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Conoscere Milano. Nuove idee progettuali nella Milano del dopoguerra

L’Italia, con la fine della guerra, architettonicamente  non era rimasto nulla, tutto distrutto, solo macerie.  I governi, fanno piani urbani  urgenti per ricostruire velocemente le città distrutte dai bombardamenti. Si riparte a ricostruzione le città in modo selvaggio, senza regole non pensando all’estetica e alla tradizione realizzando casermoni dei mostri in cemento. Esempi della precedente cultura  la troviamo nella sperimentazione del Razionalista europeo. Nel piano “Milano verde”, della zona Sempione a Milano nel 1938 , progettato dal gruppo Albini, Gardella, Minolotti, mai realizzato. Oppure nei quartieri nella periferia della città come il quartiere Baggio nelle via Forze Armate. Così in questo clima d’urgenza e vedendo i primi risultati gli architetti, ingegneri e urbanisti, vengono richiamati ad un “ritorno all’ordine”. Ma solo una ristretta cerchia di architetti e ingegneri degli anni 1950 e 1960 si prodigano a volersi riappropriare della materia. Scrivono libri, articoli, si formulano teorie. Grazie a loro e alla cultura del periodo nascono le riviste di settore come Casabella, Domus, dando maggior consapevolezza e risalto al costruire. Ci vogliono delle regole che si modulino sulla tradizione estetica della città. Il nuovo si deve armonizzare con il vecchio con il già esistente. Si guarda ai pionieri dell’architettura moderna, come Mies Van der Rohe, Walter Gropius, ed altri, così come ai nuovi materiali, il cemento armato permette di realizzare una nuova architettura.

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Due esempi a Milano sono la Torre Velasca e il grattacielo Pirelli. La Torre Velasca, insieme al Grattacielo Pirelli, sancisce una svolta nell’architettura italiana in direzione di un rinnovato impegno interpretativo dei valori storici della città, del territorio e di una nuova estetica compositiva.  I progettisti della torre Velasca sono il gruppo BBPR fondato nel 1932.

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Nella foto in alto: Grattacielo Pirelli a Milano

Le loro idee sono chiare: rispetto della storia, la città ha una sua identità in continuità con il passato e memoria storica dell’architettura lombarda. Giò Ponti architetto design protagonista ricercatore dei nuovi materiali fonda la famosa rivista Domus. Fa parte della Triennale di Milano per la promozione all’estero degli architetti italiani.  Il grattacielo Pirelli realizzato nel 1955, rappresenta sulla scena milanese uno dei primi esempi di architettura internazionale, esce dallo schema rigido del parallelepipedo, sviluppandosi in altezza.

Stefania Monciardini

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