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Le storie sociali: una strategia di insegnamento delle abilità sociali

Le storie sociali rappresentano una strategia di insegnamento delle abilità sociali. Si tratta di storie in immagini corredate da brevi testi che descrivono in modo chiaro e sintetico una particolare situazione o evento sociale, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone con autismo.

Nella foto, in alto: il pittogramma ARASAAC che rappresenta la Comunicazione Aumentativa Alternativa

Possono trattare di qualsiasi argomento. Ad esempio, in ambito scolastico, possono rappresentare come fare l’intervallo, come andare in gita, come chiedere di andare in bagno, a seconda della necessità dell’alunno. Si tratta, infatti, di storie altamente personalizzate e cucite su misura. Esistono esempi di storie sociali, ma sono più efficaci nel momento in cui sono costruite ad hoc per la specifica situazione.

 Le storie sociali devono essere il più possibile simili alla situazione reale all’interno della quale si verifica il comportamento da insegnare o modificare. Infatti, è buona prassi inserire persone ed elementi della vita reale dell’alunno, in modo da contestualizzare il più possibile la situazione descritta.

Per costruire una storia efficace bisogna seguire tre passaggi. Innanzitutto, visualizzare l’obiettivo specifico per quel singolo alunno. Quindi, raccogliere informazioni precise sulla situazione che si vuole modificare. Infine, personalizzare il testo, affinché non sia astratto e generico.

Nella foto, in alto: una bambina intenta a scrivere

Per quanto riguarda la struttura, queste storie devono avere un’introduzione, un corpo e una conclusione. Inoltre, devono presentare un linguaggio concreto, preciso e ripetitivo, costituito soprattutto da frasi descrittive, oggettive e non soggettive, e frasi affermative (“questo va bene”). È meglio evitare frasi direttive (“devi fare così”), perché la storia sociale prevede la collaborazione dell’alunno, affinché venga interiorizzata. Pertanto è possibile inserire “frasi di controllo”, ovvero interamente scritte dall’alunno, anche con i simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa.

Luana Vizzini

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