Nella foto, in alto: una scena del film
“Chiamami vento” “Perché vento?” “Il vento va lontano e dietro di sé non lascia traccia”. Nel gennaio del 2005 esce nelle sale cinematografiche italiane, dove essere stato presentato in anteprima fuori concorso al 57º Festival di Cannes nel 2004, La foresta dei pugnali volanti film diretto da Zhang Yimou con Ziyi Zhang nel ruolo di Mei, Takeshi Kaneshiro e Andy Lau Tak Wah rispettivamente nei ruoli di Jin e Leo. Zhang Yimou, uno dei registi cinesi più noti e apprezzato per la sua maestria, è nato il il 14 novembre 1951 a Xi’an (Sian), capoluogo della provincia dello Shaanxi. Dopo aver frequentato l’Accademia di cinema di Pechino inizia a lavorare come direttore della fotografia e attore. Nel 1987 realizza il suo primo film in veste di regista, Sorgo rosso (vincitore dell’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino). Tra gli altri film da lui diretti vi sono: Lanterne rosse del 1991 (vincitore del Leone d’argento alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia), La storia di Qiu Ju del 1992 (vincitore del Leone d’oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia), Vivere! del 1994 (vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 47º Festival di Cannes), Non uno di meno del 1999 (vincitore del Leone d’oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia), The Road Home del 2000 ((vincitore dell’Orso d’argento al Festival internazionale del cinema di Berlino), Hero del 2002, La città proibita del 2007, Sangue facile del 2009, Under the Hawthorn Tree del 2010, I fiori della guerra del 2011, Lettere di uno sconosciuto del 2014. Nel 1997 nell’ambito del Maggio musicale fiorentino, ha curato la regia lirica della Turandot, opera che è stata poi riproposta in diversi teatri in giro per il mondo. La foresta dei pugnali volanti è ambientato nel 859, durante la dinastia Tang. Il Paese a causa dell’inettitudine dell’imperatore è in decadenza ed è afflitto dalla corruzione. Per spodestare l’imperatore un gruppo di ribelli composto da provetti guerrieri, l’alleanza dei Pugnali Volanti, complotta nell’ombra rubando ai ricchi per dare ai poveri. I soldati dell’imperatore per scoprire i nascondigli segreti e debellare l’alleanza si serve di Mei, una danzatrice cieca straordinariamente esperta nelle arti marziali, che sospettano sia la figlia del capo di tale organizzazione. Imprigionata e poi liberata da Jin in accordo con Leo, il suo superiore, intraprende con lui un lungo viaggio attraverso una foresta di bambù che la porterà dopo varie peripezie alla morte. A proposito dell’ambientazione del film il regista aveva dichiarato: “La foresta di bambù è inestricabilmente legata alle arti marziali, negli ultimi cinquant’anni tutti gli autori di Wuxia (genere letterario che parla di eroi marziali della tradizione cinese) hanno girato scene cruciali tra i bambù, compreso Ang Lee nella Tigre e il dragone. Non potevo farne a meno. Per essere considerati guerrieri autentici si deve combattere per forza tra i bambù“.
Erika Fumagalli