Bene, questa volta c’è da parlare di un evento davvero particolare da festeggiare e da onorare: il cinquecentesimo show della ICW! Che federazione sia la ICW non stiamo neanche a raccontarvelo perché lo sanno tutti, e che poi vi piaccia o no, sono fatti vostri. Cinquecento non sono mica pochi! Spalmati su diciotto anni di attività, fanno una media costante di 27 show l’anno, cioè più di uno ogni due settimane. Per un risultato del genere ci vuole tanto tanto impegno, una passione costante negli anni, una quantità di persone da coinvolgere e una notevole qualità per ogni spettacolo, o la faccenda sarebbe terminata al terzo show. Ci vuole una scuola con i controcavoli che sforni talenti e campioni con regolarità. E poi, soldi, tempo, “sangue, sudore e lacrime”, investimenti di ogni genere, pubblicità, pubbliche relazioni, capacità e perizia, organizzazione, materiali, la caparbietà di non arrendersi mai, qualunque problema sorgesse. Ebbene, tutto questo è stato reso possibile dall’impegno di tantissime persone, ma soprattutto dei suoi due sovrani: i fratelli Emilio e Adele Bernocchi, aka Mr. Excellent e Queen Maya.
Causa la nostra cronica necessità di passaggio per mancanza di veicoli propri, non pensavamo di poter riuscire ad esserci, e invece in zona Cesarini si è aperto uno spiraglio e il posto libero in macchina è saltato fuori. Yeah! L’evento si svolge a Costa di Mezzate, luogo che, se non hai la macchina, ci arrivi solo con l’elicottero, il jet privato, la slitta coi cani, o col teletrasporto di Star Trek quando lo avranno inventato.
Eccoci arrivati, finalmente! Madonna, quanta gente c’è già, e dire che sono solo le 16.30! Praticamente c’è tutto il roster ICW: Adele ed Emilio in primis, e poi Riot, Cassi, El Gringo, El Panzero, Alyx e Mary Cooper, Barbabionda, Doblone, Eron Sky, Dalla, Mahoney, Jesse Jones, Io Bartòn (che però stasera non combatte, che peccato!) e tanti, tanti altri.
In più… evento nell’evento, c’è TG, The Greatest, ovvero Giacomo Giglio, che stasera sarà main eventer proprio contro Mr Excellent: un scontro al calor bianco tra due Grandi (proprio di quelli con la G maiuscola) che hanno scritto la storia del wrestling italiano. Sapete che noi di Mondomarziale, oltre che alla generica “pace nel mondo” siamo fiere sostenitrici della “pace nel wresting”. Da anni parliamo bene di tutti perché tutti hanno qualcosa di buono da dare. Da anni siamo amiche di tutti dando il buon esempio e mostrando che alla fine non è poi così difficile andare d’accordo e non litigare. Da sempre sosteniamo che all’inizio del wrestling in Italia, quelli che ora sono maestri e leggende erano tutti ragazzini inesperti ed era inevitabile commettere errori a trecentosessanta gradi: tutti quanti alle prese con un giocattolo nuovo che non erano ancora in grado di gestire a dovere e di cui le regole – per il nostro Paese – non erano ancora state scritte. Tutti, dal primo all’ultimo dei protagonisti, hanno commesso qualche gaffe, qualche errore di valutazione o hanno messo i piedi in testa a qualcuno. E allora hanno litigato, si sono allontanati, si sono fatti la guerra e non si sono più parlati. Ma sono passati più di vent’anni. Basterebbe ammettere che tutti, da giovani, abbiamo fatto cazzate, metterci una pietra sopra e ricominciare a collaborare, stavolta da persone adulte, mature, per il bene di questo sport. E, credeteci! Vedere Emilio e Giacomo stringersi la mano, salire sul ring assieme e prepararsi all’incontro in armonia, è stata una soddisfazione enorme. Vera. Memorabile. Come vedere la storia mutare il suo corso guardando la stretta di mano fra Trump e Kim Jong Un.
Stasera, poi, saranno presenti le “leggende”: quelli che sono stati pionieri e pietre miliari di questo sport, l’élite e la crème, lo zoccolo duro e la strada da seguire. Cosa combineranno? Ci saranno delle sorprese? Mah, staremo a vedere!
E dato che qui l’articolo sta prendendo una piega troppo seriosa e drammatica, mettiamoci anche una irriverente foto di Kobra in mutande e riportiamo il tutto in un’atmosfera più scanzonata.
Iniziamo? Ok, tutti seduti che si comincia!
Hardcore Cassi contro Manuel El Gringo, contro Vertigo,contro Magic Degan. I primi tre li conosciamo già, mentre è la prima volta che vediamo Degan. È di Napoli, del 1997, ed è il clone sul ring di Michael Jackson. Cassi e Vertigo iniziano a menarsi per i fatti loro e se ne vanno al piano di sotto, mentre Degan e Gringo restano di sopra. Quelli di giù fanno il giro del ring a suon di sberloni, di sopra Degan parte all’attacco con uno spinning enziguiri bellissimo seguito poco dopo da una hurricanrana, due dropkick altissimi mentre Gringo è al paletto e uno basso quando questi stramazza giù al tappeto. Dato che per riaverlo in piedi ci vorrà un po’, Magic ne approfitta per un suicide dive su quelli del piano di sotto. Intanto, El Gringo si è ripreso e con un bel bigboot butta a mare anche Degan che stava tornando su. Allora risale Vertigo e butta giù Gringo per poi lanciarsi anche lui su tutto il comitato di ricevimento al completo (atleti più staff), riuniti per l’occasione, tutti pronti, per l’appunto, a riceverlo al volo. Cesana sta a guardare: più che un arbitro, un anziano davanti al cantiere. Tornano di sopra Vertigo e Gringo, e quest’ultimo torna in posizione orizzontale dopo un dropkick in pieno petto. Arriva anche Degan che tenta una huricanrana, ma Vertigo gliela reversa in powerbomb min 5.11. Torna pure Cassi che si allea con Gringo a spese di Vertigo min 5.38. Questi si lancia sui due con una crossbody ma i due lo afferrano al volo. E torna anche Degan che si lancia sui tre con un double lariat e li stende tutti. Mamma mia, che trambusto! Qua tornano tutti! Manca solo che anche Lassie faccia ritorno a casa e vedrai che dopo arrivano anche i due leocorni. Ora Cassi esegue una backbreaker su Vertigo, ma Degan gli impedisce lo schienamento. Poi Vertigo si piazza alle spalle di Cassi e tenta qualcosa, ma interviene El Gringo che, piazzatosi a sua volta alle spalle di Vertigo lo stacca dal gruppo marmoreo e gli fa un rollup. Interviene Cassi con l’idea di fare chissacosa, e invece si becca un fisherman suplex di quelli da mandare in visibilio il pubblico. Ora se le suonano di santa ragione Gringo e Degan. Questi si porta sull’apron con una shiranui ma invece di riuscire a combinare qualcosa, Gringo lo butta giù insieme a tutti gli altri e ci si getta sopra con un pescado: sembra una riunione di condominio! E stavolta sono in sette a prenderlo quando si lancia. Più che un pescado, un girotondo: tutti giù per terra! El Gringo riporta su Vertigo e lo spantega con una final cut. Interviene Cassi ad evitare lo schienamento e in momentanea alleanza con Vertigo lo spalmano sul tappeto con un double suplex. Arriva Degan giusto in tempo per beccarsi un dropkick sul muso e adesso sono tutti su a rollupparsi a vicenda. Un turbine indiavolato di rolla tu che rollo anch’io, e il povero Cesana come minimo si sarà fratturato la mano a forza di battere pin di due. Alla fine Degan trasforma un tentativo del Gringo in una reverse hurricanrana, ma roba da saltare tutti in piedi, spettacolare! Lo mette ko con un superkick, poi arriva Cassi che lo agguanta e lo scaraventa di sotto, giusto in tempo per schienare il povero Gringo. Madonna, è solo il primo match e siamo già senza voce! La cintura di campione dei pesi leggeri rimane a Cassi, che se la porta via mugugnando.
Secondo match: Max Peach contro Eron Sky, solo che per fare un po’ di comedy si sono invertiti i ruoli e scambiati gli attire: Peach è vestito da Sky e Sky è vestito da Peach. Per comodità li chiameremo coi loro soliti nomi o finisce che non ci si capirà più niente nel raccontarvi la faccenda.
Eron alza il braccio per il primo clinch e Peach ci fa capire che gli puzza l’ascella. Gli spruzza un deodorante spray che gli passano da fuori ring e la situazione pare migliori. La pantomima inizia coinvolgendo l’arbitro a provare lui stesso una international in cui tutto si svolge al rallentatore. Dopo una bella hurricanrana piazzata da Eron, questi si impadronisce della spada laser che, ovviamente, in questo contesto assume poteri paranormali: basta agitarla e muoverla a spirale perché Peach compia un flip senza che nessuno lo tocchi. Peach gliela strappa di mano e ripete il gesto, in modo che questa volta sia Eron a flippare per conto suo. I due si contendono l’arma paranormale poi interviene l’arbitro e gliela sequestra. Ci pensa su e decide di provare anche lui il Potere Occulto della Forza: minaccia i due competitors, ripete il gesto, e sono in due a fare capriole per magia, senza che nessuno li tocchi. Abbandonata la spada, ora c’è Sky che vorrebbe attaccare in diagonale dal paletto sulla terza corda, Peach che è seduto all’angolo opposto, ma mentre incita il pubblico, Peach gattona fino all’angolo successivo e Sky deve ricominciare daccapo. Nuova gag: Sky è intrappolato nelle corde e quando tutti si aspettano, che ne so, un 619 o qualcosa del genere, Peach arriva, sporge la testa fuori dalle corde e gli dà un bacio sulla guancia. Quando poi Sky fa la camminata sulle corde, sul più bello Peach gli fa perdere l’equilibrio. Poverino, cadere su corde d’acciaio con una gamba qua, una là e la corda nel mezzo, se sei un maschietto fa un sacco di male! Peach lo rimette steso sulle corde come la biancheria che asciuga, e sempre quando tutti si aspettano il 619, prosegue invece l’opera di castrazione con un low blow a due mani, senza preavviso. Si agganciano per un rollup e vanno avanti a rotolare per tutto il ring. Peach molla Sky e si mette a rollappare con l’abitro di qua e di là. Poi, naturalmente, è il turno di Eron con l’arbitro, tra le risate generali. Ma non gli gira, la testa? Sì. Fanno per rimettersi in piedi ma sono visibilmente storditi tutti e tre, e finiscono tutti giù per terra come nel girotondo, in contemporanea. Bene, ora Sky tira un paio di calcioni violentissimi e piazza qualche mossa seria e molto scenica, di quelle con gli handsprings. Vuole cimentarsi anche Peach nel repertorio avversario, ma il risultato è una cosa impietosa che finisce con uno splat e tante risate. Che succede, adesso? Che dato che Peach è a terra, Eron sale sul paletto e vorrebbe farci su un bel moonsault, ma l’altro, quatto quatto, si sposta dall’altro lato rendendo impossibile il volo. Allora Eron ci riprova da quell’altro angolo, ma il risultato è lo stesso: Peach non è più in traiettoria balistica di lancio. Al terzo tentativo, Eron si lancia e basta, e aggiustandosi con un handspring, come che vuoi che vuoi, stavolta lo centra. Peach scende dal ring e ci sparisce sotto. Eron lo cerca ma non lo trova più. Sbucando dall’altro lato, Peach riappare con un lenzuolo bianco, si stende sul canvass e se lo drappeggia sopra, mimetizzandosi da ring. Nauralmente Eron “non lo riesce a vedere”, e allora si aggira tra le corde chiamando l’avversario a gran voce, camminandoci sopra senza rendersene conto finché non ci inciampa dentro, e allora ci fa sopra un bel moonsault da spantegarlo. Ma quando si trova con entrambi i pedi sul lenzuolo, Pesca glielo strappa via e quello cade giù come una pera. Un incontro alla frutta. Eron acchiappa Peach per un german suplex e quello se ne libera spingendo comicamente in giù le braccia in cerchio dell’avversario, scavalcandole con un passo appena arrivate all’altezza delle caviglie. Il dropkick dalla terza corda su Peach però è serio e fatto bene, e finalmente l’incontro ha il Eron Sky il suo vincitore.
Ma ora tocca alla nostra Erika sperimentare una parentesi surreale.
In sala è presente Mattia, un suo piccolo, delizioso fan. Come tutti i bambini fa domande a raffica, e dato che il piccolo è ovviamente, un fan sfegatato del wrestling italiano, la bombarda di domande inerenti agli atleti: “Dove abita, tizio?” “Quanti anni ha, Caio?” “Qual è il vero nome di Pinco Pallino?” “Quello là lo conosci?” “Ci hai mai parlato?” “È simpatico?” “Quello là è cattivo per davvero?” “Quanto pesa?” “Lui ha la macchina?” “A quello là, piace la pastasciutta?” Non smette nemmeno per un secondo e andrà avanti così per quasi tutta la sera. Ad Erika sembrava di essere tornata all’esame di quinta elementare: mancava poco che le chiedesse da dove fosse partito Garibaldi coi mille e la data della scoperta dell’America. Adesso, molti si sarebbero spazientiti per una simile mitragliata di domande, ma la Erika è in primo luogo una mamma, e come tutti sanno, ha la sindrome della chioccia: guai a toccarle i suoi pulcini, che abbiano sette anni e pesino venti chili o che ne abbiano quaranta e pesino un bel quintale, per lei è lo stesso. Vanno sempre ascoltati, assecondati e coccolati. Quindi sta al gioco, tanto sta registrando, e gli incontri li potrà vedere con calma anche dopo. E quando Mattia non parla le dà i bacini, le carezza il braccio e se la stringe come se dovesse portarsela a casa. Dite quello che volete: a lei sta bene così.
Terzo match: Rick Barbabionda contro “chiquita” Trevis. Qui il comedy è già un ricordo e si fa sul serio, anzi, di più, in quanto il vincitore sarà il compagno di squadra della bella Trixie nell’incontro a squadre. Come achei e troiani si batterono ferocemente per la bella Elena, qua pirati e frutti esotici si battono per la leggiadra Trixie, che si aggira a bordo ring aspettando il vincitore. La storia è sempre quella: dove ci si contende una donna, volano botte da orbi. I colpi sono tosti e precisi, e il vertical suplex del pirata è degno di nota. Trevis ne prende un fracco e una sporta e sembra incapace di prendere in mano la situazione. Subisce una diving double axe in zucca da tutti gli angoli del ring, poi sembra ripigliarsi di botto. Mentre Rick vola dal paletto lui lo intercetta come un missile cruise con un dropkick stratosferico, più una serie di calci tirati a varie parti del corpo dell’avversario che termina con un enziguiri. Barbabionda pensa bene di scendere dal ring per un attimo di respio e invece gli si fionda addosso Trevis con un suicide dive di quelli mica male. Piazza un buon crossbody e lo trasforma in un tentativo di schienamento. Infine, dopo aver reversato un rollup di Rick, riesce finalmente ad aggiudicarsi l’incontro e la mano di Trixie. Beh, non esageriamo…
Quarto match, ultimo dello show pomeridiano: Andy Manero contro Sugar Dunkerton, incontro valido per il titolo italiano. Dunkerton arriva dalla Georgia e vanta sedici anni di esperienza sul ring. Manero ne conta solo dieci, ma non ha niente da invidiare proprio a nessuno. L’incontro inizia con una pantomima: invece di essere l’arbitro a perquisire i due avversari, sono loro che, a turno, perquisiscono lui. Tra una smorfia e una mossetta buffa ci vuole un po’ perché il, mach prenda quota, ma quando Dunkerton piega in malo modo il braccio di Andy, questi non si fa pregare per un bel bodyslam. Mentre Andy è giù dal ring, Sugar ne approfitta per indossare in modo assai irriverente la sua preziosissima giacca della Casta che aveva lasciato sul paletto. Improvvisa una sfilata di moda con mossette, smorfie e atteggiamenti beffardi. Appena se la toglie, l’ira di Manero non si fa attendere e tenta di sottomettere l’avversario, ma invano. Mentre si afferrano per la mano una volta rialzatisi, improvvisano una mossa ondeggiante con le braccia degna di un sabato sera in discoteca tra le risate generali. Il match risulta molto comedy ma in forma decisamente più sottile e raffinata rispetto a quello tra Eron Sky e Max Peach. Ora Sugar annoda Manero, lo ribalta e lo lascia lì a strillare che qualcuno lo liberi, mentre lui si allontana con eleganza e nonchalanche, poi rincara la dose sedendosi sopra il povero Andy ancora annodato, che stilla a più non posso. E poi, cosa fa? Visto che non può reagire, Sugar si prepara in modo plateale a tirargli un calcione nel di dietro, e la botta che ne consegue è abbastanza forte da snodare il Ballerino del Sabato Sera. Mentre esulta davanti al pubblico in festa, Manero si rialza e gli compare alle spalle, zitto zitto, e gliene suona quanto più possibile con tutta la rabbia accumulata per le beffe subìte. Dopo una serie di furiosi pugni in testa gli affibbia una bodyslam di quelle gnucche e un elbowdrop da decapitazione, tenta lo schienamento ma non gli riesce. Dal pubblico spunta un banner monumentale con la scritta “solo due”, e le risate si moltiplicano. Bell’incontro davvero, questi due sono perfettamente assortiti e tra loro si è creata un’intesa fenomenale. Sembra un film di Bud Spencer in cui il cattivo di turno viene “cornuto e mazziato” a dovere dopo essere stato messo in ridicolo. Bello, bello e ancora bello. Ora Andy tenta nuovamente di decapitare l’avversario dapprima con un lariat poi posizionandolo con il collo sulla corda e montandoci sopra in piedi (ma come fa a non decapitarlo davvero?). Sugar si difende mica male e lo atterra con una serie di colpi e un ceffone stratosferico che vale per dieci, ma nemmeno a lui riesce lo schienamento. Sugar tenta una reazione decisa, ma viene atterrato da una reverse STO. Poco dopo, Andy lo manda a sbattere contro l’arbitro Cesana, e allora cerca di approfittarsi del ko tecnico del direttore di gara per andare a recuperare la cintura da usare come arma contro Dukerton, mentre invece finisce che sia proprio quest’ultimo a stendere il nostro ballerino, cintura o non cintura. Naturalmente, ora che Cesana si ripiglia, c’è il tempo di contare fino a 23957491875 milioni. Andy ci riprova con la cintura e stavolta gli riesce il colpaccio: Sugar tramortito steso e distrutto, arbitro che batte il pin di tre. Il titolo resta a lui. Anche il nostro cuore. Er mejo heel di tutto l’italico panorama.
Per il momento chiudiamo qui, che poi arriva la seconda parte. Stay tuned!
Grazie al dottor Birrachiara per la consulenza tecnica
Erika Corvo