Molte delle nostre abitudini con la pandemia sono cambiate radicalmente. Specialmente quelle che coinvolgono la vita sociale. Tra queste, vi sono senz’altro gli abbracci.
Un’indagine di MioDottore, piattaforma leader nella prenotazione online di visite mediche e parte del gruppo Docplanner, effettuata in occasione della Giornata Mondiale dell’amicizia, rivela dati sconcertanti.
Per ben il 95% degli italiani avere un contatto fisico con i propri amici è fondamentale.
Nell’epoca pre-pandemia, l’81% era solito salutare e accogliere amici e parenti con abbracci, il 69% con baci sulle guance, il 10% con simpatiche “azzuffate” e il 6% addirittura con baci a stampo sulle labbra.
Dopo la pandemia, però, il comportamento è cambiato profondamente per il 76% degli italiani. Il 35% sceglie di abbozzare abbracci e baci indossano la mascherina. Il 33% si limita a pacche sulla spalla o al contatto gomito-gomito. Il 15%, invece, evita qualsiasi contatto.
Questi cambiamenti delle abitudini sociali non sono certamente indolori. Tanto più per una tradizione come la nostra, fatta di convivialità anche fisica.
Secondo la dottoressa Annamaria Eblovi, psicologa coinvolta nello studio, «Il contatto fisico è un aspetto fondamentale delle relazioni interpersonali e in particolare l’abbraccio rappresenta uno dei gesti umani più significativi, attraverso il quale esprimere e comunicare le proprie emozioni e decifrare quelle altrui. Inoltre, attraverso questa azione si ricevere e trasmette “calore umano”, sperimentando una situazione emotiva di condivisione e comunione, in cui ci si sente “soddisfatti” perché sostenuti e rassicurati».
Stando in dati della ricerca, quasi il 58% degli italiani ha sofferto molto per l’impossibilità di abbracciare i propri amici.
E ben l’85% ritiene che il contatto fisico amicale sia fondamentale. Il motivo? Permette di esprimere consolazione e supporto (60%), comunica sentimenti difficili da trasmettere con le parole (48%), fa sentire coccolati (33%), meno soli (22%) e meno impauriti (19%).
In particolare, a soffrirne sono stati gli adolescenti, per cui le relazioni sono fondamentali per la costruzione della propria identità. Secondo quanto affermato dalla dottoressa Eblovi, «Circa la costruzione del valore del proprio corpo, con la mancanza di contatti, abbracci e confronto anche sul piano fisico, si corre il rischio di svalutare la propria fisicità a favore di una fin troppo idealizzata, causando vissuti di non accettazione».
Tra gli adulti, coloro che ne hanno risentito maggiormente sono i single e più anziani, per cui il contatto fisico con amici e persone care rappresenta un aspetto importante della vita sociale.
Gli abbracci, infatti, hanno degli effetti benefici che non possono essere sostituiti dalle parole, né essere trasmessi attraverso uno schermo. Sia a livello fisico che psicologico. E il 94% degli italiani ne è consapevole.
Un abbraccio può ridurre la pressione sanguigna e il mal di testa. Contribuisce a migliorare la risposta immunitaria. Produce il rilascio nel sangue di ossitocina, endorfine, serotonina e dopamina.
L’effetto è una sensazione di benessere e un senso di tranquillità. L’abbraccio, inoltre, fornisce anche una maggiore motivazione e attenzione, che facilita l’apprendimento. Infatti, secondo la dottoressa Eblovi, «potenzia la memoria, stimola il cervello, attiva emozioni e schemi che rafforzano l’identità e il senso d’appartenenza». Non a caso, è il primo gesto che sperimenta il bambino alla nascita.
Peter Paul Huayta Robles