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Il grido d’allarme dello psichiatra Paolo Crepet: “Genitori senza autorevolezza e giovani anestetizzati”

Nella foto, in alto: il noto psichiatra Paolo Crepet

In un’epoca di trasformazioni sociali e tecnologiche radicali, il ruolo dei genitori e la crescita dei giovani sono al centro di un dibattito acceso. Paolo Crepet, uno degli psichiatri e sociologi italiani più noti, ha spesso espresso le sue preoccupazioni riguardo all’autorevolezza genitoriale e all’impatto sullo sviluppo dei giovani. Secondo Crepet, uno dei principali problemi dei genitori di oggi è la perdita di autorevolezza. In un’intervista recente, ha sottolineato come molti genitori abbiano rinunciato al loro ruolo di guida, preferendo diventare ‘amici’ dei loro figli piuttosto che punti di riferimento autorevoli.

Nella foto, in alto: una mamma “amica” della figlia

Questa transizione è frutto di un desiderio di evitare conflitti e di una cultura che tende a proteggere eccessivamente i giovani dai fallimenti e dalle sfide. Il risultato? Giovani che crescono anestetizzati, spesso privi della capacità di affrontare le difficoltà e di sviluppare una propria resilienza. Crepet dipinge il ritratto di una generazione che è stata troppo spesso coccolata, protetta e in cui il concetto di sacrificio è stato sottratto dal vocabolario quotidiano. Questo, secondo lo psichiatra, ha portato a un vuoto emotivo e a una mancanza di competenze nell’affrontare i problemi reali.

Nella foto, in alto: un genitore senza autorevolezza

Nel suo discorso, Crepet evidenzia anche il ruolo invadente della tecnologia che, pur offrendo innumerevoli opportunità, ha anche isolato i giovani in un mondo virtuale, spesso escludendoli dalle esperienze reali e relazionali fondamentali per la crescita personale. I genitori, afferma Crepet, dovrebbero essere i primi a mettere dei limiti, aiutando i ragazzi a ritrovare il contatto con il mondo reale attraverso esperienze vere e significative. Crepet, infine, chiama i genitori alla responsabilità: tornare a essere figure autorevoli non significa essere autoritari, ma piuttosto guide sagge capaci di dire “no” quando necessario e di insegnare ai propri figli il vero valore delle esperienze e delle relazioni. Solo così si potrà sperare in una generazione più forte, capace di navigare nelle complessità del mondo moderno.

Tiziana Giglioli

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