Il romanzo d’esordio di Erika Corvo esce con la terza edizione, su Amazon in formato Kindle!
Un racconto coinvolgente di avventura, adrenalina, azione e amicizia.
Sembra un libro, in realtà è il biglietto per un viaggio nell’iperspazio a bordo di un’astronave pirata. E non è detto che vi riporti indietro.
Erika ci parla del romanzo:
“Fratelli dello Spazio Profondo”
Romanzo d’esordio, il primo della serie spaziale. Potrebbe essere vagamente paragonabile a Guerre Stellari, anche se non gli assomiglia per niente. Ovvero? Si tratta in entrambi i casi di avventure, azione, adrenalina, assalti, intrighi, lotte di potere, e amore tra una battaglia e l’altra. Ambientare il raccconto tra astronavi, iperspazio, pianeti, umani e umanoidi lascia campo libero alla fantasia. La narrazione si arrichisce, in questo modo, di un mosaico di situazioni e ambientazioni create ad hoc per prendere il lettore per mano e risucchiarlo in un iperspazio di pagine in un crescendo di pathos.
Dato che non ho mai sopportato la gente che scrive senza sapere quello che dice, per realizzarlo ho dovuto fare lunghe full immersion nelle materie più svariate. Farmi talvolta prestare i libri delle superiori degli amici di mio figlio. Chimica e fisica per le trovate geniali. Le biografie di Cesare, Alessandro il Grande e Annibale per la strategia militare. Piero Angela per la scienza dei viaggi a velocità luce, vari autori per la psicologia e molto altro. Mi sono infiltrata in una crew di writers (andando di persona a dipingere sui tetti con loro) per descrivere i Loonies e il loro gergo.
Nessun altro personaggio mi ha dato soddisfazioni quanto Brian Black. Non tanto perché scrivere, quando si parla di lui, è veramente divertente, ma perché Brian non è un personaggio di sola azione: ha un cervello, ha un’anima, si pone delle domande e talvolta è tormentato dal dubbio, si mette in gioco, ricomincia tutto daccapo. E come tanti personaggi di carta, ha preso vita. Tant’è che ogni tanto mi racconta qualcos’altro di lui, e ricomincio a scrivere.
Di che parla? Brian, un ragazzo molto dotato, scopre per puro caso durante il corso dei suoi studi in un collegio esclusivo, di essere stato manipolato per anni a sua insaputa dal Governo Federale per fare di lui un elemento di spicco in una forza speciale di commandos d’elite, e che nel frattempo il suo pianeta natale è stato mandato in rovina da alcuni politici corrotti allo scopo di depredarlo impunemente di tutte le sue ricchezze.
L’insegnamento ricevuto in collegio ha avuto successo, ma non come sarebbe piaciuto al Governo: Brian fugge dal collegio con un’azione di forza insieme al suo migliore amico, e i due finiscono per arruolarsi nella pirateria spaziale; proprio quella che, se avesse completato l’addestramentoda commando, avrebbero dovuto combattere. Dopo quattro anni passati ad imparare il mestiere di pirata, decide che sia venuto il momento di passare all’azione e vendicarsi dei corrotti che hanno rovinato il suo pianeta.
Un alternarsi di situazioni in cui il bene e il male non hanno mai confini precisi, i personaggi non sono mai “buoni” o “cattivi” ma in varia misura ambivalenti e i rapporti interpersonali spaziano tra l’odio e l’amore in una pazzesca, dolorosa girandola ricca di colpi di scena.
Un piccolo estratto dal romanzo:
«Il potere si basa sull’accettazione passiva di questi dogmi. Il fatto è che un triangolo non ha né un sopra né un sotto, ma soltanto tre vertici uguali. Così, se tu cerchi di invertire la posizione dei vertici, il potere crolla, ma senza che in realtà sia cambiato niente, assolutamente niente. È una buffonata, nient’altro che un imbroglio. Per tutti: per chi sta sopra e per chi sta sotto. Cominci a capire, adesso? Vedi, Heinz» proseguì lui «Io sono arrivato in cima, come dici tu. E mi sono accorto che non è cambiato niente. Sto facendo le stesse, identiche cose che facevo prima e che detestavo fare, solo che le sto facendo dalla parte opposta dopo aver ribaltato il triangolo. E non ha senso. Sono stanco di questi giochi di potere: non esistono poteri buoni; sono tutti la medesima vaccata in qualunque vertice si arrocchino, e da qualunque parte si rigiri il triangolo. Vorrei veramente poter disporre della mia vita senza dover rendere conto a nessuno, ma non è facile. Mi sento come un burattino a cui hanno tagliato i fili e continua a ballare lo stesso. È questo, quello che provo».
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Un consiglio? Prendetelo, prima che venga lui a prendere voi!
Erika Corvo