Non è mai stato un gioco da ragazzi mettersi la cravatta. Tutti noi maschietti abbiamo provato quel senso di inutilità nel provare a farle il nodo. Ci piace, sì, e ci piace molto direi. E’ l’accessorio maschile più di classe ed è un vero e proprio status. Ad ogni donna piace l’uomo con la cravatta perché lo rende affascinante ed elegante. Ha in se la capacità di rendere l’uomo possente, maschile, forte e desiderabile e soprattutto grande. E’ importante che la cravatta sia usata nel giusto contesto altrimenti rende in un soffio l’uomo fuori luogo. Se viene indossata in una situazione dove non è prevista, in un attimo l’uomo si ridicolizza agli occhi della donna perdendo così tutti i punti guadagnati fino ad allora. Da sempre attento alle mode e allo stile dei consumatori, affermo senza indugio che con la cravatta non si scherza. Quando va usata ? A prescindere dalle regole delle aziende oggi , cravatta , non è più sinonimo di business. A lavoro ci possiamo andare come vogliamo. Un commerciale, un professionista, non diventano meno credibili se sfoggiano degli outfit informali. Ci sono manager di alto livello noti al grande pubblico che si presentano a conferenze stampa solo in camicia e in maglioncino. La cravatta non è necessaria per trasmettere fiducia nella persona. E’ altrettanto vero che in alcune situazioni lei è essenziale. Vi immaginate uno sposo senza la cravatta ? No, a meno che non sia un anticonvenzionale. Riuscite ad immaginarvi un papà della sposa senza la cravatta ? Ed un giovane universitario alla discussone della propria tesi di laurea ? Le occasioni sono importanti e non è vero che è sempre vero che “ l’abito non fa il monaco” . Ma come accostare una cravatta ? Come renderla protagonista del look dell’uomo che non “ deve chiedere mai “ ? Prima cosa attenti alla camicia. A camicie in tinta unita la cravatta può essere tranquillamente a righe o a quadri. In fantasia o a sua volta in tinta unita. Se le camicie sono a righe , larghe o a bastoncino, la cravatta è meglio sia in tinta unita. Non è male comunque osare; cravatte a righe su camicia a righe non è banale, anzi. E’ molto innovativo e moderno l’accostamento che si otterrà da questa contaminazione di stile. Se la camicia è a righe si può accostare anche una cravatta a quadri o a micro fantasia ma è essenziale che la riga della camicia sia sottile o al massimo a bastoncino. Righe “ a barre larghe “ chiamano solo accessori a tinta unita dato che sarebbe troppo pesante il risultato finale. Ricordatevi che la cravatta può essere protagonista come non. Amalgamandosi con la camicia rimane discreta , non in ombra, ma delicata. Il nodo ? 5 sono i tipi di nodo che si usano abitualmente : Il nodo classico che si colloca con camicie a collo francese. Il nodo Windsor consigliato con colli grandi perché a sua volta è grosso. Il nodo Demi Windsor che risulta essere triangolare e si presta su colli classici o con bottoncini sulle punte. Il nodo doppio che si gonfia e si accosta a colli di camicie con punte larghe è detto anche “elegante” ed è diventato popolare grazie ad Onassis nella metà del XX secolo. Che tessuto di cravatta prediligere ? Quella in seta è la più quotata ed è un must del panorama. La cravatta in lino è sconsigliata in quanto la fibra leggera non garantisce la compostezza del nodo. Per fisici di uomini alti e longilinei è da optare la cravatta “ slim “, mentre per fisicità più robuste meglio optare per cravatte larghe. Riempitive. Un consiglio ? La pochette. Il fazzolettino da inserire nella tasca della giacca, non deve mai essere uguale alla cravatta. Meglio optare per un fazzolettino in fantasia che ne richiami il colore.
Thomas Tolin