È una bella giornata di sole. Siamo a Trento. Il rapper Dedavi, all’anagrafe Davide D’Amato, ci attende sereno seduto nella hall di un elegante hotel del centro città. Estremamente cortese. Giovane. Alto. Capelli biondi. Ci offre un caffè. Tra un sorriso, un sorso e l’altro si comincia…
D. Come ti sei avvicinato all’arte musicale?
R. A 13 anni ho iniziato ad ascoltare musica con i miei amici. Quando sono cresciuto ho sentito dentro di me che, oltre ad ascoltare, potevo comunicare qualcosa. Ho iniziato a studiare a Milano e poi ho incominciato a “mettere le mani in pasta”.
D. Quali studi hai intrapreso in ambito musicale e non?
R. Ho studiato ragioneria economica. In ambito musicale ho frequentato l’Accademia di Urban Music di Lambrate e poi ho anche studiato da autodidatta.
D. A che età hai cominciato a cantare?
R. Ho iniziato a cantare nel settembre 2017, quando avevo 21 anni.
D. Come hai fatto a ottenere così tante visualizzazioni?
R. Le visualizzazioni le ho ottenute tramite la pubblicità e i metodi di sponsorizzazione dei social media. In secondo luogo anche il passaparola ha giocato il suo ruolo.
D. Parlaci di come componi una canzone nella tua sala di registrazione.
R. La prima cosa che ho fatto è stata mettere giù la melodia musicale usando uno strumento con il computer: potrebbe essere il pianoforte, la chitarra, il flauto, qualsiasi cosa. Poi ho messo giù una batteria, con tutti gli strumenti che compongono una batteria normale. E poi su quella batteria ho iniziato a disegnare la melodia vocale. E poi ovviamente l’ho registrata.
D. Come è nata la canzone “2013”?
R. È nata dalla voglia di mettere per iscritto la canzone di un mio amico. È nata in viaggio, infatti la base è stata scritta a Milano. Insomma, è nata dalla voglia di mettersi in gioco.
D. Parlaci della tua vita privata. Perché è finita la tua storia d’amore?
R. Ah bella domanda! Ahaha! La mia storia è finita perché alcune volte stai bene con una persona, ma i pensieri e gli obiettivi sono totalmente diversi. È finita proprio perché non avevamo le stesse visioni e le stesse aspettative.
D. Perché non canti più?
R. In questo momento sono fermo perché ho delle restrizioni, quindi non posso tanto muovermi a vari orari. Infatti lavoro e il coprifuoco mi toglie un po’ di tempo che potrei dedicare alla musica.
D. Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
R.Sicuramente diventare produttore di buona musica. Magari diventare produttore industriale, produttore commerciale e ambire alle classifiche… per quanto riguarda il canto è un discorso un pochino più difficile. Si vedrà.
D. Quali consigli daresti a dei ragazzi che vogliono intraprendere la tua strada?
R. Per prima cosa di studiare. Dove non c’è studio, c’è limitazione mentale. Non si riescono a cogliere, o a fare, grandi cose, se non hai un piano di studi. Non fare le cose per gioco, ma deve nascere la voglia di fare qualcosa e di vivere solo quello nella tua vita.
L’intervista è giunta all’epilogo. Ringraziamo caldamente Dedavi e ci congediamo con un au revoir! A’ la prochaine, perciò! Irina Infante