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Dai Nostri Inviati Speciali
Massimo A. Alberizzi e Monica Mistretta
Da Nairobi
I voli Iran Air in Italia ed Europa non si sono fermati: le autorità iraniane, in piena emergenza Coronavirus, hanno vietato gli spostamenti tra una provincia e l’altra del Paese, ma non hanno fermato gli aerei che ogni giorno decollano per l’Italia e le capitali europee. Poche le notizie certe sull’epidemia da Covid-19 che ha colpito l’Iran, già strangolato dalle sanzioni americane. Ieri il presidente Hassan Rouhani si è incontrato con i suoi consiglieri e ha deciso un ulteriore giro di vite su stampa e informazione: tutto quello che esce sul Coronavirus in Iran dovrà essere tenuto sotto controllo per evitare che Teheran rimanga isolata per timore del contagio.
Da ieri Iran Air ha cominciato a fare scalo a Pescara: le autorità dell’aeroporto internazionale Pasquale Liberi fanno sapere che nel corso delle operazioni di rifornimento del carburante tutti i passeggeri resteranno a bordo. Nessun altro aeroporto europeo è disposto a sfidare le sanzioni statunitensi per rifornire i serbatoi della compagnia aerea nazionale iraniana e così i grossi Airbus diretti nelle città europee faranno scalo in Abruzzo.
Tre giorni fa ha chiuso l’aeroporto di Rimini, dove gli aerei di Iran Air avevano cominciato a fare la spola a gennaio, nei primi giorni dell’emergenza Coronavirus in Iran. In un articolo di qualche giorno fa, Africa ExPress aveva raccontato di questi curiosi via vai di aerei da e per la Repubblica Islamica. Adesso a Rimini, tra la città e la provincia, sono quasi 400 i pazienti positivi: non c’è nulla al momento che dimostri un legame tra gli scali della compagnia iraniana e l’alto tasso di contagiati. L’Istituto Superiore di Sanità ha precisato, però, che l’infezione da Covid-19 nel nostro Paese non sarebbe venuta dalla Cina e ha segnalato la presenza in Lombardia di una persona di nazionalità iraniana, presumibilmente infettata in Iran. Ma a questa notizia non ha avuto alcun seguito.
Anche l’aeroporto Pasquale Liberi di Pescara da ieri è chiuso come quello di Rimini, tranne per le emergenze: ma il rifornimento di carburante alla Iran Air andrà avanti per tutto il mese.
La scelta della città abruzzese resta senza spiegazione. Tra esercitazioni antiterrorismo e falsi allarmi bomba, la seconda metà del 2019 per Pescarsa è stata già piuttosto movimentata. Mancavano solo i voli della compagnia iraniana.
Tutto sembra iniziare il 28 maggio quando la polizia di Frontiera dell’aeroporto di Pescara esegue un’esercitazione simulando l’imbarco di tre passeggeri che cercano di eludere i controlli imbarcandosi su un volo. Poco più di tre mesi dopo, il 9 settembre, una voce anonima comunica al telefono: “Ci sono quattro ordigni nucleari pronti ad esplodere alla stazione di Pescara”. L’allarme è falso, ma l’intera linea ferroviaria di passaggio per la città viene bloccata per due ore. Arriviamo al 5 dicembre: alle 8.40 del mattino scatta una nuova esercitazione all’aeroporto. Circa 70 persone vengono coinvolte nella simulazione di un attacco con armi ed esplosivo.
E poi, ancora, arriviamo alla ormai celebre colonna militare sulla A14 Adriatica che ha sfilato alle 23.00 dell’11 marzo in piena emergenza Coronavirus. Non è chiaro se i tir con i carri armati fossero parte dell’esercitazione Nato Defender Europe 20 come riporta il quotidiano locale il Centro: poche ore prima l’esercito americano, infatti, aveva deciso di ridurre la portata delle manovre per evitare contagi e il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, aveva annunciato che l’Italia non avrebbe partecipato.
La tensione tra Europa e Stati Uniti è altissima: pochi giorni fa Brian Hook, rappresentante speciale Usa per l’Iran ha ricordato che, secondo i termini all’accordo sul nucleare iraniano, a ottobre scadrà l’embargo Onu per la vendita di armi convenzionali all’Iran. Cina, Europa e Russia, per le quali l’accordo è ancora in vigore, saranno libere di fornire armamenti a Teheran. L’America almeno su questo punto è compatta intorno a Trump: l’embargo Onu sulle armi all’Iran deve essere esteso. L’Europa glissa. L’Italia, con i suoi rifornimenti di carburante alla Iran Air, è in prima linea contro le sanzioni americane. Il gioco si fa sempre più pericoloso.
Massimo A. Alberizzi
Monica Mistretta
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