Siamo sinceri, il proprio “curriculum vitae” è l’incubo di ognuno di noi. Faremo prima a prendere il primo volo low cost e fuggire lontano, magari in qualche isola deserta a mangiare cocco alla Robinson Crusoe dalla mattina alla sera ( che se non fosse che ho il mutuo della casa, personalmente, qualche pensierino me lo farei ) piuttosto che metterci a tavolino e iniziare a sintetizzare con poche righe il ” chi siamo ” e il “cosa sappiamo fare “. Che poi , diciamocela tutta, è una grande bufala. Nessuno può raccontarsi in uno schema e la storia di ognuno di noi, più che ad un Bignami , è simile ad una enciclopedia in continua evoluzione. Fatto sta che il selezionatore di turno, ovvero colui che lo dovrà leggere, non ha ne’ tempo né’ voglia di subirsi la storia della Cenerentola innamorata che cerca il principe che la mantenga a tempo indeterminato . Non ci pensa proprio, credetemi. Non ci sono alternative ( un ” piano B ” come si dice in Veneto da me ) quindi, se abbiamo deciso di cambiare vita e di cercare un’altro lavoro, dobbiamo per forza presentare il nostro CV.
Bene, allora concentriamoci tutti e iniziamo a fare chiarezza rispondendo ad alcune domande che ci possono indicare la strada giusta da percorrere per scriverlo al meglio.
1. Cos’è un “ curriculum “ ?
Il CV è il nostro biglietto da visita, la nostra carta d’identità, il nostro passaporto per sdoganare da azienda in azienda. Quelle poche righe scritte in modo corretto potranno diventare delle chiavi che ci permetteranno di aprire le porte al nostro domani, per poter realizzare le nostre personali aspettative ed ottenere un miglior riconoscimento in primis umano non di meno economico. Il CV non è un semplice foglio di carta da inviare con la nostra foto in bella vista ( a seguire qualche accenno alla foto che anticipo, non ha nulla a che fare con un selfie ). No, è molto di più. Il CV siamo noi in versione “ Verba volant, scripta manent “. E’ una lettera di presentazione, la Nostra lettera di presentazione. Nel CV ci mettiamo a nudo riportando i nostri titoli, le nostre qualifiche ottenute e le nostre competenze acquisiste. E’ la nostra storia professionale condita di aspettative e “ pepata” da una breve “ story telling “ della nostra personalità.
2. Cosa scrivere nel “ curriculum “ ?
Abbiamo chiarito che è la nostra autocertificazione scritta. Ora, andremo a dividerlo in vari parti. La prima parte contiene dati puramente informativi quali i nostri dati sensibili ( indirizzo, luogo e data di nascita, recapito telefonico, indirizzi mail ) In questa fase , per chi lo desiderasse, è fattibile tracciare i propri profili social ponendo però molta attenzione sul contenuto degli stessi. Per chi non avesse letto il mio articolo datato 10.01.2017 (O MIO DIO ! MI HANNO CHIAMATO AD UN COLLOQUIO DI LAVORO. CHE FACCIO ? SCAPPO O MI PRESENTO ) pubblicato sempre per Mondomarziale.org , mi occupo di risorse umane e quindi faccio giornalmente “ merenda “ con diversi curriculum vitae. Spesso mi capita che molti profili non rispecchiano la personalità del titolare del profilo stesso. Ognuno in cuor suo sa se il proprio profilo lo rispecchia o se è edulcorato con scatti che raccontano di vita idealizzata più che reale.
Ci deve sempre essere una coerenza di base tra” il chi siamo “ e il “ chi vogliamo essere “. Studi antropologici – sociali affermano oggi, a pieno titolo, che la realtà virtuale crea messaggi e immagini della persona discrepanti rispetto la quotidianità. Essi infatti distolgono dalla persona stessa creando personaggi che parlano di copioni da interpretare più che di vita reale. Questo a mio avviso è rischioso. Il profilo social potrà essere “ sbirciato “ dal selezionatore prima della convocazione con lo scopo di farsi un’idea della candidata che ha convocato oppure subito dopo il colloquio. In ogni caso il personaggio che emerge dal profilo social non deve destabilizzare ne deludere le aspettative create prima della conoscenza o successivamente all’incontro.
Nella seconda parte inserite le vostre esperienze lavorative, tracciabili da contratto, in un ordine di tempo presente ( se il contratto è ancora in essere ) transitando da un primo passato prossimo fino all’ultimo remoto ( ovvero il vostro primo impiego regolarmente registrato )
Nella terza parte andrete ad inserire la vostra formazione quale il titolo di studio, attestati vari e i diversi corsi di specializzazione ottenuti. Per quest’ultima voce consiglio di depositare quelli inerenti alla figura professionale che stanno ricercando. Un esempio banale ma che rende l’idea può essere rappresentato dallo scenario in cui vi state presentando ad una selezione per addetti alla contabilità gestionale amministrativa. Secondo voi, può essere influente e pertinente che avete frequentato un corso di ricostruzione unghie con l’ultima tecnica all’avanguardia sul posizionamento gel ?
Insomma, a farla breve dovrete riportare le informazioni chiave sul percorso professionale svolto e soprattutto pertinenti alla posizione . Ricordate sempre che le informazioni riportate devono essere sintetiche e veritiere e che il vostro CV non deve superare le due/tre pagine. Dovrete , in sintesi, porre in evidenza le vostre competenze tecniche ( Hard skills ) per concludere con le vostre caratteristiche e abilità personali ( Soft skills ) .
In chiusura consiglio di inserire un piccolo dettaglio di un’esperienza passata e messa in risalto in modo da allontanarsi dal freddo foglio di riepilogo. Un esempio ? Semplice : Sono una persona aperta alle relazioni e al lavoro di gruppo. Quando lavoravo per l’azienda X , molti clienti mi raccontavano di loro e con il tempo si è creata una sorta di confidenza che rendeva ancor più fluido e semplice il rapporto commerciale tra le parti.
3. Quale foro inserire ? (Oh mio Dio ! Non mi piaccio mai in foto. Sembro una via di mezzo tra il grande Puffo e Batman).
Amici e amiche, qui, credetemi, potrei scrivere un articolo a parte completamente inerente a questo tema.
Prima regola. Sorriso ( il muso lungo lasciamolo agli altri ). Oggi lo scatto è a portata di telefonino. Prendete una foto attuale e che rispecchia il “voi “ di oggi. Ritagliate il mezzo busto e usate un filtro che vi rende sicuri nel guardare la foto. Che significa ? Che vi dovete piacere voi per primi. E’ fuori discussione foto in abito da sposa o sposo. Quelle , personalmente, mi rendono nervoso.
“ Ma veramente c’è chi mette le foto del proprio matrimonio nel proprio CV ? Dai, fai il serio Thomas” vi verrebbe da dirmi se mi avreste di fronte.
“ ebbene s’, amici cari “ vi risponderei. Nella mia carriera ne ho viste di tutti i colori. Ma sapete qual è il colore che preferisco ? Il bianco latte di un sorriso carico di gioia quando ho stretto la mano ad una candidata e le ho detto “ complimenti, la posizione è sua “. Era un colore che sapeva di speranza e di leggerezza, di libertà anche. Un colore di luce. Quella che auguro a tutti voi di poter vivere un giorno non molto lontano da qui. Da oggi. Da noi, ora. Buona Fortuna. E prendete la penna, forza.
Thomas Tolin