Nella foto, in alto: il fisico superbo di Mike Tyson
Michael Gerard Tyson, alias Mike Tyson. Pugile statunitense. Showman. Attore. Nasce a Brooklyn, il 30 giugno 1966. Oggi cinquantenne. Ma chi è realmente Mike Tyson? Uomo di poco equilibrio e di cultura per nulla estesa. Pure, se figlio di mamma insegnante. Infanzia e adolescenza sono molto turbolente per via delle tante vicissitudini poco edificanti subite. Non molto alto (1,78, ndr.) ma con un fisico d’acciaio. Pugni. Soldi e galera. Droghe. Alcol e violenze. Una vita dissoluta e spericolata. Trecento milioni di dollari dilapidati. Genio e sregolatezza? Sicuramente, in lui, facevano da padroni. Non è mai stato un esempio di vita, come il grande Muhammad Alì, ma… un abile pugile sì. Anche se non dotato di senso sportivo. Non brillava, certo, in educazione. La morale? Per lui, una vera sconosciuta. La sua prima palestra? La strada. La sua categoria? Pesi massimi. Dalla carriera si è ritirato il 12 giugno 2005. Picchiava duro. Con poco stile. Senza eleganza. Ma l’obiettivo lo centrava. Alla vittoria arrivava. Arrivava, quasi, sempre. Ha al suo attivo 50 incontri vinti. Di cui, soltanto, 5 persi. Una cosa è più che sicura. Tyson, per tutta la metà degli anni Ottanta, ha dominato incontrastato la categoria mettendo fuori combattimento tutto il fior fiore dei pesi massimi dell’epoca. Come Trevor Berbick, Tyrell Biggs, Larry Holmes, Frank Bruno, Buster Douglas.
Nella foto, in alto: Tyson e i suoi piccioni
A fermare questa corsa ci ha pensato, per la prima volta, James Douglas nel 1990, che lo ha messo knock out, d’emblée, alla decima ripresa. Lo stop è stato brusco. Ma, Tyson si considera egualmente soddisfatto di se stesso. Data la sua prestanza fisica è ricordato come il picchiatore più temibile degli anni Ottanta e Novanta. Altresì, il più feroce pugile ad aver messo i piedi su un ring. Viso tatuato, senza denti davanti e grinta da vendere. Il pugile che allenava i piccioni ma stendeva, uno dopo l’altro, i suoi avversari. Già da piccolo si fece notare. La sua azione più wild sul ring? Il morso all’orecchio del suo avversario Holyfield nella sfida per il titolo dei pesi massimi. L’ha morso ma lo voleva uccidere. “Il pugile che voleva uccidere!”. Così ha dichiarato, più volte, d’essere in tante interviste.
Nella foto, in alto: il morso all’orecchio di Holyfield
Dal giudizio d’esperti è stato dichiarato il peggior sportivo degli ultimi venticinque anni. A differenza del celebrato Alì che è considerato il miglior sportivo di tutti i tempi. Dissomiglianze tra i due pugili? Tante, troppe. Le uniche trait d’union sono il titolo di campione dei pesi massimi, detenuto da entrambi per più anni. E, la fede musulmana. Nel suo caso, probabilmente, veicolata. Per seguire un mito. Infatti, il popolare Mike si convertì all’Islam nel 1995, cambiando il nome in Malik Abdul Aziz. Calcando lo stesso percorso religioso di Muhammad Alì. Suo idolo fin dagli anni della sua adolescenza. Da quando andò in riformatorio. Alì il suo eroe, ma sul il ring. Fuori dal ring, nella vita di tutti i giorni, certamente non lo imitava. Tyson, il diavolo. Muhammad Alì l’angelo. Così l’immaginario popolare, non a torto, li misura. L’ex campione del mondo dei pesi massimi si è ritirato undici anni fa. Ma, l’etichetta di uomo più cattivo del pianeta, ancora la possiede. I suoi pugni? Di una potenza devastante e mai soprannome fu più azzeccato, quello di Iron Mike.
Nella foto, in basso: il Che tatuato
Mike d’acciaio. L’uomo che terrorizzava gli avversari. Pieno di tatuaggi su tutto il corpo. Anche sul viso. Tra i tanti, si evidenziano quelli di Mao Tse Tung e di Che Guevara. Ancora, un uomo che nessun genitore vorrebbe dare in marito alla figlia. Un uomo che nessuno vorrebbe come amico! Un uomo povero di valori. Un campione, quello certo. Ma, dall’anima dannata! Un gran campione ma solo sul ring. Giù dal ring, il peggio del peggio. Mike Tyson? Champion sul ring. Ma, un perdente nella vita. Forse, perché la vita sin da bambino non gli ha mai sorriso… lasciamogli questa chance.
Nella foto, in basso: il tatuaggio di Mao