E’ in atto il gender, ancora molti non ci vedono chiaro. Si tratta del genere maschile, o femminile. Allora la cosa sembra semplice e semplice non è. Se consideriamo l’identità biologica il tutto si riduce all’organo sessuale che si presenta alla nascita, maschio se è esterno, femmina se è interno. Questo è appunto il punto di vista oggettivo, materiale della questione gender. Entra poi in campo la parte spirituale, cioè come la persona spiritualmente si sente. Può uno spirito femminile finire in un corpo maschile e uno spirito maschile nascere in corpo femminile? Stando a quello che si vede in giro la risposta è si. Così ci troviamo a dover classificare tutte le sfumature di genere ed è per questo che è nata la sigla LGBT, già dagli Novanta, utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone lesbiche gay bisessuali e transessuali che fanno fatica ad inserirsi nella società, per via del fatto che rappresentano una minoranza discriminata e non solo. Le istituzioni hanno promosso la diffusione nelle scuole primarie e secondarie dei volumi “Educare alla diversità a scuola” e dove un’associazione ha realizzato in sedici istituti di Roma un corso di formazione (autorizzato dal Comune) a oltre duecento insegnanti di scuole dell’infanzia e asili nido contro gli stereotipi di genere. Il progetto si chiama “La scuola fa la differenza” e ha lo scopo di promuovere l’educazione alle differenze tra donna e uomo e lo sviluppo della libera espressione della personalità, la lotta al sessismo e all’omofobia. Speriamo in un mondo migliore dove le diversità uniscano invece di dividere.
Claudio Barattucci