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Museo di storia naturale di Milano. Uno scrigno di segreti e meraviglie

Passeggiando lungo corso Venezia e inoltrandosi negli storici giardini Indro Montanelli non si può non notare l’elegante facciata in stile neogotico di un palazzo storico, proprio a pochi passi dal Planetario: il Museo di Storia Naturale. Il nome, un poco altisonante, può indurre a pensare ad un ripostiglio di anticaglie ricoperte di muffa e piccole creature imbalsamate. Un luogo per esperti e naturalisti. Oppure, l’immaginario comune potrebbe associare il museo a ricordi di infanzia e a lunghe ed estenuanti gite scolastiche. Quindi, un luogo per bambini. O ancora, una tappa segnata sulle carte turistiche senza un vero perché, uno di quei must per chi visita la città per la prima volta. Insomma, un luogo per turisti armati di macchina fotografica. Chi, però, abbia lo spirito di infrangere i pregiudizi e la curiosità di esplorare le più riposte bellezze di Milano, salga la scalinata che conduce all’ingresso e varchi la soglia… beh, si troverà immerso in un autentico scrigno di segreti e meraviglie.

Nella foto, in alto: allestimento della sala dei minerali. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Il visitatore allora si troverà allora coinvolto in un percorso che si articola in ventitrè sale, ognuna dedicata a un tema specifico, con più di 700 vetrine che espongono una ricca e multiforme collezione e vivide ricostruzioni di ambienti naturali.

Nella foto, in alto: zolfo di Sicilia. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Iniziamo dalla sala 3, dedicata ai minerali: appena entrati, si viene abbagliati dallo scintiliio di più di 600 esemplari di cristalli, gemme e meteoriti di ogni colore e dimensione. Dall’esplosione di giallo paglierino del cristallo di zolfo più grande del mondo, ai baluginii della gemma grezza di morganite. Dall’enorme esemplare di oro nativo in matrice di quarzo, al viola profondo della fluorite. Dai riflessi del cristallo di topazio brasiliano, alle druse di cristalli di demantoide. Riorganizzata in un nuovo e moderno allestimento, la collezione di minerali è una delle più antiche del Museo, nonché uno dei patrimoni più importanti d’Europa. Da non perdere i minerali che cambiano colore se esposti ai raggi ultravioletti.

Nella foto, in alto: riproduzione di uno Pteranodonte. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Lasciato il regno minerale, si entra nel regno animale. La sala 4 introduce alla Paleontologia, ovvero la scienza dei fossili. Organismi che ancora oggi raccontano una storia: quella del nostro Pianeta e delle nostre origini. Una storia ancestrale, che ci riguarda profondamente. Di fronte alla ricostruzione del maestoso scheletro di Pteranodonte, un rettile con un’apertura alare di oltre 6 metri, e del Besanosauro, un rettile marino lungo circa 6 metri, è possibile fare un viaggio nella storia precedente l’umanità. Basta un pizzico di immaginazione. Prosegue il viaggio nella sala 5 con esemplari fossili provenienti da tutto il mondo, che mostrano la biodiversità degli organismi marini e vegatali attraverso la loro storia evolutiva.

Nella foto, in alto: ricostruzione di un Tirannosauro e di un Plateosauro. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Continuando, le sale 6 e 7 sono interamente dedicate ai dinosauri. Creature colossali, ataviche, primordiali. Chi più di loro può parlarci della grandezza? Inesprimibile la sensazione di coglierne in un attimo la potenza e la mastosità. Dalla ricostruzione del Pilosauro, uno degli esemplari più spettacolari, a quella del Triceratopo e dello Stegosauro. Ma anche del T-Rex. E dello Scipionyx samniticus, primo dinosauro italiano e unico al mondo fossilizzato con gli organi interni. Fino alla sala 8, che espone 15 dei 160.000 esemplari di fossili del Museo. Tracce della Preistoria scavate nella roccia e giunte fino a noi.

Nella foto, in alto: coppia di granchi giganti del Giappone. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Entrando nelle sale 10 e 11 si varca la soglia di un altro mondo: quello degli invertebrati. Tra questi è esposta la spettacolare conchiglia della tridacna gigante, tra le 10 più grandi al mondo. Ma anche una coppia di granchi giganti del Giappone, che hanno una storia affascinante: risalgono alla metà del XIX secolo e sono sopravvissuti ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Presente anche un esemplare di Thysania Agrippina, splendida falena con un’apertura alare di oltre 30 cm.

Nella foto, in alto: diorama che rappresenta la scogliera madreporica. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Il lento cammino dell’evoluzione prosegue. Salendo al primo piano, ci si inoltra nel multiforme mondo della zoologia dei vertebrati: un percorso di ben 12 sale e 83 diorami che riproducono con una fedeltà impressionante gli ambienti naturali degli animali esposti, oltre a numerose vetrine che approfondiscono gli aspetti salienti degli ecosistemi proposti. Si inizia con la biodiversità marina (sala 12): con un po’ di immaginazione sarà possibile immergersi nelle acque cristalline delle isole tropicali e ammirare la loro fauna variopinta.

Nella foto, in alto: ricostruzione di una scena di caccia. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

Si passa poi ai paradisi naturali della foresta tropicale (sala 14), abitata da tigri, gorilla, antilopi, bufali, grandi uccelli e perfino delfini di fiume! Un totale di 12 diorami permetterà di viaggiare dall’India all’Africa, fino all’America Latina. Nella sala 16 la temperatura idealmente si abbassa e il clima cambia: ci troviamo sulle montagne, tra foreste temperate e taiga. La ricostruzione della tigre siberiana a caccia che si slancia tra le nevi per afferrare la sua preda crea una scena che è molto più che immersiva. È profondamente suggestionante. Si prosegue con i mammiferi marini degli ambienti artici e antartici (sala 18), le savane, le praterie e i deserti (sale 19, 20 e 21), per finire con i Parchi e le riserve naturali d’Italia (sale 21, 22 e 23): veri e propri gioielli del Bel Paese, di cui vengono riprodotte scene icastiche e dinamiche.

Nella foto, in alto: calco di Lucy. Da: https://museodistorianaturalemilano.it/

E la storia evolutiva dell’essere umano? Naturalmente, non poteva mancare un’ampia sezione dedicata alle nostre origini. Una delle più impressionanti. La sala ospitante è la numero 9. Il percorso inizia con un’introduzione ai Primati, di cui fa parte anche l’essere umano. Riscoprire le proprie origini e sentire di far parte di una più grande famiglia di creature è difficile da descrivere. Se ci si abbandona alla storia con autentica sete conoscitiva, si può davvero sperimentare la sensazione di far parte di un ordine superiore di cose. Perfetto quale è. Impressionante è ammirare la ricostruzione quasi completa dello scheletro di Lucy, nostra antenata che tutti abbiamo visto sui libri di storia. Interessante e spunto di profonde riflessioni è invece il tema conclusivo dell’esposizione: il delicato rapporto tra uomo e ambiente.

Uscendo dal Museo tutti i pregiudizi sono caduti miseramente. Resta solo il rimpianto per non aver osato accedervi prima. Lo stordimento per aver assistito a tanti percorsi così realistici, vividi, impattanti. E l’appagamento profondo che deriva dalla soddisfazione di uno dei bisogni più intimi dell’essere umano: la sete di conoscenza.

Luana Vizzini

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