La Pietà di Giovanni Bellini (1432- 1516) è stata realizzata nel 1460 circa. La tecnica utilizzata, tempera su tavola di legno. La dimensione della tavola è alta 86 cm per 107 cm larghezza.Il quadro si trova a Milano, alla Pinacoteca di Brera. La Pietà è un tema già più volte trattato, da Giovanni Bellini ma qui viene rinnovato profondamente. Fu considerato un pittore sperimentale che s’interessava alla luce e al colore nelle sue opere. Dal Vangelo secondo Matteo. 27, 59-61 “Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Magdala e l’altra Maria.”
Cristoforo Mantegazza, Cristo in Pietà, scultura 1470 c.a.
L’ iconografia del Cristo nel Sepolcro, di Giovanni Bellini è molto simili all’opera scultorea di Cristoforo Mantegazza (1464 -1495). La Pietà, dello scultore -architetto è in marmo, dimensioni 140 cm x 159 cm, conservata a Pavia (PV), nel museo civico. La scultura del Mantegazza ha legami con il mondo figurativo di Padova, così da permetterci di capire come l’influenza del nuovo stile rinascimentale, avvenne anche attraverso gli artisti Fiamminghi e Andrea Mantegna. Andrea Mantegna nato vicino a Padova nel 1431 e morto a Mantova nel 1506. Sappiamo che Andrea Mantegna verso il 1451 si trovava a Venezia, perché nel 1453 sposa la sorella di Giovanni Bellini. La novità nella opere di Andre Mantegna , sono la forma, e il colore. La forma nelle figure e negli elementi da rappresentare erano ben delineati dai contorni incisi come se fossero scolpite. Il disegno, pertanto era importante come lo era nella pittura fiamminga. In particolare i pittori Fiamminghi davano molto importanza anche ai particolari minuziosamente curati. Andrea Mantegna ha saputo sapientemente nella sua opera , “Cristo morto” del 1480, (tempera su tavola, dimensioni 68 cm per 81 cm.) e oggi conservata a Milano, nella Pinacoteca di Brera, curare i particolari i dettagli. Andrea Mantegna padovano, insieme a Giovanni Bellini veneziano, sono considerati i maggiori esponenti della pittura quattrocentesca dell’Italia settentrionale.
Andrea Mantegna, Cristo morto.
Giovanni Bellini, già attivo nella bottega del padre Jacopo Bellini non soddisfatto delle proprie opere vuole sempre sperimentare nuove tecniche, prese come suo maestro il cognato Andrea Mantegna che portò a Venezia lo spirito della nuova cultura umanistica rinascimentale. I colori utilizzati dal Bellini per la Pietà, sono molto simil a quelli del Mantegna. I colori in contrasto come il mantello scuro della madre e il chiaro e luminoso del figlio hanno una resa trascendentale, mistico da lasciare lo spettatore incredulo di fronte a un tale amore . Il colore dell’abito è rosso tipico coloro utilizzato per la rappresentazione della Madonna. Nonostante la linea incisa nei contorni non manca d’espressione. Il viso di Gesù e di sua Madre si toccano. La madre guarda il figlio con emozione e lo sorregge con il proprio corpo come se non volesse lasciarlo andare, nonostante sia morto. San Giovanni distoglie lo sguardo in modo pudico per non voler entrare nell’intimità affettiva creata dal figlio e dalla madre. Un elemento di origine fiamminga è la scritta davanti al sarcofago: “HAEC FERE QVVM GEMITVS TVRGENTIA LVMINA PROMANT / BELLINI POTERAT FLERE IOANNIS OPVS.”
Stefania Monciardini