Carnivori per due milioni di anni. Secondo una recente ricerca condotta dall’università di Tel Aviv sulle abitudini alimentari dell’uomo durante l’età della pietra e pubblicata da Miki Ben-Dor sull’American Journal of Physical Anthropology, i nostri antenati erano cacciatori che si nutrivano per il 70% di carne.
Gli ominidi dell’epoca (da 2.500.000 a 5.000 anni fa), infatti, erano superpredatori, alla sommità della catena alimentare, che utilizzavano i medesimi strumenti per la caccia in tutto il mondo.
Alcuni indizi che confermano i risultati dei ricercatori sono riscontrabili nell’organismo umano. Ad oggi, lo stomaco dell’uomo ha un grado di acidità molto superiore a quello degli altri onnivori, piuttosto simile a quello degli attuali superpredatori. Questa acidità si sarebbe sviluppata nel corso del lungo periodo in cui gli ominidi sono stati carnivori, svolgendo la funzione di barriera contro i batteri di cui la carne cruda è ricca.
Un ulteriore indizio risiede nella struttura delle cellule deputate a immagazzinare il grasso. Le nostre sono numerose e di piccole dimensioni, proprio come quelle di altri carnivori, mentre quelle degli onnivori sono poche e più grandi.
Infine, vi sarebbe un’altra prova della specializzazione degli umani nella caccia degli animali di grandi dimensioni: l’estinzione di questi ultimi. La caccia intensiva da parte dell’uomo avrebbe, infatti, contribuito in maniera significativa alla scomparsa di diverse specie preistoriche.
Quando è avvenuta, dunque, la svolta nella nostra dieta? Secondo gli studiosi, circa 85.000 anni fa. Ovvero, con la scomparsa della megafauna in cui gli ominidi cacciavano abbondantemente. Da qui, la necessità di introdurre nell’alimentazione frutta e verdura e la nascita dell’agricoltura e della coltivazione. Dalla preistoria ad oggi l’alimentazione ha subito diverse variazioni, fino all’avvento delle diete vegetariane e vegane. Ma quale sarà la dieta del futuro?
Luana Vizzini