La costruzione della Torre Velasca, inizia nel 1951, dallo studio B.B.P.R. (Gian Luigi Banfi, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Enrico Nathan Rogers) fondato nel 1932. Gruppo di architetti importante negli anni Cinquanta per le loro idee. Costruire il nuovo tenendo conto della storia e della sua continuità con il passato. Una società di capitale straniero affidò a questi giovani architetti il progetto, che non aveva limiti di volumetria ma solo il vincolo di restare distante una decina di metri dall’esistente, senza specificare se a destra – sinistra Sull’onda della modalità costruttiva americana, pensarono ad un volume che si sviluppasse in altezza. L’idea compositiva, doveva essere in continuità con la storia. Visione della forma con lo spazio circostante. Il richiamo fu incentrato sulla torre del castello Sforzesco e le guglie del Duomo di Milano. Il nome della torre, Velasca, viene dalla piazza in cui sorge, piazza Velasca. È alto ventinove piani, sono due parallelepipedi sovrapposti. I primi progetti riportavano un edificio che sembrava fatto da due scatole di spaghetti Barilla, messe una sull’altra a formare una T. L’esigenza di ridurre i costi di una struttura in ferro, poiché troppo costoso nel dopoguerra, fece propendere per il calcestruzzo. Per risolvere il problema dello sbalzo che col ferro sarebbe stato relativamente semplice, si preferì inserire dei puntoni che successivamente diedero alla torre Velasca, il soprannome di grattacielo con le bretelle. Fu terminata nel 1958. Ancora oggi se passiamo per piazza Missori o per via Larga possiamo ammirare in lontananza sullo scorcio di queste vie la torre Velasca oltre che le guglie del Duomo di Milano