Nella foto, in alto: Muhammad Alì, the best!
Il pugile statunitense, nato con il nome di Cassius Marcellus Clay il 17 gennaio 1942, cambiò nome in Muhammad Alì nel 1970 in occasione della sua conversione alla religione islamica. Il 3 giugno 2016, muore dopo una lunga malattia, il Morbo di Parkinson. Campione mondiale di pugilato. Vinse più di una volta il titolo come peso massimo. Nato per essere pugile portando la grinta, il coraggio anche fuori dal ring. Nel pugilato è ricordato per la sua rapidità di colpi e agilità sui piedi. Fuori dal ring si è distinto per l’impegno sociale e razziale nel suo Paese. Dando speranza ai molti americani neri. Fu da esempio a molti giovani americani degli anni Novanta che attraverso il pugilato, sono usciti dalla povertà, dando loro pari dignità senza distinzione di razza e religione. Nel 1981 si ritirò dal pugilato e nel 1984 sopraggiunse la malattia (il Morbo di Parkinson), Muhammad Alì ancora una volta non deluse nessuno dei suoi fan e non fan, continuando a far parlare di sé. L’uomo pugile, non si arrese, anzi si rese esempio per tutte le persone malate, dimostrando che si può affrontare e vincere la battaglia più difficile, quella della malattia. La volontà e il coraggio non hanno limite così alle migliaia di giovani sportivi, impegnati in attività sportive si è presentato alle Olimpiadi del 2012 di Londra, dimostrando che anche con un’invalidità si può avere una vita normale. Grazie, Muhammad Alì, ti ricorderemo tutti come un mito!
Stefania Monciardini