Nella foto, in alto: Mario Furlan a Telelombardia
Nell’era del Covid-19 dove ognuno di noi è chiamato a interrogarsi nel senso civico dello “ stare a casa “ c’è un mondo sommerso di fratelli la cui casa è il cielo. Sono le persone senza tetto. I cosiddetti “homeless”. Sono i volti dallo sguardo a tratti assente, a tratti avvolto nel loro di mondo. Sono le persone dalla coperta di cartone, quelle che popolano gli angoli bui delle stazioni con compagno un cane, una sacca di plastica come eredità e tanta, tanta voglia di vivere. A loro modo. Con le loro regole. Con i loro sogni. Ma di vivere. Vivere ancora. Vivere domani. Un domani che non calcola il tempo, non lo definisce, non lo concepisce. Quel passo dopo a quello di ora è il loro domani. Oggi, siamo chiamati a rivolgere loro un nostro pensiero. Una nostra riflessione. Una nostra preghiera. Una preghiera dal sapore del rispetto, della fratellanza, della democraticità. Una preghiera fatta del non giudizio e soprattutto, fatta del nostro legittimo ed etico dovere di porre a loro una mano. Lo sa benissimo il professor Mario Furlan che proprio a loro, ai senza tetto, ha dedicato la sua di vita.
Nella foto in alto: gli “angeli” che consegnano la spesa agli anziani
Ha dedicato il suo tempo, il suo coraggio, le sue emozioni. Il suo esistere. Mario è il fondatore dell’associazione onlus dei “City Angels” e dal 1994 ne è il presidente. Ne è la guida. I City Angels sono i volontari che si occupano delle emergenze di strada. Gli “angeli” della solidarietà che si riconoscono dal basco blu e dalla giubba rossa. Oggi l’associazione conta circa sei mila volontari che operano tra l’Italia e la Svizzera. Incontro Mario Furlan presso la sede di Milano della sua associazione e mi ci vuole giusto il tempo di un battito di ciglia per intuire che avevo di fronte una perla rara di umanità. Avete presente il pozzo delle case di campagna dei nonni, quello da cui ci attingi il secchio? Ecco, questo è per me Mario. Un pozzo. Un pozzo da cui puoi trarre l’acqua fresca della conoscenza. Della solidarietà. Dell’umiltà. Della trasparenza etica e dell’onestà morale. Della fratellanza. Quella che non vede distinzioni alcune di razza. Di ideologia politica. Di religione. Di sesso.
Mario, se dovessi definire con poche parole i City Angeles, quali aggettivi useresti?
Solidali. Disponibili sempre. Coinvolgenti.
In che termini, coinvolgenti?
I miei “angeli” sanno essere calamite per coloro che hanno bisogno. Sono intuitivi. Capiscono subito scindere le emergenze da ciò che si può fare dopo. Sanno vedere oltre le apparenze. Sanno abbracciare con uno sguardo chi cerca il loro. Sanno tendere mani senza sprecarsi mai. Sanno coinvolgere l’altro fino a quando l’altro abbassa la guardia ed inizia a fidarsi. Inizia a decidere di farsi aiutare. La dignità che ogni persona merita, e questo concetto vale anche per chi un tetto non ce l’ha, passa attraverso la non imposizione. Nessuno dei miei “angeli’ obbliga di farsi aiutare. Loro, io, noi, ci siamo a prescindere dalla risposta che riceviamo. Noi operiamo nella massima libertà e nel massimo rispetto delle scelte altrui.
Quali sono le caratteristiche di un volontario di strada d’emergenza? Di un “angelo di città”?
Non deve avere colore politico. Non deve essere razzista. Non deve essere omofobo. Deve essere aperto all’amore universale che non vede strettamente collegamenti a principi religiosi schematici. Deve essere una persona dall’indole calma e tranquilla. Non tendente all’ira o alle risse. Uomo, o donna non importa. Oggi l’associazione vede le donne leggermente superiori ai maschi, in un rapporto pari al 51% per le prime. Per essere un City Angels non conta il titolo di studio ma il cuore. Ed essere maggiorenne.
Cosa spinge una persona a fare della strada la sua casa? Il suo mondo?
Difficile entrare nell’io più profondo di una persona e non ci sono schemi di comportamento pre costituiti. Ci sono alle spalle mille scenari quali perdita del lavoro. Separazioni. Lutti. Traumi. Ci sono anche casi di alcolismo, di droga. Alcuni possono avere anche disagi psicologici, più o meno accentuati. Alcuni di loro, tra l’altro, hanno anche una certa cultura. Il 20% degli homeless, cioè dei senza fissa dimora, ha una cultura medio-alta.
Che iniziative avete messo in atto in questo tempo di emergenza da Coronavirus?
Abbiamo ad oggi novanta persone ospitate nel centro di accoglienza Pollini qui a Milano, e un dieci persone in via Esterle, sempre in città. Come ti ho accennato non molte accettano il nostro aiuto. Soprattutto, le persone con alle spalle delle dipendenze di droga o alcol. Quelle di solito preferiscono non mutare la loro situazione in quanto, il cambiamento viene associato alla privazione della loro prima necessità. Purtroppo.
Tu, Mario, nel 2018 hai ottenuto il titolo di “ migliore life coach “ d’Italia dall’associazione italiana coach. Sei docente universitario di Motivazione e crescita personale, nonché di Comunicazione efficace, Leaderchip e management. Sei fondatore del WILDING, l’autodifesa istintiva e psicofisica. Hai all’attivo tre best-seller. L’ultimo è “ Felici per sempre “ . Cosa ti deve riservare ancora la vita ? Cosa cerchi, cosa ambisci?
Ad essere sincero Thomas, tutto ciò che hai nominato per me è sì importante, ma non essenziale. Io non sono i miei titoli. Io non sono i riconoscimenti pubblici. Io sono io. Sono un uomo con un passato fatto anche di dolore. Sono una persona che un giorno ha conosciuto la persona più importante della sua vita: me stesso. E con questo me stesso mi sono fuso. Ho fatto un tutt’uno con il mio sentire, con il mo percepire, con le mie debolezze. Sono una persona che ho scoperto la bellezza del vivere e di questa bellezza ne ho dato la giusta collocazione . Vivere è un dono. Ho avuto il dono del vivere e, a mia volta, l’ho ridono. Come? Mettendomi a disposizione di chi vuole piacersi. Di chi vuole aumentare la propria autostima. Di chi desidera trovare un senso a tutto ciò che già ha, o a tutto ciò che non ha ancora. A chi desidera superare le proprie paure.
Nella foto, in alto: Mario fa una mossa di Wilding
Tu, Mario, hai mai paure o ansie ?
Certo (sorride). Non vengo da Marte). Però ho capito che nella vita puoi affrontare le paure e le difficoltà in due maniere. A seconda dell’atteggiamento che si attua cambierà di netto la visione della situazione oltre che la risoluzione della difficoltà. Nella vita possiamo essere codardi oppure coraggiosi. Possiamo scappare o prendere in mano la situazione. Non penso ci sia altro da aggiungere.
Che consigli ti senti di dare in questi giorni di quarantena ai nostri lettori? A coloro che stanno affrontando serie difficoltà nel cambiare le proprie abitudini?
Io sono orgoglioso di essere Italiano. Noi siamo un popolo che rispetta la vita. Dobbiamo rivestirci di solidarietà umana. Ha tanti colori, sai? L’essere solidali. Lo stare a casa è uno di questi colori. Dobbiamo avere il coraggio di fermarci per il bene nostro e dell’altro. Preghiamo. Leggiamo. Ringraziamo sempre. Perdoniamo chi si arrabbia. Chi è teso. Ascoltiamo. Apriamo orecchie, occhi e cuore. Tendiamo mani. Io avevo due corsi in aprile 2020 slittati a maggio 2020 per l’emergenza sanitaria in atto. Il 4 maggio 2020 ci sarà a Milano un corso motivazionale dove sarà certo che ascolterò tante storie di persone che sono riuscite a fare un passo in più. Porsi delle domande sul senso della vita. Di alcune di queste, sarò ben felice di mettermi a servizio non per dare delle risposte, non sono nessuno per darle. Ma per confrontarci in merito, questo sì. E poi sto preparando il corso di Wilding, autodifesa personale. Sarà il 9 maggio 2020 a Voghera.
Perché Voghera ?
Perché Vogherà è la ventiduesima sezione in Italia dove opereranno in prima linea i “miei angeli”. Ma non ci si ferma qui. Non ci sono limiti e non ci sono confini da rispettare. Noi siamo al mondo. Noi apparteniamo al mondo. Noi del mondo ci dobbiamo fidare. Noi siamo tutti sotto lo stesso cielo. Quando nel 1994 ho deciso di far nascere l’associazione, volevo dare un connotato unico. Amore e fratellanza. Tutto ciò che ha confini è limitato nello spazio e nel tempo. Può L’amore essere limitato ? No. Per questo non smetterò mai di aprire sezioni in tutta Italia di volontariato d’emergenza.
Mario, si può essere “ felici per sempre “?
Si può essere felici ora. L’ora è il per sempre. Domani non esiste ancora e ieri non esiste più. Abbiamo oggi per amare. E questo “oggi” non è un “solo oggi”. Questo “oggi” è il tutto. Questo “ora” è quel “per sempre” che ognuno merita di avere. Di ambire. Di desiderare. Di donare. Di vivere.
Che messaggio di speranza desideri, per concludere, dare ai nostri lettori?
Alzate gli occhi al cielo. Dite grazie. Non abbiate paura. Siate testimoni d’amore, soprattutto, siate coraggiosi.
Un grazie di cuore a Mario Furlan dalla redazione di “Mondomarziale spia il mondo” e, visto il momento difficile che stiamo vivendo (ma dovremmo farlo sempre), abbracciamo forte e facciamo nostra una frase molto saggia che gli arabi (musulmani) ripetono all’inverosimile in ogni situazione e in ogni momento:”Inch’Allah!”.
Thomas Tolin