Credere… la difficoltà di credere questa è la situazione dell’uomo contemporaneo. Per i cristiani c’è appena stato il Natale il 25 dicembre poi il 6 gennaio ci sarà l’Epifania ma che significato hanno queste feste per l’uomo contemporaneo? È difficile riflette, ragionare si deve aver fede per credere!? O si deve credere per avere fede!? La fede rientra in un meccanismo personale: io ho fede quindi credo. “Chi crede in me avrà la vita eterna. Il verbo si fece carne e venne ad abitare tra noi”.
L’animo umano di fronte al mistero, l’incomprensibile si giustifica e si calma con la fede. Vorrei avere una lente d’ingrandimento per capire tante cose.
Iniziamo con il mistero del Natale dal Catechismo della chiesa Cattolica n 525: “Gesù è nato nell’umiltà di una stalla, in una famiglia povera; semplici pastori che sono i primi testimoni dell’avvento”. Secondo il racconto di Luca, Gesù fu posto in una mangiatoia, cioè una grotta scavata in parte nella roccia dove si dava da mangiare al bestiame.
A Natale si festeggia la nascita di Gesù. La festa della gioia della speranza per ogni cristiano. Per il cristiano contemporaneo la nascita di Gesù è segno di speranza di poter uscire dalle proprie difficoltà è credere, di migliorare la propria esistenza. Il 6 gennaio si festeggia l’epifania. Festa della venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei Giudei. Matteo racconta, che i Magi giunsero dall’Oriente guidati da una stella, adorano il Cristo e infine gli donarono oro, incenso, mirra. Anche l’albero di Natale insieme agli addobbi simboleggia il Cristo.
Stefania Monciardini