Print

Posted in:

Essere leggenda a soli diciassette anni è già una leggenda

 

Bella, la primavera nelle valli bergamasche. Arrivarci è già una delizia per la vista e per l’olfatto. Per tutta una serie di impegni precedenti e contrattempi a non finire arriviamo alle 17 e c’è già un sacco di gente. Come al solito è la famiglia Tornaghi che si occupa degli spostamenti di tutti, e lo fa meglio di un’agenzia di viaggi.

Ci siamo persi tutto il pre-show che ci piace tanto, lo stage e tutto il resto, e ci sentiamo orfani di allenamenti. La card che ci passano è ben fornita, come un ristorante di lusso che sfoderi nel menù i suoi piatti migliori. Lo spettacolo è diviso in due parti, ma probabilmente saranno di più: vediamo in giro troppi atleti che non sono segnati sul programma, quindi ci saranno di sicuro dei cambiamenti! Le sedie sono un centinaio e speriamo che, come l’ultima volta, non bastino.

Si borbotta e si ridacchia sottovoce commentando che uno degli atleti stranieri, iersera si sia perso in un locale gay separandosi dai compagni e non abbia più dato notizie di sé. È ricomparso la mattina seguente quando tutti erano già a Bergamo, chiedendo di andare a prenderlo in quanto lui era ancora a Milano. Stavamo commentando che sarebbe stato meglio non divulgare la notizia per tutelare la sua privacy, quando se ne arriva Carlino Forchini (un giovanissimo trainee di Kyo Kazama) mostrando a braccia levate un bel cartellone col nome del wrestler in questione contornato da disegnini inequivocabili inerenti al fatto, roba che Piero Angela non sarebbe riuscito a spiegarlo meglio. Va bene, la privacy se n’è andata a puttane. Vogliamo sottolineare che la parte comica della faccenda consista nel fatto che si sia dato per disperso, e non che sia successo in un locale omosessuale. Se anche fosse stato un luogo per etero sarebbe stata la stessa identica cosa: uno che si ubriaca fino a perdersi e chissà cosa gli combinano mentre gli altri se ne vanno e proseguono il viaggio, fa ridere a prescindere!

Ok, i cento spettatori li abbiamo passati: tutte le sedie sono occupate. La sala è piena di bambini, ma anche tanti tanti adulti, e sono facce mai viste. Lo sappiamo bene perché qua a forza di vederci ad ogni show ci conosciamo tutti e ci chiamiamo tutti per nome. Siamo diventati una famiglia!

Lo show è stato progettato in collaborazione con la federazione inglese Hope, e sarà facile che le prossime date Rising Sun siano quindi oltremanica. Beh, noi ci saremo, dovessimo anche farci la traversata a nuoto! La Hope ci ha inviato il suo campione, Jack Jester, che poi vedremo sul ring.

Questa volta presenta Entertrainer al posto di Kobra, che è assente.

Bene, si parte, e la partenza è col botto: avrebbe tranquillamente potuto essere il main event! Chris Tyler versus Ashley Dunn. Dunn è una nostra vecchia conoscenza, l’abbiamo già visto altre volte e sappiamo quanto possa dare quando si scateni. Tyler è una sorpresa! A soli vent’anni ha già firmato con la WWE che raggiungerà presto, selezionato da mr. Triple H in persona, e appena il match in inizia, capiamo anche il perché. Già è bello fisicato, ma guardarlo è uno spettacolo. Possiamo raccontarvi di moonsault da fermo, superkick, enziguiri kick, backbraker e varie altre, ma quello che fa paura è l’intensità con cui le esegue. Ogni singolo movimento è caricato con una potenza e una precisione che hanno dell’incredibile. Al posto dei muscoli, questo ha candelotti di dinamite accesi! Ma come fa? Che gli ha dato, la mamma, nel biberon? Contrapposto a Dunn, che è già di per sé un peperoncino, la serata prende fuoco e il tifo è alle stelle. Sembra un film western degli anni sessanta dove il buono e il cattivo fanno a botte, ma una volta per uno, giusto per la par condicio, e allora giù sventole come se grandinasse finché uno dei due non crolla. Bello, bello, bello, e questo non è che l’inizio…

Nella foto, in alto: la giovane promessa del wrestling inglese: Chris Tyler
Nella foto, in alto: la giovane promessa del wrestling inglese: Chris Tyler

I due match seguenti non sono così infuocati. Arrivano Red Scorpion vs Mišo Mijatovič con la sua entry music che fa “popom, popom, popom”, poi è la volta dei giovanissimi Akira vs Matt Disaster. Se non sapessimo di quali finimondi siano capaci di scatenare questi due, diremmo che è un bel match. Dato che lo sappiamo, diciamo che è stato sottotono. C’è un perché, ma ve lo diremo dopo.

Ora è la volta degli ungheresi Dover e Nitro contrapposti agli Hard Knocks inc. Mamma, che brutti! Sono brutti da far paura e picchiano come sbirri contro una manifestazione non autorizzata. Dover e Nitro non scherzano neanche loro, l’incontro raggiunge il settimo grado della scala Richter e il tifo raggiunge il volume in decibel pari ad un aereo in fase di decollo. Acclamatissimi! Abbiamo imparato quanto valga l’Ungheria, in mezzo alle tre corde, e le ovazioni e gli applausi per loro non sono mai abbastanza. Chi ha l’onore di ospitarli in casa per la notte, prima della parenza, ci racconta che al contrario di quanto non appaiano sul ring, nella vita normale sono oltremisura educati e rispettosi. Come loro, ce ne vorrebbero di più, affermano i loro ospiti.

Nella fto, in alto: i due "bruttoni" Hard Knocks Inc
Nella foto, in alto: i due “bruttoni” Hard Knocks Inc

E siamo alla prima pausa. Alla ripresa si affrontano Paul Mc Sherry contro Gene Munny. Qui il nostro Carlino Forchini sfodera i suoi sfottò e manca poco che lo piglino a sberle tutti e due. Ma ha soltanto quindici anni, e a quell’età non si ha paura di niente.

Il match seguente è un bombardamento. Vi ricordate il gioco del fiammifero acceso che passa di mano in mano, e chi si scotta viene eliminato? Ecco, una cosa del genere. Chiunque schieni il campione, diventa possessore del titolo e della cintura. Il match durerà dieci minuti esatti, e chi avrà la cintura in quel momento sarà il nuovo campione ufficiale. In più, da quel momento in poi, potrà sfidare chiunque sia in possesso di un titolo e se lo schienerà in presenza di un arbitro che esegua il conto di tre, dovunque si trovino, ne diventerà detentore ufficiale. Gesù, quanta gente partecipa! Kyo Kazama, Horus l’Assoluto, David Silas, Steve McKee, Paziente Zero, Insanity, Nico Narciso e Leon! Botte che volano da tutte le parti come baci il giorno di San Valentino! Allora, la cintura passa velocemente da Horus a Steve McKee, a David Silas. Arriva l’arbitro Malalana, gli tira una DDT a Silas e il campione diventa lui, ma solo per pochi secondi. Poi arriva l’arbitro Cesana che gli fa un roll-up e gli frega il titolo, ma poi se lo cucca Leon e poi ritorna Horus con gli Hard Knocks che si ripiglia titolo e cintura e tutto sembra tornare al punto di partenza, anche perché Entertrainer fa terminare il match con due minuti di anticipo in modo da favorire sfacciatamente Horus. Data l’irregolarità palese di tutta la faccenda, al prossimo show si ricomincia daccapo ma con un match a squadre, annuncia Tornaghi, presidente della Rising Sun.

Nella foto, in alto: La bella Insanity con una giovane fan
Nella foto, in alto: La bella e terribile Insanity con una giovane fan

Altro match: Clown Paxxo vs il campione della Hope, Jack Jester. Mah, non è che questo tizio ci abbia convinto granché. A vederlo, sembra AJ Styles in versione kattiva e perversa. In più ha una lente a contatto bianca su un occhio, e il risultato è che ricorda un tantino Malocchio Moody del quarto film di Harry Potter (il Calice di Fuoco). Arriva, ti guarda di traverso e se ne va. Praticamente non ha fatto nulla. Ma forse, come Malocchio Moody, era stato imprigionato all’interno di sette bauli e quello che vediamo è Voldemort. Speriamo che arrivi Harry Potter a liberarlo, che magari vediamo un match migliore… Il mio amico Alessandro Paleari mi spiega che c’è una serie di coincidenze simpatiche da raccontare! Di fatto è stato un match Jester vs Jester (in inglese, Jester significa appunto clown, buffone). ICW vs ICW (per l’Italia Italian Championshp Wrestling, per l’Inghilterra Insane Championship Wrestling), e che il Jester italiano (il clown) si é allenato col Jester inglese. Paxxo, in ICW si chiamava Jester, ma appena è andato in scozia ha dovuto cambiare ringname. Avranno pensato di guardarsi allo specchio!

Nella foto, in alto: Jack Jester clone di m Malocchio Moody, con tanto di bacchetta a cavatappi
Nella foto, in alto: Per la serie “Divisi alla nascita”. Jack Jester clone di Malocchio Moody, con tanto di bacchetta a cavatappi

Dopo una seconda pausa il livello di qualità si impenna di brutto: si fronteggiano Ashley Dunn, The Greatest e Gravity, e come colonna sonora ci sarebbe stata bene “Volare” di Modugno! Altro che cinque stelle, qui c’è tutta la via lattea! Le chop sembrano in offerta speciale, da tanto che vanno via una dietro l’altra. Più che Suplex City, qua c’è Suplex Nation: avete mai visto con i vostri occhi un doppio suplex? TG che “suppla” Dunn che “suppla” Gravity. Il boato del pubblico echeggia ancora adesso nell’universo. Che match, ragazzi! Una partita flipper con tre palline che rimbalzano da tutte e parti, voli, acrobazie, combo, mosse da paura! Alla fine il vincitore risulta Ashley Dunn, ma come al solito, di chi vince e chi perde “nun ce ne po’ fregà de meno”. Era un grande, grande match e basta.

Nella foto, in alto: The Greatest
Nella foto, in alto: The Greatest

E ora un tag team match: Leon e Nico Narciso contro gli Hard Knocks Inc. Saranno anche brutti, questi due, ma quanto menano! Narciso ne prende tante, ma tante, ma tante che più che un Narciso sembra un passato di verdura. Quello più brutto degli HKI ha il viso talmente paonazzo che la barba folta tra il mento e il petto fa sembrare che la testa sia montata sul petto di qualcun altro molto più chiaro. Un uomo bicolore.

Erika Corvo ha scoperto di avere molte cose in comune con Leon: entrambi hanno nomi di bestie. Ad entrambi scoppiano gli abiti di dosso. Entrambi sono di forma cubica e si fa prima a saltarli che a girargli attorno. Ma a parte questo, la cosa più esilarante è che Leon indossa degli slip che sembrano una di quelle cuffie di gomma blu che ti fanno comprare all’ingresso nelle piscine comunali. Solo che invece di infilarsela in testa, ci ha fatto due buchi per le gambe e l’ha usata come slip. Tesa da esplodere. Se ne avesse una anche in testa, non sapresti più quale parte di lui sia il disopra e quale il disotto. Eravamo lì a pensare: “Adesso scoppia… adesso scoppia e ci mostra il lato b”. Si accettano scommesse su a chi dei due scoppieranno prima i vestiti. Comunque, giusto per cronaca, l’incontro l’hanno vinto gli HKI.

Nella foto, in alto: Leon e la nostra erika Corvo hanno molte cose in comune...
Nella foto, in alto: Leon e la nostra erika Corvo hanno molte cose in comune…

E adesso un bellissimo match a squadre. Arcadia contro Sun. Se l’Arcadia perdesse, non potrebbe più partecipare agli eventi Rising Sun. Per l’Arcadia ci sono Kyo Kazama, Horus, Mišo Mijatovič, David Silas e, a sorpresa, Entertrainer. Per il Team Sun abbiamo Steve McKee, Matt Disaster, Gene Munny, Hustle Malone & Paziente Zero. Ci piace da matti la entry music di Mišo che fa parapazum pa zum pa zum. Di solito è la nostra Erika Corvo che si occupa di recuperare mantelli, magliette e vari pezzi di attire per riportarli agli atleti al termine del match, ma qui c’è così tanta gente sul ring e la goliardia è così tanta, che si divertono a tirarle tutto quanto il guardaroba in testa e sommergerla sotto un mare di indumenti stravaganti. A rivendere tutto a un mercatino dell’usato, ci si diventa ricchi!

Qui si dovranno eliminare i membri delle due squadre finché non rimarrà sul ring l’ultimo rappresentante di una delle due, e sarà quella, a vincere.  Il match è una favola, di quelli non a cinque a ma sei o sette stelle, e i colpi di scena non mancano. Eliminati tutti quanti, un po’ di qua e un po’ di là, alla fine restano sul ring Kyo Kazama e Steve McKee. A sorpresa ritorna Mišo che schiena Steve, ma poi anche Kyo, suo compagno di squadra. Arriva anche Matt Disaster che con un po’ d’acqua cerca di rianimare Steve. Questi si rialza, cerca la vittoria, ma incredibilmente viene tradito da Matt che lo mette a terra con la sua finisher e permette a Kazama di schienare Steve al conto di tre di un esterrefatto Malalana. Ma poi… Colpo di scena! diceva Mike Bongiorno: torna in sala Munny che continua a suonare Horus come un tamburo, aggirandosi per tutta l’arena da quando l’ha eliminato. Lo atterra e chiama sul ring Laura la fotografa. Questa gli si butta sopra e l’arbitro batte il pin. Ha vinto lei! Abbiamo la prima fotografa detentrice di cintura della storia.  Le risate e gli sberleffi si sprecano, abbiamo mal di pancia dal gran ridere! Ci siamo divertiti come matti alle trovate geniali di chi ha pensato queste storyline. Bello, bello davvero!

Nella foto, in alto: Laura la fotografa con la cintura conquistata
Nella foto, in alto: Laura la fotografa con la cintura conquistata

Come è possibile riunire così tanti match a sette stelle in unico evento? Eppure è stato possibile, perché qua, il meglio deve ancora arrivare! Ora abbiamo Jack Jester vs Paul McSherry vs Red Scorpion vs Nitro vs Dover. Jester non fa praticamente un tubo nemmeno stavolta. Se ne va, torna verso la fine e schiena Nitro, che aveva combattuto come un leone mentre si scatenava un tifo da stadio per gli ungheresi. Questi qua, più li vediamo e più ci piacciono. Peccato che non ci sia anche Icarus!

I cori “Please come back” e “Thank you Arrows” (anche se manca l’altra freccia) echeggiano a lungo in sala.

E adesso ci sono The Greatest vs Domenico Dinamite. Quest’ultimo si scontra con l’uomo che da pochi mesi è diventato il suo maestro, ma se si fosse scontrato con un TIR non ne sarebbe uscito così malconcio. Dopo un milione di chop, il suo petto sanguina ed è completamente devastato dai colpi. Ad un certo punto si trova con TG a terra, attaccato ad un braccio, e – ascoltate un po’- lo solleva sa un metro da terra con un braccio solo. Altro che Dinamite, questo ha un camioncino dell’ACI, nei bicipiti! TG non finirà mai di farci sognare con la sua rock and roll scissor, per non parlare della vertebraker. È qui, è lì, è dappertutto, non sta fermo un singolo istante, mosse su mosse, velocità stratosferica… Se non gli hanno ancora eretto un monumento in piazza è perché sarebbe una bestemmia immortalarlo da fermo, lui che è argento vivo puro.

Nella foto, in alto: Donmenico dinamite oggi si scontra col suo nuovo maestro The Greatest
Nella foto, in alto: Donmenico dinamite oggi si scontra col suo nuovo maestro The Greatest

Ma se questo incontro già avrebbe potuto essere un più che degno main event, ci aspetta qualcosa di indimenticabile. Ci eravamo chiesti per qual motivo Akira non avesse dato il massimo nel match pomeridiano contro Matt Disaster? Era perché il meglio l’avrebbe tirato fuori ora! Per l’ennesima volta dobbiamo dirvi che non abbiamo nessuna intenzione di prendere appunti per chi non c’era e perderci anche un solo secondo di spettacolo, quando sul ring c’è Akira. E il suo avversario è Chris Tyler che, ricordiamo, ha appena firmato un contratto con la WWE. Il nostro piccolo Orgoglio Italiano è assolutamente all’altezza di un simile avversario. Scintille, fuoco, fiamme, inferno e paradiso, la bomba atomica e il Big Bang, il sudore e la linfa vitale… No, non si può descrivere quello che abbiamo visto con uno stupido elenco di mosse e dicendo che Akira ha vinto. Essere una leggenda a diciassette anni è già una leggenda in sé. Se non eravate lì a vedere, non avete mai visto niente che valesse la pena di essere visto.

Nella foto, in alto: Akira e Chris Tyler, due grandi del wrestling
Nella foto, in alto: Akira e Chris Tyler, due grandi del wrestling

Complimenti al Carlino Forchini che ha diretto il tifo in maniera impeccabile, come un adulto. Questo adolescente grande e grosso ha tanti difetti tipici della sua età, ma vediamo in lui anche tante buone qualità. Per noi, crescerà bene.

Gli spettatori paganti erano più di centotrenta, senza contare i vari parenti e invitati non paganti. Alla faccia di chi sostiene che per un evento di wrestling, fare venti-trenta spettatori è già tanto…

Sapete che noi arriviamo lì perché qualcuno ci offre un passaggio… bene, questa volta c’era il passaggio per l’andata, ma non per il ritorno. Solo all’ultimo abbiamo trovato qualcuno che ci riportasse a casa. Ma ci eravamo portati dietro il sacco a pelo ed eravamo assolutamente disposti a dormire all’aperto sotto la pioggia, pur di non perderci questo evento. Si vive una volta sola.

Alla prossima, gente!

Erika Corvo

Se volete sapere chi ha vinto e chi ha perso, il link è questo:

 

Se volete un ultimo colpo di scena, andata a curiosare qui:

 

 

Se volete un ultimo colpo di scena, andata a curiosare qui:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *