Ancora una volta in treno, sempre più baldanzose, sempre più entusiaste di riuscire a farcela ogni volta. Alla stazione di Bergamo segnaliamo la nostra presenza e si fa vivo il nostro contatto per prelevarci e portarci alla meta (che bello, detto così sembra un film di spionaggio! Dai, Erika, torna sulla Terra e non dire cazzate.) Peccato solo arrivare sempre a poco tempo dall’inizio perché respirare l’atmosfera del pre-show ci è sempre piaciuto un casino. Pazienza, è già tanto essere qui. Il luogo è sempre la SF Academy, dove si gioca a softair, la simulazione di combattimento armato. Il ring è sempre quello ICW formato tascabile, i visi sono sempre quelli che conosciamo, che amiamo da ormai tanti anni. Una famiglia in cui tutti cercano di aiutarsi e sostenersi a vicenda.
Qualche faccia nuova c’è sempre ed è bello fare conoscenza. Notiamo con piacere la presenza di Daniela, la mamma di Alyx. C’è Patrizia, mamma di Akira, col fratellino Luca Yutaka (i fratellini dei wrestlers che hanno un nome giapponese devono avere anche loro, per forza, un nome giapponese, lo sapevate?) e lo zio. C’è, immancabile, Giorgia Terenzi. Ci sono ovviamente Emilio e Adele, e il buon Tulelli non manca mai: è una presenza talmente costante che qualcuno gli domanda se non gli convenga trasferirsi in Lombardia, visto che è sempre qui. Naturalmente c’è Tornaghi con la sua adorabile mamma. C’è Nemesi che evidentemente non rinuncia a stare nei pressi del ring, anche se non vuole più salirci.
C’è anche una presenza inquietante: il sosia preciso e spaccato di Giacomo Giglio aka The Greatest, anche se a vederlo bene da vicino non gli assomiglia affatto. Il fatto è che, da lontano, invece, tutti l’hanno scambiato per lui. Se l’altra volta ci siamo rammaricati della mancanza di un punto di ristoro, stavolta appena fuori della struttura c’è un mini food truck che vende polenta: al sugo, al cinghiale, ai formaggi, perfino alla nutella (che ci dicono che sia favolosa). All’interno c’è un piccolo presidio medico che in caso di incidente non guasta mai, anche se speriamo di non doverne avere bisogno. Unica pecca, stasera c’è più gente dell’altra volta e non riusciamo a decidere dove metterci per le riprese: dovunque ci si metta c’è un sacco di gente davanti a noi ad oscurarci la visuale. Vedremo: prima o poi, il posto giusto lo troviamo! La card è davvero succosa, e se mantenesse anche solo la metà di quello che promette sarebbe già uno show della madonna. Dai che si inizia. Tutti pronti? Siete caldi? Olè! Doverosa spiegazione di limiti tecnici. In parecchi ci hanno chiesto come mai non riportiamo mai nulla di quello che succede al di fuori dei match, inteso come storyline, proclami altisonanti, tradimenti, alleanze, etc etc… C’è una spiegazione ad ogni cosa. Talvolta la Erika Corvo si offre volontaria per occuparsi degli attire degli atleti quando questi si spogliano una volta saliti sul ring, e allora li recupera, li piega bene bene (sindrome della mamma premurosa) e a fine match glieli riporta nel backstage. E se la Erika è nel backstage come fa a sapere che diavolo succede sul ring? Come farebbe a raccontarvi dei fatti a cui non è presente?
Altre volte, degli attire se ne occupa qualcun altro, e allora potrebbe anche raccontare qualcosa. Ma… c’è un ma. La fotocamera che possiede è molto carina, ad alta definizione, scatta belle foto e fa dei bei video. Ma funziona a pile, pile normalissime, e usa quella marca là che durano una cifra. Ma è talmente ad alta definizione che non solo si mangia tre cambi di pile in un solo evento, ma si mangia anche i 32 giga di della schedina di memoria all’interno del macchinario. Il che significa che se la Erika non si limitasse a registrare esclusivamente quello che succede in un match – dal suono della campana d’inizio a quello della campana finale, nel giro di un’ora potrebbe tranquillamente tornarsene a casa avendo finito pile e memoria. Non solo: ad ogni cambio di pile – che finiscono sempre nel bel mezzo del match secondo la legge di Murphy – perde del tempo a togliere quelle esauste e inserire quelle nuove. Si fa quel che si può. Comprare una nuova card di memoria da 64 giga costa un botto. Quindi se vi diciamo che ci siamo persi un paio di minuti del primo match, ci perdonate?
Primo match, valido per il top contender titolo italiano, ed è già una delizia sapere chi sale sul ring: Andy Manero vs Doblone!
Naturalmente si inizia con gli sfottò a Doblone al grido plebiscitario di “Umpa Lumpa!” Doblone annega il dispiacere degli sberleffi con la fida bottiglia di rum. Manero suggerisce di farne un sorso a testa ma il pirata non ci sta, nega e si nega. Allora Andy fa un salto nel backstage, se ne esce con bottiglia di champagne e bicchieri che distribuisce tra il pubblico e sulle note di “Staying Alive” brinda e festeggia in compagnia di noialtri amici e fan, giù dal ring, alla faccia dei Fratelli della Costa.
Tornano sul ring. Manero non perde occasione di farsi beffe di Doblone, supportato dal tifo e dalle risate. Dieci zuccate sul cuscinetto del turnbuckle, contate una per una dal pubblico, sono un momento poetico. Un bodyslam e un elbow drop sono altri attimi di magia. Doblone reagisce con rabbia ed impeto, ma più perde la calma e più Manero trova modo di metterlo in ridicolo. La bravura di questi due atleti è meravigliosa. Andy è un grande nella parte del bello e magnifico, contrapposto a Doblone nel ruolo del “bruttarello” inetto e invidioso che recita in modo superbo. È impossibile non scoppiare a ridere quando dopo uno strillo isterico di Doblone i due si scontrano in aria con le chiappe in una “culata” pazzesca che li fa stramazzare giù stecchiti. I due si ficcano le dita negli occhi a vicenda, Andy acchiappa il pirata, lo schianta sul paletto con una rocket launcher per poi tentare di eliminarlo dall’universo con una tornado DDT. Doblone non scompare e allora gli tira anche una neckbreaker, infine cerca di assottigliarlo riducendolo a frittatina con una serie di avalanche. Doblone replica con una small package e un german suplex di quelli belli potenti. Manero gli svita la mandibola con un calcione. Il pubblico è in estasi mistica e grida a gran voce “This is awesome”. Ma il posto in cui ci troviamo non va bene: nonostante la videocamera sia in cima al bastone da selfie abbiamo sempre davanti il paletto, un arbitro e due fotografi. In una notte di nebbia senza luna potremmo avere una visuale migliore. Il pirata nostrano lancia di quelle urla che, se fosse una gara di decibel, avrebbe vinto lui di sicuro. Tra un vocalizzo e l’altro cerca di smontare una delle gambe di Manero. Questi replica con una crippler crossface lunga almeno tre o quattro settimane ma l’Umpa Lumpa di casa nostra non molla. Anzi, ribatte con una fireman’s carry facecrusher, ma in ogni caso il pin non gli riesce. Ecco la mitragliata finale! Entrambi cercano una tombstone piledriver ma nessuno dei due la porta a termine. Manero ci prova con una ankle lock ma alla fine Doblone lo calcia via. Il ballerino mette a segno una cutter e un enziguiri. Ma subito dopo subisce una fireman’s carry gutbuster e una jolly roger DDT chiude la partita. Din din din, Doblone è il vincitore!
Eccoci qua al secondo match: un bel quadrangolare femminile che in Italia si vede raramente! Alyx contro Trixie contro Queen Maya contro Mary Cooper. Il match si apre con la Regina che essendo alta un chilometro e con la potenza di un transatlantico non ci mette niente a spatasciare al tappeto le sue avversarie, una per una, ma anche tutte insieme in gruppo. Acchiappa la piccola Alyx e la scaraventa sulle altre due, che nel frattempo aveva già spedito sotto al ring. Le tre donzelle si coalizzano e con un triplo dropkick riescono a mandare Maya al tappeto. E adesso, tra loro, come la mettiamo? Alyx fa un german suplex su Trxie e Mary fa una sunset flip su Alyx. Torna su Queen Maya e, solo coalizzate tra loro, Alyx e Trixie riescono a buttarla giù. Ora è il turno di Mary di prenderle, e Trixie e Alyx la spediscono di sotto. Dopo un paio di reciproci armdrag, insieme acchiappano Maya per i piedi e dopo averla dondolata un pochetto la sfrittatano e tentano lo schienamento, ma la bella Mary manda a monte li loro pio desiderio. Alyx fa una notevole head scissor su Mary e se la ritrova in posizione giusta giusta per una 619. Torna Maya e sbatte assieme le zucche di Alyx e Trixe.
Butta giù Trixie e tira una ginocchiata tremenda a Mary, sbattuta all’angolo come un ovetto per colazione al mattino. Incredibileee!!! Alyx solleva Maya e dopo una passeggiata su e giù per il ring le appioppa una samoan drop e il pubblico, che non chiede di meglio, inizia a gridare “Holy Shit!” Qualcuno dice che queste cose fanno male al wrestling perché non sono credibili. E chissenefrega, diciamo noi, se non sono credibili, quando sono VERE? Non ci sono trucchi o effetti speciali! E’ una ragazzina di sedici anni che solleva davvero quel monumento al wrestling che è Queen Maya. Vuol dire allenamento, costanza, tenacia, coraggio, una volontà di ferro e l’orgoglio di gridare al mondo intero che se ce la può fare lei, allora tutti lo possono fare. Invece di star lì a criticare, casomai, onore al merito e tutti in piedi ad applaudire! Trixie si piazza sulla terza corda e atterra su Maya e Mary con un doppio crossbody. Mary acchiappa Alyx e la spatascia giù con una catatonic di alta classe e con questa elimina la piccola e grintosa Alyx. Brava lo stesso, piccolina! Prometti bene davvero! Trixie tenta l’eliminazione di Mary con una small package di sorpresa ma viene sorpresa a sua volta da Maya che la chockeslamma e la elimina. Rimane sola contro Mary, ma anche questa cede dopo una lariat che avrebbe fermato un treno. Bello, bello bello, ma soprattutto quant’è bella Queen Maya! Pensare che questa donna è sul ring in forma straordinaria nonostante sia lavoratrice, maestra, moglie e mamma di due bambine piccole, per noi la pone sul gradino più alto del podio, indipendentemente da come vadano i suoi match: che donna, ragazzi!
Intanto abbiamo trovato la posizione giusta da cui fare le riprese passando dalla parte opposta del ring. Ci terremo buona la posizione anche per le prossime volte perché qua accanto alla colonna non ci passa davanti nessuno.
Ok, passiamo al terzo match? Benissimo! Per il titolo italiano dei pesi leggeri, stasera abbiamo Gabriel Bach contro Dagon, l’Angelo Caduto. Il match inizia e prende quota con una serie di kip up di Bach a ripetizione che sembra una molla. Poco dopo si va a infilare di traverso tra la seconda e la terza corda: Dagon ne approfitta per tirarlo giù con un calcione, e appena si rialza lo butta giù di nuovo con un pescado. Risalgono sul ring ed ora è Dagon ad andare giù colpito da una enziguiri . Il pubblico prende in giro il povero Bach facendogli notare che se già Doblone è un Umpa Lumpa, lui è un “mini Doblone”, quindi ancora più minuscolo. Lui risponde mostrando le chiappe. Un altro enziguiri butta di sotto Dagon, poi Gabriel lo bodyslamma sul concrete. A sua volta subisce due lariat e un crossbody micidiale. Ribatte in modo splendido con una Rolling Samoan Crusher e un calcione sull’orecchio di Dagon, di quelli che essendo sull’orecchio lo senti meglio. Dagon gli rifila una Butterfly Suplex mica da ridere e quando Bach scende dal ring, ecco che lo stende con un altro pescado di quelli belli belli. E qui Bach lo frega in pieno perché lo tiene fuori ring finché l’arbitro non lo conta fino a dieci. Countout! Pappappero, pappappero!
Quarto match. Oh, yeah! Abbiamo la finale per il titolo ICW Fight Forever: Alessandro Corleone vs Mr. Excellent vs Akira vs Eron Sky. Che volete, di più, dalla vita? Un Lucano? Lasciate perdere il Lucano, che questo è meglio! L’atmosfera si fa subito rovente: Corleone acchiappa il buon Mr. Excellent e lo sfrittella con una F 5. Akira ed Eron lo attaccano in combo e lo fanno crollare come un gigante d’argilla. Un assalto coordinato, lunghissimo e strutturato che culmina con la meteora di Akira. Corleone si incazza e sbatte Akira sull’apron sperando di ucciderlo, poi se la piglia con Eron facendolo saltare in aria con una lariat, un bodyslam e un suplex. Il pubblico, però, è tutto dalla parte di Eron: viva Bergamo, abbasso la Sicilia! Corleone spatascia anche l’eccellentissimo Emilio con una bodyslam che amiamo definire “polpo move”, cioè quel movimento con cui si sbatte il polpo appena pescato sulle rocce per rendere la carne più tenera.
Ma non si accorge di Eron che prepara una combo col signor Eccellente! Questi gli tira una russian legsweep, Eron una running single leg dropkick, e il siculo va giù come una pera. E adesso giù botte da orbi tra Emilio ed Eron prima su e dopo giù dal ring. Arriva Akira e gli zompa addosso con una sumersault senton plancha da urlo, e infatti urlano tutti perché questo è un match bellissimo. Il ritmo è incalzante la bravura, la perizia e la dinamicità di questi ragazzi è semplicemente eccezionale. Tornano su tutti quanti. Akira ed Eron tentano un doppio vertical suplex su Corleone, il Padrino gli reversa tutta quanta la faccenda ma, nonostante questo, i due ricadono in piedi. Akira gli tira un Superkick e Gravity un Roundhouse Kick che se gli resta un dente in bocca è un miracolo. (Ma quanto è alto, Corleone, che lui in ginocchio è alto quanto Akira in piedi?) Qui c’è un piccolo capolavoro: Akira carica una casadora con Eron, che evolve in roll-up, che diventa una jumping cutter su Emilio, e infine è Eron a disintegrare Akira con una exploder suplex. Poi, non contento, si lancia su Corleone con un crossbody ma viene preso al volo, e Corleone lo spiaccica giù secco con una front powerslam. E adesso tutti e quattro in cerchio a tirarsi chop, calci e sganascioni come se fosse il loro ultimo scopo nella vita. Qui arriva il top del top, il massimo e l’apoteosi: Akira sale sulla terza corda, fa una passeggiata sulle spalle di Eron ed Emilio e atterra su Corleone con una hurricanrana. Nessuno ha mai visto una cosa del genere: pubblico in delirio, tutti a battere sull’apron e a urlare a squarciagola la gioia e la meraviglia. Ma lo spettacolo continua ai massimi livelli ed Eron ci delizia con la sua honey flash, che potremmo ribattezzare “skating on ice”, visto che sembra Carolina Kostner alle olimpiadi. Altro gioiellino: tra Eron e Akira si frappongono Excellent carponi e Corleone chino. Che fa, Eron? Li usa come scaletta e saltellando di schiena in schiena zompa su Akira. E poi? Acchiappa il Piccolo Fulmine e lo accartoccia con una variante del backslide pin, e tutti a gridare “This is awesome!”
Mentre i due ragazzi sono all’angolo allacciati alla vita, torna alla carica Corleone che li allaccia a sua volta e più che un suplex diventa un triplex. Il signor Eccellente stringe le gambe del capo mafia in una figure four e nello stesso tempo Eron e Akira in un’abdominal stretch, ma non riesce a mantenere a lungo la presa su tutti e tre. Il pubblico esplode in un boato epico. Appena riescono a districarsi tutti quanti si pigliano a grandi mazzate sulla schiena all together. Arriva il siculo e fa fuori tutti in due secondi. Il pubblico impazzisce di gioia e goduria perché un match come questo si vede una volta l’anno, se non ancora più raramente. Corleone fa per correre alle corde e lo fermano in tre con un triplo calcione in sincro. Dopo un’altra epica scazzottata Eron se la piglia con Akira e lo arrotola in una dragon suplex. One, two, three… Din din din! Ed Eron è il primo campione Fight Forever!
Ma non finisce qui, che vi credevate? Questa è solo la prima parte, ma c’è dell’altro! Allora se non volete perdervelo rimanete nei dintorni che tutto il resto ve lo pubblicheremo al più presto.
Grazie come al solito al Dottor Birrachiara per la consulenza tecnica e grazie anche a tutti voi per la pazienza che avete nel leggere tutto quello che scriviamo
Erika Corvo