Nell’era dei social, dove tutto si deve condividere, arriva dall’Olanda un nuovo stile di vita atto alla condivisione e al risparmio. Il co-housing, ovvero la condivisione del tetto su cui abitare. Esso è una nuova formula abitativa. Un vero e proprio modo di alloggiare dividendo spazi comuni. La nuova organizzazione residenziale punta al recupero di alcuni valori sociali quali la solidarietà. La collaborazione reciproca . L’aiuto reciproco. Lo scambio barattale di merce e di viveri di prima necessità. Il co-housing tende a fare risparmiare molto soprattutto interi nuclei familiari. Basta pensar e alle bollette che inevitabilmente si possono dividere tra i residenti. Tra i coinquilini. Persone che non necessariamente devono essere uniti da legami di sangue o di parentela. In Olanda sono sorte vere e proprie agenzie interinali che propongono questa moderna soluzione residenziale. Molti sono i benifici, basta pensare agli anziani. Da sempre, la solitudine viene superata se condivisa. Chi vive di pensione trova utile condividere il costo delle bollette. Nato negli anni ’70, il modello di co-housing era rivolto principalmente ai giovani. Entravano ad abitare con interi nuclei familiari barattando il soggiorno con lavori domestici quali “baby sitter”. Colf e assistente domestica. Giardiniere. Cuoco. Con il tempo il modello esce dai confini dell’ Olanda esportandosi in Germania e nel Nord Europa. Oltre ocenao , sbarca in Canada dove attualmente, nelle agenzie immobiliari, si possono trovare soluzioni di co-housing definibili da contratto. Accordi paralleli ai canonici affitti o acquisti di immobili. La formula della condivisione dell’abitazione ha vari e molteplici vantaggi e può vedere varie soluzioni di attuazione. Naturalmente, tutto viene regolamentato da contratto. Tempi e modi vengono inseriti per iscritto alla presenza di un garante che ne certifica la scrittura privata. E’ possibilie valutare la formula del baratto professionale. Offrire una prestazione in cambio dell’alloggio e del vitto. E’ possibile condividere gli spazi residenziali in cambio del corrispettivo della propria parte di affitto. In questo caso si dividono tutte le uscite che lo spazio residenziale richiede. Cibo, utenze, manutenzione non straordinaria della stessa ovvero quella non riconducibile e imputabile all’mmobile. Gli interventi di carattere strutturale, rimangono a capo del titolare dello stabile. E in Italia ? Il nostro paese non è da meno. Nel 2018 sono stati oltre 100 mila i contratti privati stipulati per la condivione del tetto domestico. Nelle metropoli quali Roma e Milano sono gli anziani soliti ad ospitare e subaffitare stanze a giovani universitari. I benefici? Meno spese e meno solitudine la sera. Vuoi mettere guardare la televisione in compagnia discsutendo un bel film ? Lo stare assieme non ha prezzo. Non lo avrà mai.
Thomas Tolin