Arriviamo alle 14.30 e stavolta c’è ancora moltissimo da fare! C’è ancora da montare e sollevare tutta l’americana con le luci, l’impianto audio da sistemare, andare a prendere le sedie e posizionarle tutte, il catering deve ancora arrivare, eccetera eccetera. Dopo settimane di pioggia e tempo autunnale, oggi finalmente è una gran bella giornata di sole, caldo che sembra già primavera!
Lo stage, stavolta è con Scott Davis, e per ora sul ring sono in cinque. Iniziano a scaldarsi e ci danno dentro con i basilari. Ci sono parecchi ragazzi MWF che arrivano alla spicciolata, e data la card, c’è tanta bella gente: Paxxo, Max Peach, Emanuele Cucurnia e Silvio Saccomanno, l’indispensabile Carlino Forchini, Iò Barton (che non combatte nemmeno stasera, mannaggia!) Aaron Cage e Sagwon, Lupo, El Gringo, El Panzero, Gianni Verga, Matteo Di Fina, Gabriel Bach, Sheridan, Mary Cooper, Doblone, Jesse Jones, e più tardi ne arriveranno tanti altri. Toh, chi si rivede: il “Duo Neanderthal”, Clava e Caverna, ovvero i Latin Lovers. Che bello sapere che non se la sono presa male per il nomignolo che gli abbiamo appioppato! Prima o poi troveremo il modo di farci una bella e lunga chiacchierata, che oltretutto sono anche simpatici!
I posti prenotati sono una settantina ma si prevede che le presenze arrivino poi al centinaio. Più o meno, le stesse persone di quando la Mayhem aveva gli show a Monza al Teatro Binario 7, solo che lì, i posti a sedere erano cento e basta, mentre qui sono molti di più.
Solleviamo l’americana, che stavolta ha solo una fila di luci che scavalca diametralmente il ring, e nel frattempo arrivano anche le sedie. Quando tutto è pronto si parte col briefing, ed ogni volta ringraziamo per il permesso di potervi assistere: è un vero onore e un privilegio. Adoriamo essere considerate membri della famiglia, parte della situazione. È emozionante, ogni volta, rendersi conto della perizia, della meticolosità e di tutto il lavoro non visibile per i non addetti ai lavori che ci possa essere dietro ad uno show.
Jesse Jones ci racconta della breve tournée negli States in compagnia di Trevis e Nick Lenders. Hanno ricevuto una buona accoglienza e sono stati elogiati ed apprezzati dagli stessi atleti che guardavano in tv da piccoli. Un sogno divenuto realtà, per loro! Come tutti gli italiani all’estero, al ritorno si sono lamentati soltanto della scarsa qualità del cibo, ma questo è assolutamente normale. Gli alloggi erano quelli che si potevano permettere, ma del resto l’America è un posto dove il lusso è sfrenato solo se te lo puoi permettere, altrimenti ti devi accontentare. Non hanno potuto vedere molto perché giravano sempre: un giorno qui e uno lì, il che è stato parecchio frenetico e stressante. Ogni giorno mangi, prendi un aereo per spostarti e appena arrivi sali sul ring e combatti. Almeno un pochino comunque, sono riusciti a girare, a vedere qualcosina, ed è sempre un’esperienza unica emozionante e indimenticabile. Non hanno potuto confrontarsi con i mostri sacri, ma in compenso hanno raccolto tanti, tantissimi consensi. Siamo sempre lì: più di noi, gli americani hanno solo i soldi e la visibilità.
Ecco che arriva il pubblico: nugoli di bambini e adulti di tutte le età, facce nuove e facce conosciute, e tutte e cento le sedie diventano occupate. È un continuo baciarsi e abbracciarsi, man mano che la gente arriva! Ormai ci conosciamo tutti. Siamo noi, siamo una famiglia coesa. Siamo il popolo del wrestling. Ci siamo sempre. Soprattutto, ci siamo.
Primo match: Matt Disaster contro Jesse Jones. Si tratta di una Open Challenge: Disaster ha richiesto uno sfidante, e si è presentato, per l’appunto, Jesse Jones. Appena si spengono le luci in sala ci rendiamo conto che queste sono assolutamente insufficienti. Non si vede niente! “Hallo, darkness, my old friend” (Simon & Garfunkel, Sound of Silence). Eh, sarà un bel problema riuscire a rivedere qualcosa, nei filmati che giriamo! E se non si vedesse niente nemmeno nei video? Mah, siamo ottimisti e cerchiamo di dare comunque il massimo. La scorsa volta, per la MWF, erano il doppio e a stento illuminavano il ring. Questa volta non è illuminato come si deve nemmeno quello: metà è addirittura in ombra. Più che un incontro di wrestling è una puntata di “Chi l’ha Visto”. L’arbitro si aggira per il ring come uno spirito errante cercando gli atleti nell’oscurità. Se entrasse Undertaker non avrebbe nemmeno bisogno di effetti speciali. Vediamo a stento un hip toss da parte di Disaster e un dropkick di Jones. Speriamo che nei prossimi match gli atleti indossino attire diversi o non riusciremo nemmeno a capire chi sia chi. Jones finisce fuori ring ma, invece di choppare l’avversario gli strizza i capezzoli, e il pubblico ride. Quando risalgono, Jesse finisce a terra all’angolo e si becca una grandinata di calcioni in pieno petto da sfondarlo e farci un tunnel per l’alta velocità. Però si rialza e subito dopo tira a Matt un enziguiri da paura. Prosegue con un’altra sequenza di calcioni vari e si arriva ad una blue thunder bomb, ma poco dopo Matt ribatte con una hurricanrana. Jesse mette a segno un superkick ma Disaster lo spiaccica con una cutter. Fine.
Secondo match: “Appuntamento al Buio”. Spaghetti Strong Style (Big Charles e Daniel Romano) contro i Los Maracas (El Gringo con El Panzero). “Lucha” libre? Ma quale “lucha”, che qua è tutto buio? È una “buia libre”! Volete rendervi conto di cosa si veda, o meglio, non si veda? Eccovi serviti.
Il match fa parte di un mini torneo per assegnare la cintura Dual Force, ovvero Tag Team, che è vacante dopo l’infortunio causato dagli Spaghetti a Sagwon, ex Campione Tag con suo fratello Aaron Cage nei Same Blood. E allora, l’arbitro sarà Aaron Cage.
Forchini è vestito di nero. È come cercare di distinguere un capodoglio nelle profondità oceaniche. Meno male che almeno è così grosso che qualcosa si vede per forza di cose. Comunque, iniziano malmenando il povero Gringo a suon di clothes line e sganascioni vari. Quando è stufo di prenderle dà il tag a El Panzero, e naturalmente, tutto il pubblico è dalla sua parte. Big Charles viene atterrato e Gringo ci fa sopra uno splash. Dato che non può essere sufficiente per uno della stazza del buon Carlino, El Panzero si carica Gringo in groppa e si lancia con lui in un altro splash da mezza tonnellata. Quando si rialza, il Carlino nazionale tira a El Gringo una spear che sembra la slavina sull’Hotel Rigopiano, e ovviamente il match finisce qui.
Terzo match: Mary Cooper vs Gianni Verga. “Salto nel Buio”. La faccenda si anima quando Mary tira un calcione nelle parti basse di Gianni seguito da uno snapmare e una senton splash. Gianni risponde con un bodyslam ma poi va a vuoto con un lionsault. Mary va sul pesante con una DDT e qualcos’altro che non riusciamo a distinguere. Va avanti con una destino (madò, che roba bella!) e appena Gianni si rialza si becca uno sganascione da tre molari in meno e visita dentistica inclusa. No, dai, complimenti davvero a Mary: vedere ‘sto pezzettino di donna combattere con la grinta di una tigre feroce, è davvero straordinario! Gianni replica con un’hiptoss, una tilt a whirl backbreaker e una death valley driver. A questo punto, Mary schizza giù dal ring perché ne ha prese un fracco e una sporta, e succede qualcosa di inaspettato: Forchini distrae l’arbitro mente un tizio mascherato massacra Gianni Verga. Mary ne approfitta, risale e schiena il povero Gianni con tutto comodo.
Quarto match: “il Buio Oltre la Siepe”. “Oltre le Corde”. Scotty Davis vs Max Peach. Si inizia con tre minuti interi e venti secondi di rollup e arrotolamenti vari, incontro sponsorizzato dalla Girella Motta. È il momento di qualcosa di concreto: una hurricanrana di Davis e un vertical suplex di Peach. Ora fanno un sacco di cose, pare, ma dato che l’illuminazione è terribile, ci spiace per voi ma non si capisce niente. Quello che succede, non lo saprete mai. La prossima volta, alzate le chiappe dalla sedia e venite a vedere di persona. Ecco, un Pelé kick di Davis si vede abbastanza bene. Peach si becca una spear e una corner belly to belly suplex. Poco dopo, qualcosa che ci sembra una inverted facelock DDT, ma non si sa mai, e per finire, una mutah lock. Siccome si rialza e tenta una reazione, si becca anche un enziguiri bello tosto. C’è da dire che Peach ha un fisico spettacolare nonostante sia piuttosto snello e minuto: pare una lezione di anatomia, vedere per credere! Anche al buio si vede ogni singolo pezzettino di muscolo!
(La foto la mettiamo intera per farvi vedere come ca… non si vedesse una cippa fritta.) Adesso si becca un vertical suplex, ma quello che succede dopo, boh? Avremmo dovuto portare una telecamera a infrarossi di quelle in dotazione ai marines. Sembra di rivedere per la seconda volta una inverted facelock DDT, ma potrebbe essere anche la “Vispa Teresa che rincorrea la farfalletta”: come possiamo esserne certi? Almeno l’over the head suplex di Scotty lo si vede bene, ed è sempre un bel guardare. La lariat si riconosce in gran parte per l’urlo belluino di Peach. Tutti giù per terra. L’arbitro conta fino a sei, prima di assistere alla resurrezione dei morti. Più che un arbitro: Gesù! Dopo una breve parentesi di fighting spirit, Peach torna all’attacco. Scotty gli tira un enziguri e se lo ripiglia subito dopo con gli interessi. Finisce fuori ring e Peach lo raggiunge con un pescado. Si sfrittellano sulle sedie, ma solo da quello che si vede dopo, capiamo dalla posizione che è stato Scott a lanciare Peach. Tornano sul ring. Scott sfracella l’avversario con un altro vertical suplex, e poi che cavolo ne sappiamo noi, fanno diverse cose ma cosa abbiano fatto non lo sapremo mai. In compenso si sentono le urla delle anime dei dannati provenienti dall’Ade. Peach non riesce a schienare il suo baffuto avversario e ci rimane malissimo. Quando si rialzano, per parecchi secondi l’azione si svolge nell’oscurità totale, quindi arrangiatevi. Riappare Scott che tira al povero Peach un fisherman suplex, una serie di rollup eseguiti nell’ombra e din din din! Here is your winner! Meno male che almeno dall’audio veniamo a sapere che ha vinto Max Peach! Vabbè, dai, tutto è bene quel che finisce bene. Stretta di mano e abbraccione finale, poi Max acchiappa il microfono e in inglese comunica a Scotty che promette di diventare il prossimo “king of mayhem”, e che quando questo succederà, dovrà esserci per forza anche lui. Se avesse promesso anche un impianto luci migliore sarebbe stato un sollievo per noi, poveri cronisti, che ci troviamo a lavorare di fantasia per colmare le lacune della vista laddove questa si sia rivelata completamente inutile.
E a questo punto. Una bella pausa ci sta bene. Prepariamoci, che poi c’è tanta altra bella roba, eh?
Altro scontro al calor bianco per il mini Torneo Dual Force. Toh, chi si vede! Il “Duo Neanderthal”, i Latin Lovers, ovvero Rafael e Bongiovanni, da noi soprannominati rispettivamente Clava e Caverna! Ma che piacere! A parte scherzi, frizzi e lazzi, questi due sono bravi davvero, ed è un vero peccato che con tutto questo buio il racconto magari non potrà render loro giustizia. Ci piace scherzare e lo sapete, ma li apprezziamo tantissimo. Se vi capita, andateli a vedere perché ne vale la pena davvero. E contro chi combattono? Conto Gabriel Bach e Doblone. Benissimo! “Tutti al Buio, Appassionatamente”. Inizia Gabriel contro Bongiovanni che lascia subito il posto al compare, e fanno la gara a chi arrotola di più il braccio dell’avversario. Torna Rafael, e lo spettacolo decolla, perché Gabriel è tutto quello che piace a noi: piccolino, scattante e velocissimo. Ma questo non gli impedisce di venir messo sotto e trasformato in hamburger nel giro di niente. Mentre si rialza e tira a Rafael una jaw breaker e un enziguiri, ecco la entry music di Doblone. Era ora, che se l’è presa comoda: quel poveraccio di Bach è sul ring che le prende da quasi sei minuti! In compenso, nemmeno si leva l’attire che fa piazza pulita a suon di lariat, dopodiché manda a sbattere Rafael sui gioielli di famiglia di Bongiovanni. Solo ora trova il tempo di levarsi il pastrano e lo utilizza come muleta per una improvvisata corrida. Il pubblico è in visibilio e tutti gidano “Olè” ad ogni passaggio di Rafael, che alla fine se ne va di sotto. Bongiovanni viene steso con un drop dalla terza corda. Ha fatto abbastanza: un ultimo bodyslam e dà il touch a Gabriel. Dato che sono tutti al piano di sotto, il buon Gabriel ci zompa sopra anche senza usare l’ascensore. E ora che sono tutti dabbasso? E che ne sappiamo, noi? C’è talmente buio che si sentono solo un mucchio di urla, e così li rincorriamo tutto attorno al ring, ma è come giocare a moscacieca. Mentre Doblone risale su e distrae l’arbitro, di sotto succede qualunque cosa, e una sorta di colpo di gong ci dice che qualcuno è andato a sbattere contro i gradoni.
Doblone insegue Rafael fino a fuori del palazzetto e tutti e due fanno ritorno accompagnati dal coro “bentornato”. Nel mentre, Bach e Bongiovanni finiscono entrambi al tappeto con una double lariat e restano secchi per un po’. Bongiovanni riesce a dare il touch ma Gabriel no, e viene massacrato e calpestato tipo zerbino all’ingresso di un cinema multisala. Dopo averne prese un sacco e una sporta, beffa tutti sgusciando via di qua e di là prima di venire colpito, e alla fine riesce a farsi dare il cambio. Entra Doblone e scatena il panico tra un double dropkick, una hurricanrana e suplex a gogò, finché non va giù per una bella combo. Ne tentano un’altra per finirlo, ma gliela reversa contro. Torna Bach e ora sono due contro due, alla pari. Bellissime le back stabber in contemporanea: abbiamo sempre amato questo genere di cose. Doblone spatascia Rafael con una back to belly suplex ma lo schienamento non c’è ancora. Appena si rialzano tutti, un double superkick manda Gabriel nel mondo dei sogni. Rafael tenta un altro superkick su Doblone ma questi si scansa e il calcione se lo becca il Bongio. Un groviglio di rollup, e, guarda un po’, stavolta Doblone riesce a far contare l’arbitro fino al fatidico tre. Mamma, che bel match! Complimenti a tutti e quattro, che hanno combattuto senza respiro per quasi venti minuti – e ricordiamo che Doblone è stato di recente operato ad una spalla. Bravi, bravi, e ancora bravi! Ma non è che finisca esattamente qui: arriva Saccomanno che insulta i Lovers e dichiara che la finale per riassegnare i titoli Dual Force si sarebbe svolta subito. Gli Spaghetti arrivano ed attaccano gli avversari alle spalle. Quindi, quando vi dicono che due spaghetti a mezzanotte non hanno mai fatto male a nessuno, sappiate che potrebbero anche fare molto ma molto male. Finisce che Aaron Cage impedisce a Doblone & Bach di vincere, schierandosi di punto in bianco con gli Spaghetti Strong Style. Guarda guarda, Carramba, che Sorpresa, il tizio mascherato che ha fatto perdere Verga contro Mary era proprio lui!
Un altro bel match? Evvai! Eron Sky contro Alex Sheridan. Alex parte a tradimento colpendo Eron alle spalle mente questi saluta ancora il pubblico in piedi all’angolo sulla terza corda. Eron reagisce subito con un dropkick fenomenale dopo una serie di handsprings, ma il tutto gli viene restituito con gli interessi sotto forma di una neckbreaker e di un bodyslam. Risponde con un dropkick mentre Sheridan è ancora in ginocchio. Ognuno tenta il meglio che gli riesce ma il pin vincente non arriva né da una parte né dall’altra. Una perfectplex di Eron è sempre meravigliosa da vedere, però anche la inverted suplex di Sheridan mica è da poco, eh? Al buio succedono molte cose ma a noi non è dato di saperlo. Eron va giù per un dropkick e alla fine è costretto a cedere per una octopus stretch portata al tappeto con l’aggiunta di presa alla gamba. Praticamente era annodato, e siamo sicuri che per meno, non avrebbe ceduto.
E veniamo al match finale: Paxxo contro Max Peach . “I Guerrieri della Notte”. Dovete sapere che Paxxo e Saccomanno (Mr. Mayhem), prima dell’evento, hanno teso un’imboscata a Lupo che sarebbe stato lo sfidante ufficiale, e l’hanno saccagnato a dovere. Siccome ora è tutto rotto, non è più in condizioni di salire sul ring nemmeno per affrontare il gatto del vicino. Il Master Emanuele Cucurnia arriva mentre il match sta per partire e convince il Maschio Alfa a scendere, dicendo che comunque avrà un’altra occasione non appena si rimetterà in sesto. Si presenta Max Peach al suo posto in veste di Maschio Beta, e ci sembra molto maschio e poco beta. Siamo tutti più felici perché ne verrà fuori una bella cosa, alla faccia di chi voleva mandare tutto a vino e tarallucci. L’incontro si apre con Peach che ne prende un fracco e una sporta, poi si stufa e reagisce con un’ottima hurricanrana. Paxxo ha fretta di andare a casa e tenta più volte il pin, ma stai fresco! Nonostante Peach abbia già combattuto contro Scotty Davis, stasera, è un osso duro e mica cede così facilmente. (ma come fa a fare due match in una sera da una ventina di minuti l’uno? Non sarà che approfittando del buio ci ha mandato una controfigura? No, no, è proprio lui e dev’essere fatto di titanio, per una performance di questo genere!) Paxxo cerca di strangolarlo sulle corde ma l’arbitro non è tanto dell’idea, e lo costringe a cambiare strategia. Prova con un vertical suplex mentre qualcuno dal pubblico grida “uccidilo”, ma non serve a molto. Il tenta e ritenta da ambo le parti è velocissimo e dinamico, un piacere stari a guardare. Vi abbiamo mai detto che Paxxo ha un viso straordinariamente bello e un fisico tonico e longilineo che starebbe benissimo sulla copertina di “Uomo Vogue”? Ma il bello è che quando sale sul ring è sempre truccato da clown in modo pesante e il viso viene messo in ombra quando cento altri lo enfatizzerebbero. Se decidi di puntare sul carisma e sulla bravura allo stato puro invece che sul bell’apparire, ti meriti un inchino e un encomio solenne. Vuol dire che vali davvero. Ma torniamo al ring, che nel frattempo, Peach si è beccato un altro vertical suplex che di sicuro il ring avrà un buco, dove ha bumpato. Si vendica con qualcosa che ci sembra una crippler crossface (ecceccavolo, non si vede niente, che ci possiamo fare), e Paxxo cede. Solo che l’arbitro è sparito risucchiato nel nulla da Mr. Mayhem Silvio Saccomanno. La voce furiosa dello zebrato Matteo di Fina ci dice che Mr Silvio Mayhem viene buttato fuori di prepotenza e guai a lui se rimetterà piede attorno al ring. Benissimo, ma intanto Peach ha dovuto mollare ed è lui ad essere contato, non appena tutto torna ad una parvenza di normalità.
Viene buttato giù dal ring e andiamo a cercarlo, ma tutto quello che vediamo sono due puntini luminosi tipo gatto nero in una notte senza luna. Cambiamo film: “Occhi nel Buio”. (Ma vi rendete conto di quello che una povera cronista si deve inventare per commentare una serata del genere?) Paxxo lancia l’avversario contro i gradoni ma quello si rialza e gli fa tirare un sacco di zuccate sull’apron. Dei minuti che seguono ci rimane soltanto l’audio, e immaginiamo che Paxxo stia spaxxolando Peach mentre Peach stia stropeacchando Paxxo. Oh, rieccoli qua sul ring, che bella sorpresa! Sono un po’più ammaccati di prima a sembrano ancora tutti interi. Fighting spirit a suon di calcioni e sganascioni, poi Peach parte per una lariat ma quello che viene colpito è il povero arbitro Matteo Di Fina, che va giù secco e fa la nanna. Paxxo mette a segno un a chokeslam e una DDT. Anche Max Peach fa la nanna. Un dormitorio pubblico. Paxxo si aggira per il ring chiedendo dove sia la sua cintura… E chi lo sa? Non si vede niente! Che poi, perché vuole una cintura, se ha già le bretelle? A questo punto impugna uno sladgehammer uscito da chissaddove, e con questo cerca di avere la meglio sul rivale. Ma ormai il nostro buon Max si è rialzato: Paxxo lo prende in pieno con un superkick terrificante e cerca di chiudere la faccenda con una Gory bomb. Cerca di risvegliare l’arbitro addormentato nel bosco e ci manca poco che debba baciarlo come nella fiaba per riuscirci, ma quello dorme della grossa e non si muove nemmeno se gli porti un caffè con la brioche. E vabbè. Ricominciano a menarsi di santa ragione. Peach va in goal con una sitting powerbomb e finalmente Di Fina esce dal coma e batte il pin finale. E a questo punto torna fuori Silvio Mayhem Sacomanno e lo vediamo pigliare a sediate furiose il povero Max. Torna anche lo sledgehammer (per chi non lo sapesse è un martellone gigante col manico lungo un metro e la mazza da almeno cinque chili). A salvarlo, per fortuna arrivano i Latin Lovers e la serata termina con Peach che spatascia Saccomanno con una michinoku driver.
Ossignuur, abbiamo finito!.
Uè, se vi siete divertiti, ne siamo davvero felici. Se vi abbiamo annoiato, sappiate che abbiamo fatto tutto il possibile per farvi un report anche in queste condizioni. Stay tuned, che ci saranno presto tante altre belle cose!
Erika Corvo