Secondo dati ufficiali i premi incassati nei rami danni, in Italia, nel 2018 ammontano a 33 miliardi di euro. Dieci anni fa la raccolta sfiorava i 38 miliardi di euro. Le compagnie dunque hanno perso mercato, non riuscendo a far emergere il bisogno assicurativo nella maggioranza degli Italiani. Ma il male cronico dell’industria assicurativa rimane lo scarso interesse della popolazione nei confronti delle polizze
I numeri sono impietosi: gli Italiani spendono in un anno 107 miliardi di euro in giochi e lotterie legali, mentre alle assicurazioni rami danni non auto riservano solo 17 miliardi circa!
Il gioco d’azzardo, in Italia raggiunge il valore di 100 miliardi nelle puntate. All’Erario vanno circa 8 miliardi, picco europeo in rapporto al Pil. La spesa pro capite annua sfiora i 1.800 euro, con una propensione al gioco maggiore al Sud.
I conti pubblici ringraziano l’azzardo: dai giochi, il Fisco italiano incassa il doppio di Francia e Regno Unito, quasi quattro volte quel che succede in Spagna o Germania. Se si considera la dimensione dell’economia nazionale, ovvero si rapporta il gettito dal settore dei giochi al Prodotto interno lordo, siamo al primo posto in Europa.
Una crescita che si deve anche all’ampliamento dell’offerta di scommesse, principalmente attraverso la rete e la legalizzazione (datata 2006 con quota fissa e all’Agenzia Autonoma dei Monopoli di Stato, con poche opposizioni) delle puntate su portali che abbiano sede in Europa e licenza italiana. A questo si aggiunge la diffusione degli “apparecchi da intrattenimento”, macchinette varie e videolotterie che espongono “i giocatori a maggiori rischi di dipendenza”.
I dati emergono da uno studio che l’Ufficio parlamentare di Bilancio, l’Autorità indipendente dei conti pubblici, ha dedicato al comparto. Si preferisce l’azzardo alla valutazione dei rischi, probabilmente anche nelle scelte politiche.
Nelle scuole non solo non si insegna la storia, ma neanche un minimo di cultura del rischio e di cultura finanziaria, per cui non ci dobbiamo stupire che si preferisca spendere cospicue risorse personali in” gratta e vinci”, invece che in una polizza sulle alluvioni e i terremoti, e che quando si entra in una Banca si sottoscrivano le operazioni più rischiose senza ragionare.
Massimo Cingolani