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Personalità di Van Gogh e Edgar Allan Poe

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Nella foto, in alto: Van Gogh, medicato dopo il taglio dell’orecchio

Van Gogh (1853- 1890), pittore olandese, denuncia con il suo modo di dipingere, la mancanza di vera umanità della società che da agricola diviene industrializzata. Si modifica profondamente la vita delle persone creando nuovi atteggiamenti culturali. E’ il periodo che la società assume un atteggiamento positivo verso la scienza. Sono di quest’epoca le scoperte in campo della medicina di Pasteur e di Koch. Per personalità e modo di esprimersi nel proprio lavoro, ritroviamo in Van Gogh affinità con la figura di Edgar Allan Poe (1809-1849), scrittore americano anticipatore del Decadentismo.

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Nella foto, in alto: Egdar Allan Poe Nella foto, in alto: Egdar Allan Poe

Esiste una sottile rassomiglianza delle due personalità, nel come vivano l’esperienza personale divenendo opera creatrice. Attraverso le loro opere esprimono la loro personalità fatta di amarezze e angosce, in una società dove si sentono emarginati non capiti. Sia per Van Gogh e Edgar Allan Poe vivono in continuo conflitto con il mondo esterno. Lo scrittore e l’artista si ripiegano su sé stessi, accettando le suggestioni del mondo esterno. Nel 1886, Van Gogh raggiunge a Parigi il fratello Theo. Qui si dedica a tempo pieno alla pittura per recuperare il tempo perduto, avendo iniziato tardi a dipingere, così si mise a lavorare intensamente fino alla morte. Lavora come prima tappa a Parigi scoprendo la pittura impressionista e le stampe giapponesi, rimanendone affascinato da realizzare quadri gcon elementi giapponesi. Poi si trasferisce nel sud della Francia, Arles. Ad Arles conosce Paul Gauguin, nascendo tra i due una profonda amicizia che quando Paul decise di lasciarlo, Van Gogh si tagliò l’orecchio.
Tornato vicino a Parigi, a Auvers-sur-Oise, muore suicida nel 1890. Ma come Van Gogh trasferisce sulla tela le sue angosce? Attraverso i soggetti il colore quasi materico e i colori accesi le pennellate sono di un movimento frenetico da dare movimento all’opera. I soggetti che raffigura sono reali ma divengono fantastici quasi irreali con la sua personalissima tecnica facendolo rientrare in quella che sarà il postimpressionismo. E nell’opera di Edgar Allan Poe, scrive in preda all’alcool o eccitazione artificiale che in genere creavano nel suo animo quelle immagini quei sogni, quelle fantastiche allucinazioni che poi costituiranno la base della sua narrativa nuova per l’epoca nel suo genere dall’atmosfera di orrore che darà il via in Inghilterra fino ai nostri giorni al romanzo giallo. La figura da lui creata è quella dell’investigatore Augusto Dupin che ritroviamo in “la lettera rubata” , nei “I delitti della rue Morgue” e altri.

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Nella foto, in alto: un dipinto di Van Gogh
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Nella foto, in alto: altra opera di Van Gogh

          

I delitti della via Morgue, fu scritto nel 1841 e ambientato a Parigi. Tratta di una donna e sua figlia che vengono uccise. La polizia non trovando l’assassino si fa aiutare dall’ex poliziotto Auguste Dupin, in pensione. Riesce a risolvere il caso trovando l’assassino, uno orangotango appartenente ad un marinaio. Edgar Allan Poe, il 7 ottobre 1849 muore a Baltimora, forse per rabbia, o altra malattia.

                                                                                                                              Stefania Monciardini

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