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Kerkís e l’Agamennone di Eschilo. Dolore e vendetta in scena

Ancora un successo per l’Associazione Kerkís. Teatro antico in scena (https://www.kerkis.net/), che sul palco dell’Osoppo Theatre Valentina Cortese di Milano si è di recente misurata con l’Agamennone, prima tragedia della trilogia di Eschilo. A garanzia dell’impresa, la regia di Christian Poggioni ed Eri Çakalli, sotto la direzione drammaturgica di Elisabetta Matelli, Professore Ordinario di Filologia classica e tardoantica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I personaggi, in tutta la loro potenza, si stagliano ieratici su una scenografia solenne. Un senso di morte, di tragedia annunciata, aleggia sul palco fin dalle prime battute. La città di Argo galleggia nell’oscurità, in un silenzio sospeso. Si attende il ritorno del re, Agamennone. Quello stesso sovrano che dieci anni prima era partito alla volta di Troia, per vendicare il rapimento di Elena, moglie del fratello Menelao. Non c’è aria di festa, però. Non c’è attesa gioiosa per questo ritorno, ma un cupo presagio.

La partenza da Argo era stata segnata da un gesto atroce. Le mani del re si erano macchiate del suo stesso sangue. L’oracolo di Calcante era stato chiaro: perché le navi argive salpassero con venti favorevoli, il sovrano avrebbe dovuto sacrificare la sua stessa figlia, Ifigenia. E così fu, nel dolore comune. Ma la regina, Clitennestra, non perdonò mai questa morte paradossale. La città di Argo lo sa: l’odio ha ormai inghiottito l’antico amore per il marito. La vendetta è sul punto di compiersi. Solo quando l’araldo annuncia la caduta di Troia, Argo prende coscienza della tragedia imminente. Ecco che giunge Agamennone con la principessa troiana Cassandra, condotta in Grecia come schiava. Clitennestra intesse un discorso intriso d’amore e fedeltà nei confronti del marito, ma nel suo animo covano altri sentimenti.

Nella foto, in alto: un’altra scena dell’Aganennone di Kerkís

Cassandra, dapprima muta in uno sgomento profondo, irrompe in alti lamenti rivolti al dio Apollo. Travolta da un’estasi profetica, ripercorre le vicende che hanno funestato la casa reale di Argo e prorompe in una funesta profezia: presto scorrerà il suo sangue, insieme a quello del re. La morte scende sul palco. Urla atroci annunciano la tragedia. Clitennestra trionfa sui cadaveri del marito e della sua amante. Giustizia, a suo avviso, è finalmente compiuta. Il sangue della primogenita, lavato. L’oltraggio dell’arrivo di Cassandra, sanato per sempre. A esultare per il tracollo dell’Atride, Egisto. Amante della regina. Maledetto dalla città di Argo.La tensione, il gelo, l’orrore. Tutto arriva al pubblico, trepidante con i personaggi per gli eventi funesti, annunciati ed agiti. Grazie all’eccellenza di un cast giovane, quanto professionale, in grado di ricordarci che i classici parlano al nostro animo. Travalicano i confini del tempo.

Nella foto, in alto: un’altra scena dello spettacolo teatrale

Odio, gelosia, vendetta, ieri come oggi, ci agitano e sconvolgono. Un fatale rovesciamento può toccare in sorte agli uomini e alle donne di ogni epoca storica. Per la loro capacità di far vivere al pubblico le grandi passioni messe in scena, è doveroso menzionare gli attori e le attrici di KERKÍS: Roberto Bernasconi, Matteo Fasolini, Francesca Ferrari, Marialuce Giardini, Tancredi Greco, Giacomo Lisoni, Giulio Pullano, Margherita Rigamondi, Arianna Sangiuliano. Grazie all’associazione Kerkís. Teatro antico in scena per le emozioni che ancora una volta è stata in grado di regalarci. Alla prossima!
Luana Vizzini

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