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Rise To Stardom, che spettacolo!

Più della semplice cronaca preferiamo, come al solito, vedere quello che si nasconde dietro gli eventi. Cominciamo col dire che chi ha organizzato lo show è qualcuno fuori dal normale: non solo si dimostra ogni volta in grado di gestire qualche decina di personaggi di cui alcuni arrivano dall’estero, ma organizza la logistica in modo fantascientifico. Fabio Tornaghi è meglio di Wile Coyote. Gli si rompe una macchina? Ne trova un’altra. Si rompe anche l’altra? E lui chiede al papà di mettere in gioco la sua e andare lui a prendere Mambo Italiano alla stazione. Siamo assolutamente certi che se si fosse rotta pure la macchina del padre, sarebbe arrivato a scomodare anche i parenti di settima generazione, ma nessuno sarebbe rimasto a piedi. Dato che da un anno siamo senza macchina e non possediamo le capacità di Fabio, questi si è gentilmente offerto di scarrozzare anche noi, e l’ha fatto in modo che facessimo il viaggio di andata proprio in compagnia di Mambo Italiano. Un personaggio davvero interessante che contiamo di intervistare al più presto per voi.

Nella foto, in alto: la bella palestra della Quarenga, ad Almenno San Bartolomeo (BG)
Nella foto, in alto: la bella palestra della Quarenga Fitness, ad Almenno San Bartolomeo (BG)

La location è decisamente all’altezza delle aspettative e anche di più: una bella palestra da veri professionisti, pulita e spaziosa, nel seminterrato sotto ad una pizzeria. Anche la pizzeria era davvero ok, abbiamo sperimentato. Se verrete la prossima volta, mangiate lì, fidatevi di noi. Miracolo: una panca dove tutti gli atleti e parte dei presenti (accompagnatori ed altri) hanno posato e lasciato incustoditi cellulari, valori e portafogli pieni, durante l’allenamento e lo stage. Tutto insieme, alla rinfusa. Niente è sparito, nessuno ha toccato nulla, ognuno ha ritrovato il suo. Che bello, rendersi conto che i wrestlers sono tutti gente a posto! Per lo stage, sul ring ci sono Icarus e Dover, gli Arrows of Hungary, ad insegnare trucchi e mosse. Bravi, diamine! Pazienti, calmi, precisi. “Questo si fa così. Fallo. No, ho detto da sinistra, tu sei arrivato da destra. Rifallo. Rifallo ancora. Ancora. Ancora una volta. Adesso tocca a te. Ho detto da sinistra! Rifallo!” Ragazzi, imparate l’inglese perché è la lingua universale del wrestling. Se non lo sapete, ve lo sognate di fare stage coi migliori!

Nella foto, in alto: Fabio Totnaghi con Icarus degli Arrows of Hungary
Nella foto, in alto: Fabio Tornaghi con Icarus degli Arrows of Hungary

Lo spettacolo, potremmo dire sia stata un’indigestione di wrestling, se non fosse per il fatto che non solo l’abbiamo digerito benissimo, ma se ce ne fosse stato di più, non avremmo detto di no. Dalle diciannove alla una del mattino, con una pausa di nemmeno mezz’oretta. Ma se ora volete un report dettagliato di ogni match, andate tranquillamente a questo link: http://rswp.altervista.org/rise-to-stardom-risultati-resoconto/ e troverete tutto. Qui, invece, troverete solo le nostre impressioni personali. Nel secondo match della serata ha brillato Gravity. Prima di decidere di dedicarsi al wrestling ha fatto ginnastica artistica, ci racconta. Ed è fantastico vedere che evita le clothes line facendo la spaccata come Ron Killings (R-Truth). Siamo al livello dei “grandi”? Naaa, di più! Italians do it better: Gravity le evita anche inarcandosi all’indietro in stile Matrix. Solo che non sono effetti speciali. Qui è tutto vero! Wrestling is fake? Ma che, scherziamo? Nel match successivo vediamo Steve McKee tenere testa a Mambo Italiano nonostante fosse mezzo infortunato al gomito sinistro. Gli faceva male ancor prima di cominciare, ma ha fatto in modo che non se ne accorgesse nessuno. E chi batte la professionalità di questi ragazzi? Mambo si è messo in luce con un notevole henziguiri kick e un bellissimo cross body dalle corde. Steve ha retto un match anche mezzo rotto? Naa, troppo poco: va avanti! Subito dopo ne fa un altro contro Andy Manero. E chi lo ferma?

Nella foto, in alto: il coraggioso Steve McKee
Nella foto, in alto: il coraggioso Steve McKee

Gli Arrows of Hungary si scontrano con gli Headhunters: Entertrainer e il mastodontico Kronos. Se gli Arrows ci deliziano con una swanton, gli Headhunters se ne vengono fuori con una 3D degna di Bubba Ray e Brother Devon. Con la sua forza fuori dal comune, spettacolo nello spettacolo, Kronos acchiappa Icarus con un braccio, Dover dall’altro, li solleva come fossero piume e ne fa marmellata schiantandoli al tappeto. Ma la Rising Sun ha una stella occulta: il giovane e adorabile arbitro Andrea Malalana. Talmente simpatico da entrare di prepotenza nella grazie di tutto il pubblico, che fa cori col suo nome e tifa per lui come se anch’egli combattesse, piuttosto che arbitrare. (Ah, sì? C’è un match? E chissenefrega, noi tifiamo Malalana!) Adoriamo questa giocosità, questa goliardia che esce dagli schemi. Siamo tutti qui per divertirci, ed è giusto che tutti siano protagonisti. Solo che negli altri sport non succede. Il wrestling è magico.

Nella foto, in alto: Andrea Malalana, la stella occulta della Rising Sun, con Erika Corvo
Nella foto, in alto: Andrea Malalana, la stella occulta della Rising Sun, con Erika Corvo

Dopo la pausa è la volta di un elimination match: chi viene schienato sarà fuori dalla Rising Sun per sempre, e lo schienato è Entertrainer in seguito ad un disturbo di Kronos. Questi ammette la colpa e vuole scusarsi, così propone un nuovo match di riscatto. Se vincerà lui, Entertrainer verrà riammesso. Se sarà lui a perdere, anche lui abbandonerà il roster assieme al compagno. Come avversario gli viene assegnato Gravity. Nonostante l’immensa disparità di stazza è proprio quest’ultimo ad avere la meglio. Sarà che per tutto il resto c’è Mastercard, ma vedere Kronos (130 chili) eseguire un moonsault dalla terza corda non ha prezzo. Non sapevamo nemmeno fosse possibile. Anche la sua chokeslam era roba di tutto rispetto! Tutto questo non vi basta? Vogliamo un pizzico di hardcore? E allora beccatevi Dover degli Arrows vs Horus in un no disqualification match con l’obbligatorio contorno di kendo stick, sedie, puntine e vassoi schiantati sulla zucca. Quanti di voi, vedendo in tv vassoi e bidoni sfasciati sulla testa hanno pensato che fossero di alluminio sottile, o comunque di qualche metallo duttile e leggero? Ammettiamo di averlo pensato anche noi, qualche volta. Bene, possiamo andare a nasconderci per la vergogna tutti quanti assieme: come avremmo potuto, curiosi come siamo, non andare a toccare i vassoi piegati e renderci conto che al contrario, fossero pesantissimi e di metallo bello tosto e spesso? La prossima volta, venite anche voi a rendervi conto del materiale usato e dei rischi che corrono questi atleti!

Nella foto, in alto: Finto? Horus porta sulla schiena i segni di tre colpi di kendo stick
Nella foto, in alto: Finto? Horus porta sulla schiena i segni di tre colpi di kendo stick

Ed ora, un triple threat match: TG vs Icarus vs Miso Mijatovic. Se già eravamo senza voce per aver tifato a squarciagola tutta la sera, arriva TG a zittirci e lasciarci senza fiato con gli occhi di fuori, sbalorditi. In meno di un minuto, una sequenza a dir poco impressionante: drop kick, drop kick, arm drag, arm drag, hurricanrana, enziguiri kick, splash e splash. Un fuoco di fila del genere, in WWE non lo vedi in un’intera stagione. Ma da che pianeta arriva, TG? Ma è umano? Beh, se si chiama “The Greatest”, un motivo c’è. Un match a cinque stelle che non vediamo l’ora di riguardare in video. Non ve lo perdete che vi picchiamo, eh? Parentesi buffa: per tutta la sera, Miso è stato il ring announcer. Ma come ti viene di sceglierti un nome esotico come Miso Mijatovič e parlare per cinque ore con un pesante, assoluto accento bergamasco? Al mio sorriso divertito mi dicono che Miso ha veramente origini bosniache, ecco svelato l’arcano! Quello che sembra finto è vero, quello che sembra vero è finto. Quel sottile confine sulla lama del rasoio che ti tiene sempre sulle spine a domandarti dove finisca la gimmick e dove inizi la realtà… Ne volete ancora? Bene, subito accontentàti: una cicciosa battle royal! Otto atleti a suonarsi botte da orbi. Non sai più da che parte guardare, c’è azione dappertutto e bisognerebbe avere mille occhi per non perdersi questo intensissimo match. La serata termina con Iceman che vince la cintura del primo Rising Sun Tournament, e a questo punto potremmo essere tutti soddisfatti. Ma manca la ciliegina sulla torta: dopo tutto questo ecco la parte dolce. Tg che acchiappa i bambini del pubblico, se li carica in spalla e se li porta a spasso per tutta la palestra. Fa provare loro qualche mossa. Ma non rifatelo a casa, eh? Nessuno degli atleti si nega al pubblico per foto e qualche parola scambiata. Altro che il calcio, dove se non c’è la polizia i tifosi si ammazzano tra loro. Qui siamo tutti fratelli.

Nella foto, in alto: il re della festa, il bravissimo Giacomo Giglio, The Greatest.
Nella foto, in alto: il re della festa, il bravissimo Giacomo Giglio, The Greatest.

Tornaghi mi organizza anche il rientro a casa. Lo vogliamo al governo, l’Italia funzionerebbe meglio, gestita da lui.

Il prossimo evento è a Pero (alle porte di Milano) il 24 settembre. E chi non viene, stia a casa a pettinare le bambole.

Erika Corvo

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