condividere con i ragazzi il sudore e la fatica, essere partecipi e sentirci parte del tutto. Ci teniamo a conoscere quello che c’è dietro ogni show, le ore e le madonne tirate giù dal cielo per risolvere i mille problemi che intralciano e ci fanno perdere tempo ogni volta, prima dell’inizio dello show. Perché – non ci stancheremo mai di ripeterlo – dietro agli attire luccicanti e alle entry con luci e fumi c’è tutto un mondo di dedizione, passione, sangue, sudore, lacrime e gioie, e dietro ogni singola mossa ci sono mesi e mesi di preparazione.
Il backstage si riempie di oggetti di scena. Avevamo portato una nutrita scorta di cibarie ma sparisce tutto in brevissimo tempo. Eh, beh… questi sono ragazzi giovani e sani… magnano come lupi! Tony Fusaro, colui che commentava il catch negli anni ottanta, ancor prima di Dan Peterson, è ospite d’onore e commenterà dal vivo, questa sera. Ci chiede di presentargli tutti gli atleti per aiutarlo a memorizzare i nomi, perché poi sarà lui stesso a introdurli e fare la cronaca dal vivo. Non è facile districarsi tra nomi anagrafici, soprannomi, ringnames… e come fai a ricordarteli tutti? Esempi di informazioni utili: “Quello lì che sta camminando, chi è?” “Cammina? Allora è Chris Walker: un nome, una garanzia!” “E Red Devil, qual è?” “Non c’è ancora, ma quando arriva lo riconosci: sembra uscito dal paginone centrale di Playgirl”. “Kronos? C’è?” “Non ancora, ma anche lui lo riconosci subito: quando ne vedi uno che sembra due, è lui” Stasera debutteranno AB Knight, Chris Walker e Scrum, li abbiamo visti allenarsi per mesi e siamo certi che se la caveranno bene, ma l’emozione è fortissima. Stabiliamo insieme a Giacomo dove sistemare la nostra postazione e ci viene passata la card da studiare, ma ci sono delle varianti: Domenico Dinamite non c’è, si è infortunato. Alcuni ragazzi iniziano a riscaldarsi mentre Marcio Silva allena i trainee come se fosse una consueta sessione di allenamento. Nei preparativi extra ring, Matt Disaster ci delizia con qualche Swanton eseguita in scioltezza, poi scende dal ring e inzia ad aggirarsi qua e là studiando la struttura del palazzetto con aria meditabonda. “Che stai facendo? Vuoi laurearti in architettura?” chiediamo. “Vedrai, vedrai!” Le sue intenzioni le capiremo solo più tardi! TG si infila il nuovo attire bianco, bellissimo! Ma che bei lavori fa, la J&J !
Il tempo scorre, e mentre chiacchieriamo con Tony Fusaro ci viene in mente qualcosa per la serata… vedrete! Con grandissima soddisfazione ci accorgiamo che la metà dei posti a sedere è già stato prenotato, quindi bisogna aggiungere sedie e sedie ancora prima che il pubblico faccia il suo ingresso. E alla fine entra la gente. Madonna, ma quanti sono? Mentre portiamo a spasso Paziente Uno (il cagnolino di Paziente Zero e Insanity), la sala finisce di riempirsi e contiamo, udite udite… centotrenta spettatori paganti! Alla faccia di chi sosteneva che al giorno d’oggi anche il migliore show non possa radunare più di una trentina di persone, tra il pubblico!
E alla fine si spengono le luci e lo show ha inizio con la parte che a noi piace meno: un siparietto a base di “io sono intelligente e tu sei scemo”, ma ci vuole anche questo. Il primo match vede sfidarsi tre tag team: Gemini e Danny Price andranno contro Nico Narciso e Leon. Chi avrà la meglio proseguirà il combattimento contro Silva e McKee. Price e Gemini iniziano bene e si fanno notare con un doppio suplex con delay, poi arriva Leon e gli cambia connotati e dati anagrafici: adesso si chiamano Hamburger e Frittatina. Lo adoriamo, il nostro Omino Michelin! Le similitudini con Erika Corvo aumentano: entrambi portano l’ottava di reggiseno. Dopo che Leon ha regalato quel che avanza di Gemini e Price allo chef Cracco in quanto ridotti allo stato culinario, ecco che arrivano Steve McKee e Marcio Silva che difendono le loro cinture di Tag Team. Riescono a tenersele, ma dovranno sudare! Basti dire che Leon acchiappa al volo Silva che gli si fionda addosso zompando dalla terza corda (un metro e novanta di ragazzone per ottanta chili e passa di peso acchiappato al volo!!!) Poi, senza nemmeno barcollare, butta via Marcio Silva come se fosse immondizia ed esegue una gorilla press slam su Steve.
Secondo match: A.B. Knight vs Bragaglia. Dinamite non c’è, come dicevamo. Al suo posto è arrivato Bragaglia, l’Uomo Che Non Sbaglia, accompagnato da Phantom. Bragaglia viene subito pesantemente fischiato, ma a lui non importa granché. Arriva in suo soccorso Phantom con andatura barcollante. Non sembra tanto sicuro di sé, ma tanto deve solo prendere un fracco di sventole e tornarsene via, quindi va bene così. A.B. Knight ci mette del suo, se la cava dignitosamente e si aggiudica il match. Niente di spettacolare, certo, ma è solo l’esordio, avrà tutto il tempo di migliorare e sappiamo che ci regalerà tante belle sorprese. La cosa più notevole, qua, è il tifo a livello curva sud che intonano i Rhinos: tutti i compagni di squadra di football americano di Kronos, che quanto a sport, non si fa mancare nulla. Il casino che fanno raggiunge i decibel di un boeing 747 in fase di decollo. Tony Fusaro cerca di destreggiarsi come meglio può tra nomi memorizzati a fatica e card cambiata all’ultimo momento, ma è bellissimo riascoltare termini come “salto mortale all’indietro”, “chiave articolare”, “azione prepotente” e varie altre chicche che credevamo sopite nella memoria. Più che un commento, una macchina del tempo. Ed ora un sano e genuino incontro hardcore: Brutus contro Paziente Zero e Insanity, e qui le botte da orbi si sprecano. Naturalmente il ring rimane deserto e il tutto si svolge al difuori, tra sedie sfasciate e oggetti contundenti di ogni tipo. Ed ecco il siparietto blitz che avevamo progettato nel backstage insieme a Tony e Paziente Zero: Paziente si incazza con Tony e lo affronta per menarlo. Erika Corvo lo affronta a muso duro per difendere Tony, poi arriva Brutus, manda via chi non c’entra e ricomincia a suonare Paziente. Immaginiamo che voglia conservare il suo avversario anche per i prossimi match, perché lo trascina fino al frigorifero del catering e cerca di rinchiudercelo dentro. Non gli riesce perché è tutto pieno di lattine e bottiglie, altrimenti Paziente sarebbe in fresco ancora adesso. Poi se la prende con Insanity, e nonostante questa sia ancora col tutore per il braccio rotto la acchiappa, e una bella tombstone non gliela leva nessuno. Paziente viene schienato definitivamente su un tavolo che ci avevamo messo un secolo a mettere assieme, nel pomeriggio. Tutto è bene quel che finisce bene.
Red show, ovvero Red Devil versus Red Scorpion, match inadatto ai daltonici. Eleganza, classe, dinamismo, perizia, tecnica e ritmo incalzante. Più che altro, Devil le suona e Scorpion le prende per tutto il match, ma avevamo già chiarito il concetto che per un ruolo del genere devi essere tosto quanto chi te le suona o non funziona. Devil gliene combina di ogni: hurricanrana, pescado, moonsault, un bellissimo standing dropkick. Stavolta non si esibisce nello smutandamento e quasi lo rimpiangiamo: che la gimmick fosse inflazionata o meno, era pur sempre un belvedere, oltre che un belsedere. Non importa: Devil è uno spettacolo per gli occhi anche se si tiene i calzoni incollati. A sorpresa, Scorpion approfitta di una riversione controversa di un pin e lo schiena. Pausa. Riprendiamo tutti fiato, che il tifo, qua, ti lascia pronto per diventare cliente cronico del Benagol. Sigaretta, panino, birretta, e si ricomincia. Ullallà, ora tocca a Matt Disaster contro Horus l’Assoluto! Diciamo che potrebbe essere un triple threat match, in quanto tra Horus e Matt, quello che le prende più di tutti è l’irriverente Carlino Forchini (Il trainee quindicenne dell’ASCA che di solito dirige il tifo) che non perde occasione per stuzzicare gli atleti con lazzi e sberleffi. Arriva Horus e lo suona come una campana prima ancora di salire sul ring e di sfogare il suo maschio vigore contro Matt Disaster. Questi non si fa certo pregare per esibire tutto il suo repertorio di cose belle, tra cui parecchie RKO o jumping cutter che dir si voglia, bulldog e clothesline. Poi, mentre sono giù dal ring ci fa capire cosa avesse in mente nel pomeriggio: sale su una finestra mettendosi in piedi su pochi centimetri di davanzale di muro sporgente che manco l’Uomo Ragno saprebbe fare di meglio (quelli sono effetti speciali, Matt Disaster è reale) e si lancia su Horus. Il tifo dei Rhinos sale alle stelle, soprattutto quando Horus estrae da sotto il ring uno sledgehammer e diventa Horus l’Hassoluto Horribile, un Triple H nostrano. Madonna, i Rhinos, che casino che fanno! Speriamo di vederli ancora, che a fare il tifo sono meglio degli ultrà del Milan! Carlino viene suonato un’altra volta, anche peggio di prima. Possiamo dire che sia stata una serata giornalistica, dato che in sala, oltre a Mondomarziale, ci fosse anche… “Il Resto del Carlino”, inteso come ciò che avanzava del poveretto. Poi Matt si aggiudica l’incontro, ma per noi è mera cronaca e lo sapete benissimo.
Tony Fusaro è sempre perso nei commenti ma non nasconde di essere rimasto impressionato da quello che i nostri ragazzi sanno fare. E non lo dice per cortesia.
Ora è la volta di altri due debuttanti contro un senjor: Chris Walker e Scrum versus Kronos. Vi ricordate il mitico nemico di Tex Willer, Mefisto, che i navajos chiamavano “Colui che Cammina nella Notte”? Bene, se ci fossero dei navajos tra il pubblico, Chris Walker si chiamerebbe “Colui che Cammina Intorno al Ring” perché non fa nient’altro, mentre gli altri due combattono. Beh, che volete? Si chiama Walker: cammina! Ma non vi preoccupate che nei prossimi show lo chiameremo Chris Fighter (colui che combatte) e poi Chris Winner (colui che vince). L’abbiamo visto allenarsi per mesi e sappiamo che possiede attributi esagonali e anche tetraedrici. Passeggiate a parte, immaginate cosa possano combinare i Rhinos quando Kronos, il loro compagno di squadra, fa il suo ingresso, bello, solare e maestoso come una divinità greca? Casinooooo!!!!! Ma non un casino normale: un casino che più casino non si può, che tra un po’ vien giù la palestra per le vibrazioni, settimo grado della scala Richter! Il terzo atleta, Scrum, si difende come può dall’Ultimo dei Titani, ma nonostante una discreta stazza è una pulce contro una montagna che gli frana addosso. Indovinate chi ha vinto…
E adesso… e adesso cavoli vostri se non c’eravate, perché quando sale sul ring TG, noi smettiamo di prendere appunti e rendiamo omaggio a Sua Maestà. In mancanza di cavallo bianco, almeno ha di bianco l’attire nuovo, bellissimo. Gli si contrappone un grande del wrestling internazionale: Josh Bodom. Spettacolo, spettacolo, spettacolo! Che bello vedere una hurricanrana dalla terza corda, la rock and roll scissor, le sediate che volano, uno standing moonsault da parte di Bodom, TG che viene schiantato su un tavolo, e poi la finisher, una potente sitting powerbomb dell’atleta inglese. La cintura vola oltremanica e passa a Bodom… il che vuol dire che lo vedremo tornare per rimetterla in palio, e questo non può che farci piacere!
Finito? Naaaa! Per gli spettatori, è finito. Per noi, no. C’è tutto da rimettere a posto. Impilare centotrenta sedie e portarle via, raccogliere da terra bottiglie, lattine, cartacce e gettarle nei bidoni. Smontare il ring, che non è quello da allenamento ma quello da show coi pali pesanti. (Fate conto che ci vogliono quattro persone a portarne via uno. Quattro.) Tutti stanchi e ammaccati, morti di fatica e di sonno. Arrotolare i tappeti e le stuoie, portar via il frigorifero, passare lo scopettone sul pavimento, smontare le luci sul soffitto arrampicati in cima alla scala allungabile, tirar giù le impalcature del tendone d’ingresso… Si son fatte le due del mattino. E per parecchi dei ragazzi ci sono ancora diverse ore al volante per tornare a casa: chi a Bergamo, chi in Emilia, e chi ha l’aereo potrà dormire non più di un paio d’ore… Bodom crolla addormentato in terra tra le sedie della tribuna, tra una fila e l’altra di sedie. Poi magari qualcuno pensa: che fortuna, ti chiamano in Italia a combattere… No, non ha trovato mandolini, spaghetti e belle donne. Solo che noialtri del wrestling viviamo così e non possiamo farne a meno, anche se ogni tanto ce lo diciamo da soli che siamo un po’ scemi. Che ci volete fare? Domani ci conteremo i lividi, ci lamenteremo un po’ e poi ricominceremo daccapo. Orgogliosi. Il wrestling siamo noi.
Erika Corvo